Con l’arrivo dell’autunno si inizia a parlare di vaccinazione contro l’influenza stagionale, ma il nostro paese sembra non concordare con il celebre slogan “prevenire è meglio che curare”. Negli ultimi anni la copertura vaccinale contro morbillo, rosolia, pertosse e epatite B è pericolosamente scesa sotto il livello di guardia.

Farsi vaccinare non è mai stata una pratica amata dai bambini, ma negli ultimi tempi sembra che non piaccia molto nemmeno ai genitori. In uno studio che monitora la copertura vaccinale sulle principali patologie infettive presenti nel nostro paese rivela che dal 2013 l’andamento è negativo per tutte le regioni d’Italia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa al 95% la percentuale di popolazione vaccinata per ottenere l’immunità di popolazione. Se si raggiunge questa percentuale, infatti, anche chi non si può vaccinare per motivi di salute, risulta protetto.

Solo 6 regioni hanno superato la soglia del 95%, tutte le altre sono ben più basse e spesso non di poco.

A condurre la classifica dei sostenitori del “facciamoci del male” c’è il Nord-Est con Veneto e Trentino Alto Adige in testa. Dati allarmanti riguardano proprio la provincia di Bolzano che mostra una copertura contro morbillo e rosolia inferiore al 70%. Con solo 7 bambini ogni 10 tutelati da queste malattie il rischio di epidemie anche molto estese è davvero concreto.

Le motivazioni per questo esteso rifiuto delle vaccinazioni non è facile da identificare, ma sicuramente fonda le sue radici nella bufala di Andrew Wakefield che associò l’autismo ai vaccini infantili. Oggi, dopo varie verifiche sperimentali e un lungo processo a carico di Wakefield, sappiamo che i suoi dati erano stati falsificati per supportare famiglie impegnate in cause legali che cercavano di ottenere dei risarcimenti. Nonostante ciò ancora oggi molta gente non vaccina i proprio bambini per paura che possano diventare autistici.

Dati allarmanti riguardano proprio la provincia di Bolzano che mostra una copertura contro morbillo e rosolia inferiore al 70%.

Alcune associazioni che raggruppano famiglie con bimbi autistici continuano a finanziare la ricerca alla disperata ricerca di una correlazione, una causa o un capro espiatorio per la condizione dei loro figli, ma i risultati non sono mai stati a favore delle loro speranze.
Proprio un anno fa l’Associazione SafeMinds finanziò un nuovo studio per verificare la correlazione vaccini-autismo. I ricercatori pubblicarono il lo studio su una rivista scientifica affermando senza ombra di dubbio che i vaccini NON causano autismo.

La scienza, quella fatta seriamente, non si piega alle esigenze dei finanziatori o delle mode del momento e questa sfiducia nella popolazione rischia di avere conseguenze anche gravi per la salute di molti bambini.