Un villaggio di pecore tra le montagne, un cane guardiano, un figlio ribelle con la passione per la musica, un branco di lupi affamati e una rock star in crisi sono gli elementi del film di animazione Rock Dog
Tutti noi siamo cresciuti con l’obiettivo di fare il mestiere che abbiamo sempre sognato di fare fin da bambini. Per molti tale sogno è la musica e spesso l’obiettivo principale è quello di fare il cantante. Non a caso in questi anni si sono imposti talent show canori come X-Factor o The Voice.
Proprio la passione per la musica, per il rock ‘n roll per la precisione, è alla base della storia di Rock Dog, film di animazione diretto da Ash Brannon. Presentato nella sezione Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma, il film è prodotto da Mandoo Pictures, Huayi Tencent Entertainment Company, Eracme Entertainment e sarà distribuito nei cinema italiani da M2 Pictures a dicembre.
Bodi è un giovane mastino tibetano il cui destino è quello di sostiture il padre Khampa come guardiano del villaggio di pecore in cui vive. Ma il giovane, che è pieno di entusiasmo, ha paura di non essere portato per tale ruolo nonostante il padre lo abbia addestrato sin da piccolo. La vita di Bodi cambia quando da un aereo accidentalmente cade una radio dalla quale ascolterà una canzone della leggenda del rock Angus Scattergood, scoprendo così un mondo nuovo. Il giovane mastino decide così di lasciare il villaggio e dirigersi in città con lo scopo di realizzare il suo sogno, ovvero divenire una rock star. Giunto nella metropoli attirerà su di sé l’attenzione di Linnux, lupo nemico giurato di Khampa il cui scopo è rapirlo per così arrivare finalmente al villaggio e mangiare le pecore. Riuscirà Bodi a salvare il suo villaggio dai famelici lupi senza rinunciare ai propri sogni?
La pellicola racconta del classico scontro generazionale padre-figlio
La pellicola di Brannon porta sullo schermo il più classico scontro generazionale che vede padre e figlio contrapposti. Abbiamo così un uomo (o meglio un mastino adulto) severo che educa il figlio affinché un giorno prenda il suo posto, ed un ragazzo entusiasta che invece non riesce a pensare ad altro che alla musica, sua grande passione.
Uno scontro dovuto alla cecità di entrambe le parti poiché incapaci di riuscire a capire l’altro, ma che alla fine riusciranno ad arrivare al più classico dei compromessi: Bodi potrà inseguire il suo sogno ma se fallisce dovrà tornare a casa e seguire le orme del padre.
Dopo il prologo in cui troviamo un narratore che ci introduce alla vicenda e il venire a conoscenza di come trascorre la vita al villaggio, assistiamo alla vita del protagonista nella grande città. E qui iniziano i problemi poiché ciò che viene mostrato è un cliché. Bodi è il tipico ragazzo di provincia che arriva in città per seguire i suoi sogni e che dopo le iniziali difficoltà riuscirà a realizzarli e a trovare sé stesso. Insomma niente di nuovo.
Rock Dog è uno strano mix di più generi cinematografici
La cosa che però più lascia perplessi è che Rock Dog è uno strano mix di vari generi cinematografici. La storia unisce la commedia musicale e film di arti marziali creando così un grottesco miscuglio tra antichità (il villaggio) e modernità (la città) creando così l’impressione che la pellicola sia ambientata in due epoche distanti tra loro ma unite da un tunnel spazio-temporale.
A tutto ciò si devono aggiungere le atmosfere da gangster movie, rappresentate dal branco di lupi, il cui unico merito è quello di rendere il tutto ancora più confuso.
Rock Dog è una pellicola che risulta inoltre essere qualcosa di già visto poiché presenta elementi già presenti in altri film, finendo così per risultare la brutta copia di qualcos’altro. Abbiamo così il cantore iniziale che ricorda il Cantagallo del Robin Hood della Disney e così come in Footloose veniva proibito il ballo per la sicurezza di tutti qui in Rock Dog ad essere proibita è la musica per lo stesso motivo. Per non parlare della vendetta del villain di turno che verrà sconfitto dal figlio del suo vecchio nemico. Cose viste e riviste.
Ma il film non è totalmente da buttare. Ciò che convince è il messaggio che vuole trasmettere a grandi e piccoli, nonostante non sia nulla di nuovo ma si sa che repetita iuvant. Rock Dog sprona i giovani ad inseguire i propri sogni a qualunque costo, senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà o dalle persone che cercano di buttarti giù, ma anche ad imparare ad ascoltare i genitori perché in fondo tutto ciò che fanno e dicono è il nostro bene. Dall’altra invita i genitori a dare fiducia ai propri figli e a spronarli a provare a capire le passioni dei propri figli e a supportarli.
Rock Dog presenta una forte componente metaforica
Ciò che colpisce è sicuramente la forte componente metaforica. Non è un caso che per il villaggio sia abitato da pecore, che i loro protettori siano dei mastini e che i villain siano un branco di lupi. Le prime sono da sempre sinonimo di debolezza (e codardia) e gli unici in grado di proteggerle da persone senza scrupoli (ovvero i lupi) sono persone forti ma gentili (cioè i mastini).
Anche gli altri personaggi presenti sullo schermo hanno tutte le caratteristiche della specie cui appartengono. Angus Scattergood è un gatto e come tale pensa solo a sé stesso ed ama la solitudine, i ragazzi della band che Bodi incontra, una volpe, una capra e un leopardo, sono rispettivamente altruista e dolce, uno smemorato che agisce senza pensare e il classico sbruffone pronto a deridere tutto e tutti.
Se la sceneggiatura è senza ombra di dubbio confusionaria, la regia di Ash Brannon, noto per aver diretto Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa in cui era affiancato da John Lasseter e Lee Unkrich, riesce a dare dinamicità alla vicenda. Il regista riesce a portarci all’interno della storia e a farla risultare più interessante di quanto non sia in realtà.
In conclusione se Rock Dog risulta senza dubbio confusionario poiché privo di una precisa identità, riuscirà comunque ad intrattenere il giovane pubblico cui è rivolto.