Gears of War 4 è finalmente arrivato. Dopo tanti anni d’attesa è giunto il momento di tornare in azione con il nostro Lancer.

Un’eredità impegnativa quella di Gears of War, un’eredità che grava pesantemente sulle spalle di questo quarto capitolo sviluppato da The Coalition.

Un’eredità che pone il riflettore su questo titolo per svariati motivi: in senso lato per le aspettative da rispettare nei confronti di una fan-base solida e molto affezionata alla serie che ha ridisegnato i canoni di un intero genere quale gli shooter in terza persona, ma in senso stretto anche le aspettative di chi da tempo aspetta una killer application definitiva per i nuovi sistemi in casa Microsoft.

Si può dire che Gears of War, a suo tempo, abbia creato un nuovo genere grazie al quale nei videogiochi oggi possiamo fruire di tante caratteristiche che magari diamo per scontate, le quali però non lo erano affatto nel 2006. Dal particolare tipo di visuale che evolve quanto si era già visto solo in Resident Evil 4, ai movimenti della telecamera, la roadie run, ma soprattutto – forse il più importante di tutti questi fattori – il sistema di coperture.

La saga ideata da Cliff Bleszinski ha inoltre inciso fortemente sull’interazione tra componente single player e multiplayer sia in modalità cooperativa che competitiva.

Insomma, come dicevamo un’eredità non da poco quella che si trova sulle spalle questo Gears of War 4. Sarà riuscito a traghettare la serie in questa nuova generazione come tutti speravano? Per scoprirlo continuate a leggere la nostra recensione.

Per realizzare questa recensione abbiamo giocato il titolo su Xbox One S, vi ricordiamo però che Gears of War 4 sarà disponibile anche per PC Windows 10 per il servizio di Microsoft Xbox Play Anywhere a partire dall’11 ottobre 2016.

 

 

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L’eredità di un padre,
il destino di un figlio

 

Gears 4 ci riporta su Sera, ben 25 anni dopo la conclusione del terzo capitolo della saga.

Gears of War 4 ci riporta su Sera, ben 25 anni dopo la conclusione del terzo capitolo. È autunno, e le cose sono molto diverse da come ricordavamo. La guerra delle locuste ha lasciato un segno profondo ed indelebile in questo mondo.

Il gioco si apre proprio con la cerimonia celebrativa del venticinquesimo anniversario dalla conclusione della guerra delle locuste, e senza troppi fronzoli dopo pochi minuti di filmato veniamo catapultati tramite flashback nel tutorial di gioco, nei panni di un Gear della COG ripercorrendo varie tappe della drammatica storia di Sera, fin dagli eventi precedenti il giorno dell’emersione per arrivare ad Anvil Gate, affiancando alcune vecchie conoscenze di chi abbia giocato i primi tre capitoli, dal colonnello Hoffman un giovanissimo Dominic Santiago.

Concluso questo prologo, facciamo finalmente la conoscenza di J.D. Fenix, il nostro nuovo protagonista, e della sua combriccola; questi, intenti in una missione di infiltrazione in una struttura della COG, dovranno vedersela subito con una tempesta di fulmini e con una serie di nemici robotici. Ma fermiamoci un attimo, cosa sta succedendo?

Perché mai i buoni si stanno infiltrando di soppiatto in un edificio del COG, e da dove spuntano queste pattuglie di robot? Purtroppo la Coalizione Dei Governi (COG) appare molto cambiata in Gears of War 4 rispetto a quanto ricordavamo. Come spesso accade nella transizione da tempi di guerra a tempi di pace, il liberatore rischia di trasformarsi in oppressore. Sono sorte città fortificate in cui la popolazione vive in una sorta di tacito regime, ove l’ordine è garantito dai robot dei quali si diceva prima.

Chi si ribella a questa società, vivendo di espedienti oltre le mura e le restrizioni dello stato sovrano, sono i cosiddetti Estranei, come ovviamente J.D. e soci. Un topos fin troppo utilizzato questo, certo, ma sempre molto funzionale a creare una cornice drammatica nella quale possono avere luogo anche storie indimenticabili.

La storia di Gears of War 4 prende tutto ciò che di buono c’era nei primi tre capitoli e innalza l’asticella della serie approfondendo maggiormente i personaggi e i loro rapporti, senza però andare a discapito del gameplay. L’avventura di J.D. si dipana in cinque atti (che se li si gioca a difficoltà normale terranno il giocatore occupato per una buona decina di ore) dove il rapporto padre/figlio è, come si poteva immaginare, uno dei cardini della trama.

Trama di gran lunga più densa, misteriosa e intima di quel che ci si potrebbe aspettare, che ci porta da momenti più scanzonati e giocosi in enormi ambientazioni aperti, ad altri sanguinosi, crudi e brutali in anguste location sotterranee per sconfiggere la minaccia dello sciame.

