Dopo anni di ipotesi e speculazioni finalmente la grande N si è pronunciata su NX annunciandone il lancio a Marzo 2017. La notizia ha creato molto scompiglio in rete, cerchiamo di capire in questo approfondimento cosa si nasconde dietro ad una strategia così audace da parte di Nintendo.
Quando si parla di Nintendo è sempre difficile mantenere calmi gli animi. Questo perché la casa di Kyoto ha saputo ritagliarsi un posto nel cuore di milioni di giocatori in tutto il mondo che continuano ad apprezzare le produzioni originali e di altissima qualità che da sempre ci ha abituato a giocare.
Ma negli ultimi tempi qualcosa è andato storto, i fattori sono molti e ridurre tutte le colpe (come spesso accade) al naufragio di Wii U, sarebbe semplicistico ed ingrato nei confronti di una console che ha comunque saputo dire la sua.
Nintendo non è sempre stata un outsider della console war, anzi, in un certo senso ne è stata la prima vera grande attrice insieme alla compianta Sega. Senza stare a scavare fino ai suoi esordi di fine ‘800 come società di carte da gioco giapponesi, ci basterà partire dagli anni ottanta dello scorso secolo per contestualizzare il tutto.
Correva l’anno 1985 quando venne lanciata la prima console casalinga di Nintendo (il Nintendo Entertainment System, anche conosciuto come Famicom in Giappone) che cannibalizzò letteralmente la concorrenza su ogni fronte imponendosi come punto di riferimento per il mondo dell’intrattenimento video ludico da salotto.
Se voleste approfondire i retroscena della console war di quegli anni vi consigliamo un nostro speciale incentrato appositamente sull’argomento:
Ciò che ora ci importa sottolineare è lo strapotere che Nintendo non solo conquistò con il NES, ma che portò avanti ininterrottamente fino a metà anni ’90 grazie a piattaforme da gioco da tutti conosciute e amate come il Super Nintendo e il Game Boy.
La società era talmente influente da poter costringere persino le software house terze parti, con accordi decisamente severi, a sviluppare i loro titoli in esclusiva per le proprie console.
La lotta con Sega in quel periodo si fece molto più accesa grazie al successo del Genesis (o Mega Drive che dir si voglia) ma non vide mai una vera sconfitta di Nintendo né un ridimensionamento dell’influenza che la società aveva sull’industria tutta.
Sega riuscì ad intaccare un’egemonia di vendite che potremmo definire quasi monopolistica, ma non a scalfire l’affermazione di una Nintendo che macinava milioni di console vendute a suon di Super Mario, Zelda e Pokémon, brand fortissimi che hanno fatto la sua fortuna.
Se mettiamo da parte l’affetto che inevitabilmente un po’ tutti nutriamo nei confronti di una Nintendo che ha sempre saputo regalarci divertimento ed emozioni, analizzando oggi con occhio critico le strategie del colosso nipponico possiamo avere l’ardire di segnare un suo primo punto di declino già col lancio dell’amato Nintendo 64.
Sebbene questa console sia stata commercialmente un buon punto nella storia delle console Nintendo, va ravvisato in quel periodo uno dei fattori che avrebbero segnato di lì a poco un inevitabile crollo della sua egemonia: il supporto proprietario a cartucce.
Legittima paura, che a volerla dire tutta però fu, tra i vari fattori che segnarono l’ascesa della PlayStation di Sony a nuovo sinonimo di videogioco, forse uno dei principali.
Nonostante le ottime capacità tecniche di Nintendo 64, la mancanza del supporto ottico non la rendeva un hub multimediale da salotto in cui ascoltare anche CD, ma una semplice console da gioco. Con l’evolversi della tecnologia sempre più veloce, Nintendo commise lo stesso errore anche su GameCube, dotandolo di un supporto proprietario (il mini DVD) invece del normale DVD presente sulla PlayStation 2 di Sony, nonché sulla prima Xbox di Microsoft.
I numeri della grande N calavano di anno in anno, ben lontani dai fasti di NES e SENS, oltre ad una concorrenza sempre più incalzante da parte di nuovi attori nella console war. Se sul fronte degli hardware casalinghi, dunque, Nintendo soffriva questa situazione, per quanto riguardava le console portatili continuava a dominare indubbiamente il mercato con le varie evoluzioni dell’originale GameBoy, prima Color e poi Advance.
In questo momento di estremo rischio arriva la visione della Nintendo Difference di un grandissimo Satoru Iwata che con essa ha cambiato per sempre l’industria video-ludica: arrivano Nintendo DS e Wii.
Con il suo originale e rivoluzionario sistema di controlli Wii riscuote un successo senza pari, diventando una delle console più popolari di sempre e vendendo, nell’arco della propria vita, oltre 100 milioni di unità. La Nintendo Difference aveva avuto il suo effetto. O forse no?
