Riflettiamo un po’ sui cambiamenti che si vocifera investiranno in tempi brevi il mercato delle console da gioco: Playstation e Xbox verranno aggiornate a livello hardware a metà generazione? Cosa significa questo per il mercato e per i giocatori?
Procediamo con ordine e, prima di arrivare al caso concreto, parliamo di quella regola che si teme (o si spera, per alcuni) possa essere stravolta da qui in avanti. Il mercato console è sempre stato caratterizzato da una costante identificabile nella durata generazionale delle macchine da gioco che si contendono il mercato, durata che si attesta solitamente tra un minimo di 5 e un massimo di 10 anni, con una media di 6/7 anni per generazione.
All’interno di questo ciclo vitale l’hardware di ogni console rimane fisso e sono gli sviluppatori ad imparare a sfruttarlo sempre meglio: Su Xbox 360 girava Kameo, come anche Halo 4 e su PlayStation 3 girava Heavenly Sword e poi The Last of Us.
Ho preso come esempi un titolo della line-up di lancio delle macchine e uno uscito verso la fine del ciclo vitale delle stesse e da tale confronto si evince come l’ottimizzazione del software nel corso del ciclo vitale di una console possa cambiare moltissimo qualitativamente parlando.
Il giocatore console ha da sempre una certezza sull’hardware che va ad acquistare: la durata media e su questo fattore orienta una scelta anche economica, accettando il compromesso di giocare, appunto, giochi sempre migliori che vengono ottimizzati col tempo sulle varie console, a differenza di quanto avviene nell’ambito del PC gaming (che sta vivendo una nuova epoca d’oro) in cui quanto più si spende nell’hardware da assemblare, più la qualità finale del giocato sarà elevata rispetto a uno standard come quello delle console.
Questo è un dato di fatto ben consolidato e, non unico, ma grande punto di discrimine tra l’esperienza di gioco su PC e quella su console. Sia ben chiaro che non si andranno a confrontare prettamente questi due ambiti, il console gaming e il PC gaming viaggiano su binari distinti e, soprattutto, prendono fasce di pubblico decisamente diverse non solo per ragioni di portafogli ma anche di preferenze ed abitudini ormai consolidate.
Finito il riassuntone iniziale di (lo ammetto) ovvietà necessarie, passiamo al cuore della disputa: l’attuale generazione di console. Fermo restando che Nintendo, come ormai ci ha abituato da tempo, ha giocato da subito un ruolo di outsider con la sua Wii U fallendo del tutto negli intenti iniziali e dovendo ora correre ai ripari col misterioso progetto di NX, era chiaro fin dal loro lancio nel 2013 che anche PlayStation 4 di Sony e Xbox One di Microsoft non rappresentavano una vera e propria “next gen”.
Questo per molteplici fattori, in primis probabilmente la mancanza di uno scarto generazionale grosso in termini tecnologici (la generazione precedente aveva consacrato il passaggio dalla SD all’HD) ma anche perché entrambe le macchine, dotate di un’architettura hardware simile a dei PC, nascevano con caratteristiche in termini di CPU e GPU già superate nel 2013. Paragonandole con un PC di fascia media dell’epoca, erano già obsolete.
Questo problema, sminuito più volte nelle battute iniziali, sta ora assumendo dimensioni notevoli in quanto praticamente nessun titolo (porting/remastered a parte) riesce ad avere una risoluzione di 1080p accompagnata da un frame rate superiore a 30, per Xbox One si è addirittura ricorso più volte a una risoluzione di 900p per garantire 30fps.
Sempre più frequenti in questa generazione sono nate discussioni tra console gamer e PC gamer a tal proposito, in quanto con un PC poco più costoso attualmente di una console al lancio si può tranquillamente ottenere lo standard dei 1080p e 60fps che le console si sognano.
Una situazione che ha lasciato spesso e volentieri i giocatori con l’amaro in bocca, ed è anche opinione di chi scrive che oltre a mancare di potenza bruta in termini di hardware, a questa generazione sia mancato soprattutto il coraggio di innovare.
Da tempo infatti ho definito la PS4 una sorta di PS3.5 e Xbox One una sorta di Xbox 360 2.0, e a conti fatti la situazione attuale mi sta dando ragione. Il timido avanzamento generazionale non basta più e lo attestano anche numeri di vendita che, se paragonati alla generazione precedente, sono nettamente in calo. Sony domina il mercato con 40 milioni di PlayStation 4 vendute, esattamente il doppio delle Xbox One piazzate da Microsoft, ma la situazione si è arrestata.
Per mandare definitivamente in pensione PlayStation 3 e Xbox 360 ci sono voluti due anni pieni in cui produzioni molto attese del calibro di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain o i blockbuster Call Of Duty, Fifa ecc.. hanno continuato ad essere cross-generation.
In questo scenario si è iniziato da mesi a vociferare di un upgrade hardware per queste console, della fantomatica PS4.5 (che ha ora nome in codice NEO e caratteristiche tecniche rivelate) e di una nuova versione di Xbox One, forse fortemente incentrata sull’ecosistema Windows 10.
Cosa significherebbe tutto ciò per il mercato console?
Decisamente un radicale cambiamento di rotta. In un primo momento si era pensato che la tendenza sarebbe stata quella dei PC, ma calza in modo più adeguato un paragone con il florido mercato degli smartphone e dei tablet.
Qui nello specifico, l’utenza è ormai abituata tacitamente all’uscita di nuovi prodotti con cadenza annuale (basti pensare a iPhone 6 e iPhone 6S o Galaxy S6 e Galaxy S7) si tratta di modelli che non vanno totalmente a sostituire il precedente, ma con esso coesistono.
