Il mondo è quel disastro che vedete non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei cosiddetti giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare.
Albert Einstein
Anni ’80, Nicaragua – Sacramento (CA)
Siamo nel bel mezzo della guerra fredda e gli USA hanno un unico obiettivo: combattere il comunismo, in tutto il mondo, con ogni mezzo a disposizione.
Pochissimi anni prima nella meravigliosa terra del Nicaragua si era instaurato un governo di stampo comunista e, in contemporanea alla sua ascesa, si formarono dei gruppi antagonisti, primi fra tutti i Contras, da contrarrevolucionarios.
Negli anni a venire, il gruppo si fece conoscere soprattutto a causa di episodi molto spiacevoli, attacchi ad ospedali e chiese in primis. Il caso finì sotto i riflettori (ma non troppo) quando nel 1996 tale Gary Webb, giornalista del San Jose Mercury News, un piccolo giornale californiano con sede a Sacramento, pubblicò un’investigazione completa di testimonianze, dettagli, date e documenti che dimostrava come agissero questi controrivoluzionari.
Non si tratta di cospirazionismo, ne’ di complottismo: il sostenitore principale, nonchè finanziatore, dei Contras era niente di meno che la CIA.
Quello che Gary Webb scoprì durante suoi numerosi viaggi in America centrale, spulciando trai documenti che riuscì ad ottenere ed intervistando poliziotti, trafficanti, avvocati e membri della malavita Losangelina, fu davvero sorprendente.
Ricordiamo innanzitutto che la costituzione statunitense obbliga il presidente a consultare il Congresso prima di prendere un’iniziativa militare a livello internazionale e senza il consenso di quest’ultimo non ci si potrebbe muovere, ma erano gli anni della guerra fredda e per il famigerato bene dell’America ci si poteva permettere di raggirare anche la costituzione.
Gli Stati Uniti finanziorono dapprima “legalmente” i Contras con i profitti della vendita delle armi in Iran, quando il Congresso decise di bloccare l’operazione, intervenne la CIA.
Il piano architettato e successivamente portato a termine dalla CIA aveva dell’incredibile: i Contras sarebbero stati finanziato con i profitti derivati dalla vendita di cocaina in tutto il Nord America, soprattutto in California che, per motivi geografici, era una regione particolarmente comoda.
In pochissimo tempo fu organizzato un commercio su scala internazionale di tonnellate e tonnellate di cocaina che ogni giorno venivano caricate su aerei che partivano dal Nicaragua e atterravano in varie piste di tutti gli Stati Uniti.
Tutto ciò avveniva sotto il controllo e la protezione della CIA che così poteva combattere il comunismo Nicaraguense senza sporcarsi le mani direttamente e soprattutto salvaguardando le casse dello stato.
Tutto ciò avrebbe avuto un impatto devastante sulla popolazione, soprattutto sulla frangia afro americana. La quantità di droga che ogni giorno giungeva nei quartieri più poveri delle città californiane era enorme, così come confermò Ricky “Freeway” Ross, uno dei malavitosi più potenti e ricchi di Los Angeles che confessò poco tempo dopo di aver fatto parte di un sistema enorme e ben organizzato che gli permetteva di vendere crack e cocaina per oltre 500 mila dollari al giorno.
Torniamo al protagonista di questa storia, il coraggioso Gary Webb. Dopo aver scoperto, documentato e rivelato tutto ciò, come ci si potrebbe aspettare, la sua vita fu caratterizzata da una serie di eventi decisamente spiacevoli.
Tra i più grandi giornali degli Stati Uniti, Washington Post e Los Angeles Times su tutti, screditarono fortemente il suo operato attaccandolo su vari fronti: dalla raccolta delle prove, alle tesi sostenute passando addirittura a spulciare nella sua vita privata, sottolineando una serie di errori di poco conto commessi molti anni prima.
Sotto la pressione di questi colossi del giornalismo, anche il San Josè Mercury News provò a convincere Webb a ritirare tutto, ma Gary era troppo onesto nei confronti del suo lavoro e del suo popolo per tirarsi indietro e continuò la sua lotta, anche lontano dalla sua famiglia. Era chiaro che ormai aveva molti più nemici che amici preferì dunque salvaguardare la sicurezza dei suoi cari.
Piccola curiosità: Webb fu dichiarato vincitore del premio Journalist Of The Year nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione della prima parte dell’investigazione, ma quando andò a ritirare il premio, come lui stesso sottolineò alla platea, in aula le persone che continuavano a sostenerlo si potevano contare sulle dita di una mano.
Ho lavorato sempre e soltanto per la verità e il risultato è stato che nessuno ha mai indagato sui narcotrafficanti ma sono state aperte centinaia di indagini su di me, mentre le indagini sulla CIA sono state affidate ai suoi stessi agenti, NarcoNews ha potuto continuare a scrivere menzogne perché, in questo paese la verità è considerata sempre una ‘cospirazione terroristica’ e l’unica cosa che conta è far tacere chi la dice o farlo apparire come un mezzo pazzo per screditarlo: ha sempre funzionato e funzionerà sempre.
Per opera della CIA, di personaggi molto potenti rimasti all’oscuro e dei direttori dei principali giornali americani, il caso finì nel dimenticatoio molto presto e Gary Webb nell’immaginario collettivo diventò un pazzo. Coraggiosamente la sua battaglia continuò con al fianco Jordy Cummings, ex agente della CIA che, come Webb, aveva notato qualcosa di strano durante la sua attività.
Nel 1998 Webb riformula tutta la sua indagine mettendo insieme tutto il materiale a sua disposizione e pubblica il libro Dark Alliance: The CIA, the Contras, and the Crack Cocaine Explosion.
Anche se consapevole di aver perso la sua battaglia contro una delle agenzie investigative più importanti del globo, o forse contro un intero sistema, continuò a lottare fino a quando il 10 dicembre 2004 fu trovato morto a casa della moglie con due proiettili nel cranio.
Il caso fu archiviato come suicidio, ma c’è ancora chi, con speranza, cerca di capire come ci si possa sparare in testa una seconda volta.