 

 

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Sangue, pallottole
e seghe elettriche

 

Dal punto di vista del gameplay, Gears of War 4 non osa particolarmente con chissà quale innovazione rispetto al classico taglio della serie, ma forse semplicemente perché non ce n’è bisogno. Infatti la formula ben collaudata non è invecchiata male, e le nuove capacità tecniche grazie alle quali tutto il comparto è stato migliorato rendono il gioco divertente ed estremamente godibile sia per un neofita che per i fan di vecchia data della serie.

Gears of War 4 centra in pieno la giocabilità che uno shooter in terza persona dovrebbe avere.

Frenetico e sanguinolento come pochi altri titoli, Gears of War 4 centra in pieno la giocabilità che uno shooter in terza persona dovrebbe avere. Non ci sono particolari tattiche, basta avere prontezza di riflessi e buttarsi nella mischia. Unica nota negativa, alcuni scontri vengono resi molto più lunghi del dovuto a causa di una resistenza artificialmente fuori misura di certi nemici, ma nel complesso i vari livelli di difficoltà risultano ben bilanciati e ci sono poi tutta una serie di nuove e interessanti armi da scoprire. The Coalition ha fatto un ottimo lavoro su questo titolo anche per quanto concerne l’intelligenza artificiale sia dei nemici che dei vari compagni di squadra, oltre ad aver messo su un level design di altissimo livello sia per le ambientazioni all’aperto che per quelle interne a strutture o sotterranee.

L’Orda 3.0 rappresenta uno dei motivi per cui Gears 4 è la killer app di cui l’universo Xbox aveva bisogno adesso.

Ma oltre alla campagna single player, c’è poi l’Orda 3.0 che rappresenta uno dei principali motivi per cui Gears 4 è la killer application di cui l’universo Xbox aveva bisogno in questo momento. Divertentissima ed appagante, in questa modalità 5 giocatori devono sopravvivere contro ondate di nemici (50 per la precisione) il tutto con un ben organizzato sistema di classi (Soldier, Heavy, Scout, Sniper ed Engineer) abilità e fortificazioni. Non manca poi anche il multiplayer competitivo, che offre un’ottima struttura adatta tanto al casual gaming quanto all’e-sport. Le modalità versus sono infatti suddivise tra Social (in cui sono presenti tutte le modalità e a fine match si vota per quella successiva, senza rank) Core (ha il rank, comprende warzone, dodgeball, deathmatch a squadre, king of the hill, guardian e arms race) e infine Competitive (in cui ci sono solo le modalità esecuzione ed escalation).

 

 

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Questione di stile

 

Dal punto di vista più meramente tecnico, Gears of War 4 è un gioco spaccamascella. La qualità grafica del titolo sviluppato da The Coalition è quanto di meglio si sia visto finora su piattaforma Microsoft, superando persino il già spettacolare Halo 5. Su Xbox One S con un televisore 1080p il livello di dettaglio delle ambientazioni è comunque altissimo, lo stile con cui sono realizzati i personaggi e le animazioni resta quello peculiare della serie ma elevato ad un realismo davvero convincente (nei prossimi giorni analizzeremo anche come il titolo si comporta su un computer di fascia alta con la versione PC Windows 10).

Gli effetti di luce sono tra i migliori che questa generazioni di console abbia visto finora e in generale si riscontra anche una discreta interazione ambientale, anche se si sarebbe potuto fare tranquillamente qualcosa in più soprattutto negli ambienti esterni. Il gioco è bloccato a 30fps granitici nel single player, dove presenta comunque una fluidità notevole che rende la campagna pienamente godibile, abbiamo invece i 60fps nel multiplayer.

Tirando le somme di quanto detto finora, è parere di chi scrive che Gears of War 4 sia in effetti il miglior capitolo della saga. Complice probabilmente un dato di fatto quale lo scarto generazionale tra Xbox 360 e Xbox One/PC, il titolo prende i punti di forza della trilogia che ha conquistato i cuori di tanti giocatori nel mondo e li eleva senza osare troppo, ma senza commettere neanche uno sbaglio.

Gears of War 4 è esattamente il titolo che i fan della serie aspettavano e nel quale non vedranno tradite le proprie aspettative, realizza altresì la non facile impresa di porsi come un nuovo punto di partenza per capitanare un genere, al giorno d’oggi meno in voga rispetto alla sua controparte in prima persona, nei confronti dei nuovi videogiocatori.

Microsoft mette a segno un punto di non poco conto, in quanto tutti i videogiocatori dovrebbero aver voglia di giocare a un titolo così qualitativamente godibile e variegato – anche in riferimento alla componente multiplayer – come Gears of War 4.