Il 2 Febbraio esce al cinema Smetto Quando Voglio Masterclass, secondo capitolo della trilogia di Sydney Sibilia che ha visto il suo debutto nel 2014. La banda dei ricercatori più ricercata di sempre è tornata insieme, questa volta però i veri criminali non saranno loro. Sidney Sibilia e tutto il cast al completo presentano il film a Roma.

Nerd e criminali. Azione e umorismo. Il tutto condito con una dose di realismo che mantiene l’ armonia tra tutti gli elementi. Smetto Quando Voglio Masterclass è il degno seguito del primo film di Sydney Sibilia, questa volta portando sullo schermo degli antieroi ancora più disperati e messi alle strette.

Pietro Zinni (Edoardo Leo), assieme a Mattia Argeri (Valerio Aprea), Arturo Frantini (Paolo Calabresi), Bartolomeo Bonelli (Libero de Rienzo), Alberto Petrelli (Stefano Fresi), Giorgio Sironi (Lorenzo Lavia) e Andrea De Sanctis (Pietro Sermonti), assieme ai cervelli in fuga Giulio Bolle (Marco Bonini), Vittorio (Rosario Lisma) e Lucio Napoli (Giampolo Morelli), sono protagonisti di una nuova vicenda che si sviluppa poco prima della fine del primo capitolo della saga.

Per poter ottenere la fedina penale pulita e far uscire Pietro di galera, i ricercatori dovranno collaborare con il commissario Giulia (Greta Scarano). Lavorando sotto copertura la banda dovrà capire la composizione di ben 30 diversi tipi di smart drugs, tra cui la potente e complessa Sopox.

La pellicola, fin dal primo sguardo, risulta essere piacevole e ben strutturata. Il lavoro di collegamento tra il primo e il secondo film è altissimo, scorrendo come se le due pellicole fossero state girate insieme.

 

Smetto Quando Voglio Masterclass

Quando fai l’opera prima non pensi a un sequel, figurati due. Poi in balia anche del successo, abbiamo tentato di sviluppare un arco più complesso attraverso due pellicole.

Decisamente più convincente è il plot che si sviluppa su una struttura ben più solida che non gioca più unicamente su di un incipit originale e fresco. A tutto ciò si aggiunge un’ottima dose di azione, componente non particolarmente adoperata nel cinema italiano, soprattutto quando si parla di commedia.

Il cast artistico al completo, accompagnati dai produttori Matteo Rovere e Domenico Procacci hanno incontrato la stampa lo scorso 24 Febbraio, presso il cinema Adriano di Roma, per raccontare i processi tecnici e creativi di Smetto Quando Voglio Masterclass, dando delle brevissime anticipazioni anche sul destino della saga, che vedrà la sua conclusione con un terzo capitolo Smetto Quando Voglio Ad Honorem.

Tra i vari aspetti che saltano immediamente all’occhio per questo secondo capitolo, primo fra tutti è l’elemento action inserito in modo originale attraverso il genere della commedia.

Ci si chiede, quindi, come gli attori stessi, e il regista, si siano approcciati a questa strana tipologia di cinema e di film. Ovviamente il cast non ha mancato di apportare quel pizzico di ironia in alcune delle risposte date.

Valerio Aprea: Nel film, quando sono sul treno, e ho in mano il GPS, per quella scena abbiamo dovuto fare molte prove. Non nascondo che avevo non poca paura; infatti, alla prima prova sono caduto. E il treno era fermo, eh! Ne porto ancora adesso i segni!
Marco Bonini: Cosa dire, se non che dopo otto mesi di una durissima dieta, allenamenti, io volevo ringraziare Sydney perché adesso se dimentico le chiavi di casa so come scavalcare il cancello.
Rosario Lisma:  Per me è stata una grande emozione rientrare nella Città Universitaria. Da giovane, prima di iniziare con la recitazione,  ho fatto studi giuridici. Si, tutti commettiamo degli errori. Comunque, chi me lo doveva dire che sarei rientrato davvero come avvocato ma senza aver finito gli studi!?
Giampaolo Morelli: Fisicamente parlando io dovevo lasciarmi andare e quindi ho fatto una dieta di zeppole e panzerotti per entrare nel ruolo dell’ingegnere. È stata dura ma ce l’ho fatta!
Smetto Quando Voglio Masterclass

 

Dalle diete “impossibili” alle prestazioni più atletiche che non si credeva di dover intraprendere, nella conversazione con il cast si ride e si scherza, avvolti anche da una sorta di nostalgia nei confronti di un set molto atipico per essere il set di un film italiano.

Ovviamente a riportare la serietà tocca allo stesso regista Sydney Sibilia.

