Lucca Comics & Games 2016 ci ha offerto molte interessanti mostre dedicate al mondo del fumetto. Non ultima quella di un eccentrico artista chiamato Joan Cornellà, diventato popolare attraverso i social network, con il suo stile estremamente diretto, senza parole, sconsideratamente colorato e spaventosamente cinico.

Entrando a Palazzo Ducale, in piazza Napoleone, si passa attraverso una serie di mostre molto interessanti, compresa quella dedicata a Zerocalcare.

Andando avanti possiamo trovarne altre, fino a giungere ad una sala completamente coperta nella quale, all’entrata, si può leggere: a casa della particolare ironia e dell’alto contenuto di tematiche forti, si consiglia la visione di questa mostra ad un pubblico adulto.

Il faccione sorridente del celebre personaggio di Cornellà è quasi una trollface pronta a sfidare chiunque decida di entrarci. Se accettate la sfida vi troverete in un mondo colorato, gioioso, rilassante e paradossalmente terrificante. E’ l’universo dei fumetti di Joan Cornellà, fumettista spagnolo classe 1981.

 

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Lo straordinario paradosso messo in atto dall’artista è come uno schiaffo a cui non possiamo resistere. Il teatro dell’assurdo messo in scena da personaggi sorridenti, colori accesi e violenza gratuita.

Cornellà gioca con forme e concetti sfidando il buongusto e la stessa ironia, raccontando piccole storie dell’orrore pervase da tematiche contemporanee e atteggiamenti estremi. Nemmeno una parola, nemmeno un dialogo, tutto si concentra nelle minime azioni dei personaggi, esseri umani completamente privi di morale che mettono in moto situazioni terrificanti con uno sgargiante sorriso sulle labbra.

 

 

 

 

Cornellà piace perché osa, va oltre qualsiasi buoncostume, qualsiasi regola del bel fumetto, riesce a fare il giro completo e tornare al punto di partenza dopo averci massacrati di schiaffoni per i quali non possiamo far altro che ridere.

Perché Cornellà è divertente, riesce a dribblare completamente la satira di cui ormai non conosciamo nemmeno più il significato, arrivando ad una cristallina e irresistibile descrizione dell’assurdo e della società contemporanea. Non c’è morale, non c’è denuncia, non c’è irriverenza.

I suoi fumetti si svuotano dal peso del socialmente impegnato, del socialmente costruttivo e con poche sagome e passaggi narrativi riescono a materializzare il surrealismo perfetto.

 

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Cornellà è il coraggio di ridere di gusto per situazioni orribili, lasciarsi andare al più tagliente umorismo di sempre, avere la libertà di entrare nel coloratissimo gioco del massacro. Con un’inquietante faccia soddisfatta che ci perseguita e ci dà man forte. Volgare, sanguinario, si addentra in temi considerati scomodi e ne fa gioco, ne fa macchietta, ne fa comicità.

I suoi personaggi trovano soluzioni assolutamente non-sense a situazioni di pericolo, di imbarazzo, di violenza. La reazione che non ci aspettiamo: è lì che nasce la risata, malgrado il tema di base continui a rimanere grottesco.

È un fastidio che passa velocemente; quello che resta è un pensiero, una rappresentazione mostruosa della realtà che ci circonda. A quel punto possiamo farne ciò che vogliamo, non sta all’artista indicare un pensiero, produrre una criticità. Sta al pubblico immaginare il vero ponte tra surrealismo e realtà.

Ed è senza dubbio un bell’effetto vedere i suoi fumetti dal vivo. Quello che per la maggior parte di noi è un artista digitale, grazie alla mostra del Lucca Comics acquista anche quel fattore di fisicità che lo rende ancora più intrigante. Passeggiare tra un surrealismo all’altro, ridendo nemmeno troppo sotto i baffi, ascoltando le risate degli altri. Magari mentre guardiamo gente sbudellata, impiccata, picchiata, ammazzata. Anche in noi infatti scatta quel paradosso che vive nelle opere di Cornellà, quel sano contrasto tra fantasia e realtà, tra bene e male, tra cattivo gusto e comicità.

Nei suoi fumetti l’inquadratura è fondamentale: gli elementi che si susseguono nell’immagine hanno una solida funzione narrativa e costruiscono il significato tra ciò che si vede e ciò che non si vede. Uno stratagemma assolutamente cinematografico, nel quale una zoomata ha uno scopo preciso, e ciò che vive all’esterno dell’inquadratura viene celato intenzionalmente. È anche un gioco di prospettive e sovrapposizioni, in un contesto quasi del tutto bidimensionale dove niente è ciò che sembra.

 

 

 

 

Le opere di Joan Cornellà esposte a Lucca fanno parte dei suoi libri Mox Nox e Zonzo acquistabili attraverso il sito dell’autore, joancornella.net, assieme ad una serie di irresistibili stampe da appendere in casa e nascondere quando arrivano i parenti.