Wii è stata un’arma a doppio taglio
Il vero problema di Wii era la scarsa potenza di un hardware decisamente indietro coi tempi per il periodo in cui venne lanciata: mentre Microsoft e Sony si contendevano un mercato di core gamer segnando un salto generazionale netto col passaggio dalla standard definition alla high definition di Xbox 360 e PlayStation 3, Wii si ritagliava un posto da outsider, bello grosso certo, ma pur sempre da outsider. L’utenza di Wii ancora oggi non è stata ereditata da nessun’altra console, in quanto grazie alle sue feature uniche era riuscita ad attirare delle fasce di pubblico che normalmente non utilizzano i videogames.
Questo perché le scarse capacità tecniche di Wii causarono un graduale ma naturale abbandono del supporto alla console da parte delle software house terze parti che proprio in quella generazione hanno affermato blockbuster oggi imprescindibili per molti giocatori, da Assassin’s Creed a Call Of Duty e compagni. Questa situazione si è inevitabilmente trascinata anche alla sfortunata Wii U, console che nasceva con un hardware tarato sullo standard di PlayStation 3 e Xbox 360 quando di lì a poco sarebbero uscite PlayStation 4 e Xbox One.
Purtroppo per Nintendo però, la visione di Wii U non era poi così rivoluzionaria come quella del suo predecessore e il paddone touch-screen non offriva molto più all’esperienza di gioco di quanto non facessero già sulla concorrenza smartphone e tablet mediante companion app dedicate. Sommando tutti questi fattori si arriva all’attuale situazione di Wii U.
Wii U è morta, lunga vita a NX!
Wii U è stata criticata ingiustamente per molti aspetti, e avrebbe meritato un supporto da parte di Nintendo molto più forte e incisivo.
Nonostante le non brillanti capacità tecniche, Wii U può vantare un parco software first party di tutto rispetto con cui Nintendo ha anche osato in maniera vincente (basti pensare agli Amiibo o al successo di Splatoon).
Certo è che la mancanza dei titoli terze parti ha causato quel triste numero di appena 10 milioni di unità vendute, ma dal canto suo Nintendo non ha mantenuto moltissime promesse fatte ai possessori di questa console. Sono mancate IP storiche e molto attese per un lungo periodo, come Star Fox il cui nuovo capitolo è stato rilasciato proprio questo mese, il latitante Metroid, ma soprattutto il nuovo titolo di The Legend Of Zelda.
Quest’ultimo in particolare è un tasto dolente per tutti i possessori di Wii U. Presentato per la prima volta nel 2014 ha subito continui rimandi, mostrandosi sporadicamente e mai in maniera troppo approfondita. Da quando si è iniziato a parlare di NX era stato più volte ribadito di star tranquilli, perché il nuovo capitolo di Zelda sarebbe uscito per Wii U. Come era prevedibile, ora possiamo dire che uscirà anche per Wii U, essendo stato rimandato nuovamente per avere una finestra di lancio in concomitanza con NX nel 2017.
Questa è la sfumatura che appare più insensata ed auto lesionista di tutta la vicenda: considerando la povera base installata di Wii U, quasi certamente composta al 90% da fan devoti che compreranno NX al lancio, cos’è che spinge Nintendo a non lanciare il gioco preventivamente per sfruttare la finestra di vendite delle vacanze natalizie? Forse il gioco dopo oltre due anni di sviluppo non è ancora minimamente vicino alla fase gold? Tutti questi interrogativi (forse) ci saranno svelati in occasione dell’imminente E3, dove la casa di Kyoto ha già promesso di dedicarsi solo al nuovo The Legend Of Zelda. Allora, vien da chiedersi, quando vedremo NX?
Nintendo sembra essere intenzionata a mantenere il segreto sul proprio nuovo hardware fino all’ultimo, forse per lasciar giocare d’anticipo Sony e Microsoft con questi tanto attesi e vociferati upgrade delle loro ammiraglie. Le ultime notizie su NX e Zelda hanno in parte deluso molti giocatori, d’altro canto solleticato la curiosità di altri.
Una cosa è certa: se Nintendo può permettersi di saltare l’E3 e un lancio nelle vacanze di Natale per la sua nuova console, deve avere in cantiere un qualcosa di davvero rivoluzionario almeno quanto lo fu Wii nel 2004. Se così non fosse, difficilmente riuscirebbe ad uscire dalla tragica situazione in cui si trova, con nessun titolo in uscita per Wii U di qui al lancio di NX, e il solo Nintendo 3DS a trainare le vendite in un ambito (quello delle console portatili) presto destinato a perire sotto i tremendi colpi di smartphone e tablet.
NX deve riuscire in un compito davvero arduo per riportare Nintendo alla ribalta: avere un hardware potente quanto (se non più) di PlayStation 4 e Xbox One in termini di forza bruta, così da poter recuperare il favore delle terze parti, un ritorno in grande stile e in tempi rapidi di tutte le IP più amate di Nintendo (da Zelda a Metroid, a Mario ecc..) e presentare feature uniche ed innovative che lascino giocatori e concorrenza a bocca aperta.