Un bambino rimasto solo, un universo parallelo, una creatura simile ad un orso esperta di arti marziali ed un antico nemico che torna a minacciare il mondo. Tutto questo e molto di più è The Boy and The Beast, nuovo film di animazione scritto e diretto da Mamoru Hosoda, già creatore di Summer Wars, La ragazza che saltava nel tempo e Wolf Children.
Ispirandosi a fiabe giapponesi che parlano di yokai (fantasmi, spiriti) o mostri, leggende cinesi come quella del Re Scimmia che è alla base della creazione di molti protagonisti di manga ed anime, come la scimmia protagonista della serie animata anni ’60 Monkey e Son Goku di Dragon Ball su tutti, e al film Disney La bella e la Bestia che come dichiarato dal regista ha avuto un influenza anche riguardo al titolo, con The Boy and the Beast Mamoru Osoda firma un film che racchiude tutta la sua poetica.
Come le sue pellicole precedenti The Boy and The Beast è un prodotto che vede protagonista un ragazzo smarrito ed in cerca di se stesso, che volendo fuggire da una realtà troppo brutta per essere vera si ritrova in un mondo parallelo che non gli appartiene ma in cui decide di rimanere per sfuggire al dolore che lo attanaglia.
Un percorso di crescita tutt’altro che facile che vedrà Kyuta dare fondo a tutta la sua testardaggine e perseveranza nel diventare un esperto di arti marziali e nel quale cercherà di capire chi è realmente, qual è il suo mondo e sopratutto come poter colmare il vuoto che sente dentro di se sin da bambino.
Il piccolo Ren, un ragazzo di 9 anni che decide di scappare di casa a seguito della scomparsa prematura della madre, a Shibuya incontra Kumatetsu, orso antropomorfo esperto di arti marziali, che gli propone di divenire suo discepolo. Il ragazzo si ritrova così a Jūtengai, il regno delle bestie, luogo natio di Kumatetsu e dove imparerà a combattere.
L’inizio tutt’altro che facile dovuto al carattere scontroso dei due e all’incapacità di Kumatetsu di insegnare al prossimo poiché autodidatta, i due riescono ad instaurare un rapporto maestro allievo, anche se molto particolare. Dopo anni di addestramento Kyuta, nuovo nome di Ren, è ormai un esperto di arti marziali e riesce fortuitamente a trovare il passaggio per Tokyo, dove conosce la dolce Kaede, la quale lo aiuterà a riscoprire il suo mondo di origine e a recuperare gli anni perduti di studio.
Quando ormai tutto sembra andare per il meglio un antico nemico fa la sua comparsa mettendo in pericolo l’intera città di Tokyo e Jūtengai. Riuscirà Kyuta a sconfiggere il nemico e a salvare i suoi due mondi?
Nonostante non vi sia una netta divisione in capitoli The Boy and Beast può essere diviso in quattro macro parti. La pellicola si apre con doppio intro nei quali veniamo a conoscenza che la storia che stiamo per vedere è accaduta non molto tempo fa ma è già divenuta leggenda, rappresentando i personaggi come ombre di fuoco che si muovono in una sorta di arena delimitata da fiammiferi (il primo) e mostrando come Kyuta sia arrivato nella città di Jūtengai.
La prima parte del film ci porta nel pieno della vicenda e vede Kyuta divenire discepolo dello scontroso Kumatetsu e si focalizza sul rapporto tra i due. Abbiamo così un primo tempo fatto di litigi e dispetti reciproci che vede maestro ed allievo imparare a conoscersi e a rispettarsi a vicenda, tanto che saranno entrambi allo stesso momento sia insegnante che allievo, insegnandosi ed imparando l’uno dallato. Il tutto ovviamente condito dai loro continui bisticci e battibecchi che riusciranno anche a far ridere lo spettatore grazie a scene slapstick e a battute taglienti.