Resta un dato di fatto non da poco: comprando l’ultimo modello di iPhone o di Samsung/LG/Sony/Huawei ecc.. si ha la certezza di avere tra le mani il non plus ultra che il mercato ha da offrire per quanto concerne l’ambito Apple e quello Android, discorso che non sarebbe altrettanto valido se lo trasliamo al mercato video-ludico, dove per avere il top qualitativo lo standard resta (piaccia o meno) il PC di fascia alta aggiornato costantemente, con tutti i costi che ne derivano.
Ovviamente sul top di gamma appena rilasciato gli applicativi gireranno meglio che sul modello precedente, ma saranno i medesimi e si potrà fruire di essi da entrambi i dispositivi. Sta al consumatore poi scegliere dove orientare il proprio acquisto, anche sulla base di valutazioni in termini di rapporto qualità/prezzo.
Questo fondamentalmente è ciò che le fonti di Giant Bomb rivelano anche della PS4 NEO, i giochi usciranno sia per PS4 che per questa nuova versione, ovviamente sulla “vecchia” console lo standard rimarrà quello a cui siamo abituati finora, sulla nuova invece potremmo goderne con una risoluzione e/o un frame rate più elevato.
Sarà una mossa vincente o una zappa sui piedi? Su questo punto le opinioni sono le più disparate. Al momento conosciamo in via ufficiosa parte della strategia di Sony, mentre ancora segrete sono le eventuali contromosse che adotterà Microsoft e, più di ogni altra cosa, la natura del progetto NX di Nintendo ancora in cantiere.
Insomma, la Nintendo Difference potrebbe ancora una volta disarmare tutti gli avversari come accadde con Wii, ma anche rivelarsi un ennesimo flop come per Wii U.
Certamente, a parità di condizioni, una PS4 NEO, che si vocifera costerà gli standard 399€, risulterebbe molto appetibile con azzeccate strategie di marketing per i 40 milioni di utenti che già possiedono PS4, chi invece non ha ancora fatto il salto generazionale (e stando ai dati di vendita della scorsa generazione stiamo parlando di parecchi milioni di utenti) forse ora si deciderebbe a farlo in virtù di una rinnovata capacità tecnica del nuovo modello, oppure in favore del modello classico di PS4 che subirebbe sicuramente un sostanzioso taglio di prezzo.
Questa mossa di Sony può anche sembrare come una strategia per vendere più TV 4K, mercato attualmente fermo. Sicuramente l’eventualità che i giochi per la nuova PS4 siano nativamente in 4K potrebbe far gola per l’adozione di questi pannelli, finora ignorati dai più per il costo aggiuntivo rispetto ai FullHD a fronte di unacarenza di contenuti veri e propri che girino a tale risoluzione. Se togliamo infatti alcuni documentari Netflix, BBC e National Geographic rimane davvero poco che osi oltre il 1080p.
Fermo restando che di ufficiale non c’è nulla, e siamo dunque in un ambito di mere ipotesi e speculazioni..
Questa evoluzione del mercato console potrebbe davvero dare nuova linfa vitale ad un settore che sembra aver perso la scintilla dell’innovazione? Forse sì, forse ancor più di quanto ci aspettiamo (o non ci aspettiamo) dalla Realtà Virtuale. Quest’ultima potrebbe comunque essere uno snodo nevralgico anche della strategia di Sony con il progetto NEO, ma quello che maggiormente preme ai giocatori è la possibilità di giocare al passo coi tempi.
Basta aprire un qualsiasi forum video-ludico o pagina/gruppo in un social-network per sentire pareri discordanti e vere e proprie guerre a colpi di tastiera tra chi difende a spada tratta una soluzione di upgrade degli hardware di gioco e chi, invece, si sente tradito e preso per i fondelli da questa ipotesi.
Sony, non mi stancherò mai di ripeterlo, non ha ancora né confermato né smentito nulla, Microsoft, che per prima aveva avanzato un’ipotesi in tale direzione, sembra ora mantenere un riuscitissimo segreto a riguardo e Nintendo sta giusto lasciando gli ultimi momenti di gloria a Wii U che in questi giorni vede l’arrivo di una forte IP del colosso di Kyoto (Star Fox Zero) prima di mandarla in pensione per far spazio ad NX.
Sembra ormai chiaro che di ufficiale però non sapremo nulla prima dell’E3 di Los Angeles del prossimo giugno che promette scintille visti i presupposti sia in termini di annunci hardware che di nuovi software che ne mostrino le potenzialità.
Il parere (personalissimo e di dubbia importanza) di chi scrive è che l’evoluzione tecnica faccia solo bene a questa industria. Non solo perché creerà nuove fasce di mercato, riducendo il costo dei modelli attualmente in commercio e rendendoli più entry level, ma anche perché porrà le basi per qualcosa di nuovo, di inedito, magari di rivoluzionario.
E credo sia sempre più auspicabile lasciare aperto uno spiraglio per farsi stupire, che avere sul tavolo tutto ciò che è possibile avere. Sicuramente questa tesi non è sposata da moltissimi giocatori e quale che sia il vostro pensiero a riguardo vi esorto ad esprimerlo nei commenti. Vi lascio però un ulteriore spunto di riflessione sul quale discutere e confrontarci: che tutto questo parlare di upgrade hardware e cambi in corsa non sia, quanto meno in parte, un modo per ovviare ad una palese carenza di titoli rispetto al passato?
Ciò che dovrebbe preoccupare davvero è appunto tale carenza, dovuta forse anche alle limitazioni di queste macchine e ad un disegno sostitutivo che magari era in cantiere fin da subito.
Un innegabile dato di fatto è che la maggior parte dei titoli usciti dal 2013 ad oggi per PlayStation 4 e Xbox One sono a conti fatti “remastered” di titoli della generazione precedente.. o di quelle prima ancora.