 

Sidney Sibilia: L’ambizione era far conciliare azione con una commedia all’italiana più verbosa e non ermetica. Sono molto orgoglioso di tutto il film, soprattutto della sequenza del treno che riesce a conciliare ambe due le cose.
Pietro Sermonti: Zoomando al microscopio l’intera pellicola ci possiamo rendere conto di come si passa da una commedia intima, per poi esplodere in un vero e proprio action. Dal punto di vista attoriale un film d’azione è un ottimo esercizio, ti richiede molta più concentrazione e attenzione al piccolo dettaglio. Diventa un lavoro stimolante e molto diverso dal solito, che sicuramente può esserti utile anche in ruoli differenti.
Paolo Calabresi: Quello che aggiunge qualcosa a questo film è il non andare mai sul grottesco e surreale, generalmente stanze dove i registi si rifugiano quando non sanno far ridere. Qua si va sulla verità, paradossale, ma verità!

 

Smetto Quando Voglio Masterclass è un nuovo tipo di cinema che contiene dentro di sè di verse forme di cinema.

 

La vera originalità di Smetto Quando Voglio Masterclass, già dimostrata nel primo capitolo della saga – l’arteficie di questa nuova ondata di freschezza nel cinema italiano – è l’aver saputo dosare elementi differenti tra di loro in un cinema italiano che non si è abituati a vedere. Un progetto basato sul coraggio e sulla sperimentazione, come afferma lo stesso produttore Matteo Rovere.

 

Smetto Quando Voglio Masterclass

 

All’interno di questo seguito torna un luogo fondamentale per la storia, ovvero l’università. Questa volta la pellicola può contare sul vero appoggio dell’Università degli Studi La Sapienza, e a rappresentarla c’è il docente Mario Morcellini, diretterore del Coris – Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale – che riflette sulla grande capacità di comicità della pellicola sulla figura del professore universitario, senza però rendere la figura dei docenti troppo grottesca e surreale.

Morcellini continua affermando che la pellicola è caratterizza dalla contaminazioni di linguaggi, i quali sono molto più adatti ad aprire gli occhi alla società rispetto al giornalismo, così come il cinema si sta sempre più dimostrando un testimonial fondamentale per le nuove generazioni.

Edoardo Leo: Il discorso portato avanti da Smetto Quando Voglio è ottimo non solo per le figure professionali legate all’ambito universitario che incarniamo, ma bensì è fattibile applicarlo a qualsiasi altro lavoro. Usiamo i ricercatori ma anche l’attore, i giornalisti, possono rientrare in questa categoria e ce ne sono molti, troppi, certo per fortuna non nella condizione estrema di dover spacciare e fare inseguimenti sui treni.

Smetto Quando Voglio Masterclass è azione ma non solo. L’elemento della spettacolarità è indubbiamente fondamentale per questa pellicola e su questo fondamentali sono le atmosfere ricreate con gli stessi oggetti di scena, i quali riprendono un certo tipo di cinematografia che sta molto a cuore al regista.

 

Sydney Sibilia:  I sidecar sono ovviamente come quelli di Indiana Jones! Ma perché proprio i sidecar? Non c’è una motivazione oggettiva specifica. Mi piaceva, mi incuriosiva e ho pensato che ci stessero bene e quindi li ho inseriti. Tutta la sequenza sui veicoli è molto anni settanta, proprio per questo motivo tutto quello che c’è nel film, sidecar compresi, è molto realistico, riducendo davvero al minimo la componente in computer grafica.

Indiana Jones, Ritorno al futuro, Ombre Rosse. I riferimenti al grande cinema in Smetto Quando Voglio Masterclass ce ne sono molti ma tutti usati in modo assolutamenta originale in chiave fresca e adeguata con i tempi attuali. Lecito è, quindi, domandarsi se si può ufficialmente parlare di rinascita del cinema di genere italiano, più americanizzato e filtrato attraverso la commedia.

 

Sydney Sibilia: Quando si parla di cinema italiano c’è anche un cambiamento di gusti. Uso la commedia perché adesso sento di voler raccontare queste storie attraverso la commedia, non escludo un domani di venir ispirato da una storia che ha bisogno di un genere opposto.
Smetto Quando Voglio Masterclass

 

Citazioni cinematografiche ma non solo. Nel nuovo Smetto Quando Voglio Masterclass c’è anche molto fumetto. Non a caso il 30 Gennaio, in allegato con il corriere dello sport, uscirà il fumetto ispirato al film scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Giacomo Bevilacqua.

Ma come nasce l’idea di creare un fumetto a partire da un film?

 

Sydney Sibilia: È un film che vira verso quel tipo narrazione più fumettistica. Ci sembrava coerente con la natura del progetto creare un episodio spin off del film, ovviamente il tutto ai fini del progetto. Ciò non toglie che un prodotto come Smetto Quando Voglio apre verso un universo espanso che va oltre il cinema.

A differenza del primo, Smetto Quando Voglio Masterclass ha un finale ancora più amaro, con un risvolto inaspettato ma che potrebbe riservare delle sorprese per il terzo e ultimo capitolo.

Sydney Sibilia: Il messagio del film è che c’è ancora speranza. Io sono sempre stato un’ottimista e anche se il finale di questo secondo può lasciare straniti, bisogna ricordare che ci sarà comunque un terzo… Qui, c’è ancora speranza!

 

Smetto Quando Voglio Masterclass sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 2 Febbraio