L’Antitrust europeo accusa Google di violare le regole della libera concorrenza abusando della propria posizione sui produttori di tablet e cellulari.

è stata formalmente accusata di sfruttare la propria posizione dominante nel mercato per obbligare i produttori di tablet e smartphone a installare obbligatoriamente alcune app

L’azienda di Mountain View è stata formalmente accusata di sfruttare la propria posizione dominante nel mercato per obbligare i produttori di tablet e smartphone a installare obbligatoriamente alcune app (Google Search e Chrome) in cambio dell’autorizzazione a pre-installare il Play Store. Questo danneggerebbe le app concorrenti, che non verrebbero neanche prese in considerazione dagli OEM. Nel mirino dell’Antitrust c’è inoltre l’Anti-fragmentation Agreement, che è un accordo (la cui firma è obbligatoria in caso si voglia diventare partner ufficiali e pre-installare il Play Store) che limita la possibilità di realizzare fork di Android durante la durata del partenariato.

 

Inoltre l’Antitrust vuole anche capire come gli incentivi economici offerti da Google agli operatori mobili per includere le proprie app nei dispositivi brandizzati abbiano di fatto limitato il libero mercato.

 

Google ha già risposto alle accuse mosse dall’Antitrust

Google ha già risposto alle accuse mosse dall’Antitrust sostenendo che l’adesione ai propri programmi di partenariato è su base volontaria, e respinge al mittente ogni addebito. Ora Alphabet dovrà rispondere nel dettaglio alla lettera di obiezioni dell’Antitrust, che è il primo passo formale per il “processo” di violazione delle regole della libera concorrenza.

 

Se le parti non dovessero trovare un accordo, Google sarebbe multata per il 10% del proprio fatturato, ovvero circa 7 miliardi di euro.