Grazie a scene suggestive degli allenamenti che mostrano anche il passare del tempo (che ai ragazzi cresciuti negli anni ’80 farà venire alla mente Karate Kid) con il veloce susseguirsi delle stagioni, Hosoda mostra un rapporto genuino tra due persone sole che diventano, senza accorgersene, in maniera molto naturale una famiglia e quindi un sostegno reciproco.
La seconda parte prende il via con Kuyta che ormai adulto ed esperto combattente riesce per caso a trovare il passaggio per il suo mondo di origine. In questa seconda parte assistiamo così alla “doppia vita” del protagonista che nonostante sia legato indissolubilmente al mondo delle bestie non può ignorare la sua parte umana e il desiderio di riscoprire il suo mondo di origine. Grazie anche all’aiuto di una ragazza riuscirà a capire che le tenebre albergano in ognuno di noi e che il segreto per non farsi sopraffare è imparare a convivere con loro. In questo secondo capitolo il regista mette in evidenza tutta la frustrazione, l’incertezza e lo smarrimento tipico degli adolescenti che non riescono a trovare le domande ai loro dubbi ed alle loro incertezze.
La terza e più importante parte è rappresentata dallo scontro tra Kuyta e il temibile nemico che minaccia di distruggere tutto. Lo scontro vede il ragazzo affrontare un nemico molto pericoloso e apparentemente imbattibile tanto che l’unico modo di poterlo sconfiggere sembri esigere un grande sacrificio. Un vero e proprio esame di maturità in cui il protagonista dovrà dare fondo a tutta la sua conoscenza, al suo coraggio ed alla sua forza, di cui capirà finalmente il significato. Uno scontro devastante come devastanti sono i dubbi, le paure e le ansie che gli adolescenti, ma non solo, affrontano ogni giorni e che solo superandoli permetterà loro di maturare e divenire adulti.
La quarta e conclusiva parte vede Kyuta ormai maturato, consapevole di ciò che è, di quale sia la sua strada e di cosa vuole dalla vita. Gli anni passati con Kumatetsu a Jūtengai e il tempo trascorso a studiare insieme a Kaede lo hanno aiutato a trovare la sua strada e a maturare più di quanto tutti credessero possibile.
Le quattro parti in cui The Boy and the Beast è diviso rappresentano le quattro fasi della vita: nascita (prologo), infanzia (prima parte), adolescenza (seconda parte) ed età adulta (conclusione), in cui Hosoda ci mostra la crescita interiore non solo di Kyuta ma anche del burbero Kumatetsu che grazie al suo allievo riesce a trovare quella forza e quella calma interiore che gli sono sempre mancate.
Una storia di crescita che mette in evidenza come solo grazie all’affetto di chi ci sta accanto sia possibile colmare la solitudine o la rabbia che ci consumano e tenere sotto controllo le tenebre che si annidano in noi.
Una buona sceneggiatura, una storia lineare, semplice e scorrevole e l’ottima regia di Hosoda fanno di The Boy and the Beast un film da non perdere.
Grazie ad una sceneggiatura ben scritta e senza punti morti Mamoru Hosoda confeziona una storia lineare e scorrevole che nonostante la sua semplicità riesce a tenere lo spettatore con gli occhi incollati sullo schermo. Una storia che vede protagonista un ragazzo che come l’Alice di Carroll e la Chihiro di Miyazaki si ritrova in un Paese delle Meraviglie dal quale inizialmente vuole fuggire ma dove poi deciderà di restare perché non ha altro posto dove andare.
Complice anche una buona regia che facendo uso di soggettive e seguendo da vicino i protagonisti riesce a catapultarci nel pieno della vicenda facendoci divenire sia uno spettatore privilegiato che facendoci immedesimare con lo stesso Kyuta.
The Boy and the Beast è un’avventura emozionante e coinvolgente che vede protagonisti una strana coppia che riuscirà sia a divertire che a commuovere lo spettatore che non potrà fare altro che rimanere affascinato dalla storia, o meglio dalla leggenda, di cui viene messo a conoscenza. Da non perdere.
The Boy and the Beast, al cinema solo il 10 e 11 maggio distribuito da Lucky Red.
- Sito Ufficiale (theboyandthebeast.it)