A che punto della storia dell’umanità ci sono stati così tanti libri (in inglese) da non poter essere in grado di leggerli tutti in una vita?

(Gregory Willmot)

 

Questa è una domanda difficile. 

Sapere con precisione il numero di libri presenti in diversi momenti della storia è un’impresa ai limiti dell’impossibile. Ad esempio, in occasione dell’incendio alla Biblioteca di Alessandria, molti testi andarono perduti,[1] ma stabilire quanto sia stato perso è difficile da definire.  Alcuni suppongono che si vada da 40 000 libri a 532 800 rotoli,[2] altri sostengono che questi numeri non siano plausibili.

Il tasso di pubblicazione nelle isole britanniche avrebbe superato la soglia di un manoscritto per giorno intorno all’anno 1075.

I ricercatori Eltjo Buringh e Jan Luiten van Zanden hanno usato i cataloghi dei libri storici per ricavare statistiche sul numero di libri (o manoscritti) pubblicati annualmente per regione.[3] Stando alle loro conclusioni, il tasso di pubblicazione nelle isole britanniche ha probabilmente superato il valore di un manoscritto per giorno intorno all’anno 1075 CE.

La maggior parte dei manoscritti pubblicati nel 1075 non era in inglese, né in varianti di inglese comuni a quel tempo. Nel 1075, la letteratura era in genere redatta in una qualche forma di latino o di francese, anche in zone dove l’inglese antico era comunemente parlato per le strade.

I racconti di Canterbury (scritti verso la fine del 1300) erano parte di un percorso che avrebbe portato l’inglese a essere una lingua letteraria, anche se non sono facilmente leggibili per un occhio moderno:

Wepyng and waylyng, care and oother sorwe
I knowe ynogh, on even and a-morwe,’
Quod the Marchant, ‘and so doon oother mo
That wedded been.*

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Nel caso il mio professore di inglese di prima superiore stesse leggendo: io ho capito PERFETTAMENTE quel verso.

 

Anche se sapessimo quanti manoscritti siano stati pubblicati ogni anno, per rispondere a Gregory, avremmo ancora bisogno di sapere quanto tempo ci vuole per leggere un manoscritto.

Piuttosto che cercare di capire quanto fossero lunghi tutti i libri e i codici, faremo un passo indietro e prenderemo le cose alla lontana.

 

Velocità di scrittura

Tolkien impiegò 11 anni per scrivere Il Signore degli Anelli, il che significa che ha scritto a una media di 125 parole al giorno, o poco meno di 0,085 parole al minuto. Harper Lee ha scritto Il Buio oltre la Siepe (100 000 parole) in 2 anni e mezzo (in media 100 parole al giorno, o 0,075 parole al minuto). Poiché Il Buio oltre la Siepe è l’unico libro che abbia mai pubblicato**, la media, nel corso della sua vita, è di 0,002 parole al minuto (circa 3 parole al giorno).

Alcuni scrittori sono sostanzialmente più veloci. Nella prefazione a Opus 200, il prolifico scrittore Isaac Asimov stima di aver pubblicato circa 15 milioni di parole tra l’età di 30 e 50 anni. La media nell’arco della sua carriera di scrittore avrebbe potuto essere di circa 1 parola al minuto, e a volte si è avvicinata alle diverse migliaia di parole al giorno (considerando tutta la sua vita, la media si è abbassata fino a 0,5 parole al minuto). Alcuni scrittori pulp hanno medie ancora più elevate.

Isaac Asimov ha pubblicato 15 milioni di parole in un periodo di 20 anni. Una media di circa una parola al minuto, e a volte quasi diverse migliaia di parole al giorno.

È ragionevole supporre che gli scrittori storici andassero a una velocità simile. Si potrebbe obiettare che digitando le parole su una tastiera ci si mette meno della metà del tempo che ci vuole a scrivere un manoscritto (appunto, a mano). Ma la velocità di battitura non è un collo di bottiglia per uno scrittore. Dopo tutto, alla velocità di battitura di 70 parole al minuto, ci vorrebbero solo 24 ore per digitare tutto Il Buio oltre la Siepe.

 

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Beh, mi hanno detto “Scrivi ciò che sai!”

 

La differenza di velocità tra scrittura e digitazione è così marcata perché il limite per la velocità di scrittura è quanto velocemente il nostro cervello è in grado di organizzare, produrre ed editare le storie. Questa “velocità di narrazione” probabilmente è cambiata nel corso del tempo molto meno rispetto alla nostra velocità di scrittura fisica.

Questo ci permette di datare molto meglio il momento in cui il numero di libri è diventato troppo grande per poter essere letti tutti.

Se una persona leggesse per 16 ore al giorno a una velocità di 300 parole al minuto, si potrebbe tenere il passo con un mondo di 400 Isaac Asimov.

In media una persona può leggere 200-300 parole al minuto. Se gli scrittori attuali avessero una velocità intermedia tra quella di Harper Lee e quella di Asimov, potrebbero produrre circa 0,05 parole al minuto nell’arco della loro intera vita.

Se una persona leggesse per 16 ore al giorno a una velocità di 300 parole al minuto, si potrebbe tenere il passo con un mondo che contiene una popolazione media di 100 000 Harper Lee o 400 Isaac Asimov attivi[4].

 

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Isaac Asimov?… Isaac Asimov?… Isaac Asimov?… 

 

Il lifetime reading limit è stato raggiunto poco prima che il numero di scrittori inglesi in attività raggiungesse le poche centinaia, nel XVI secolo.

Se supponiamo che durante il loro periodo di attività gli scrittori producano in media tra 0,1 e 1 parola al minuto, allora un lettore a tempo pieno potrebbe tenere il passo di una popolazione tra i 500 e i 1000 scrittori attivi. Per rispondere alla domanda di Gregory (a che punto della storia ci sono stati così tanti libri in inglese da non poter essere in grado di leggerli tutti in una vita), beh, questo è successo poco prima che il numero di scrittori inglesi in attività raggiungesse le poche centinaia. A quel punto, la convergenza è diventata impossibile.

Il magazine Seed calcola che il numero totale di autori raggiunse questo punto intorno all’anno 1500 e da allora non ha fatto che crescere[5]. Il numero di scrittori inglesi in attività raggiunse questa soglia poco dopo, nell’era di Shakespeare, mentre il numero totale di libri in inglese ha superato il lifetime reading limit*** verso la fine del XVI secolo.

Ma quanti di quei libri vorreste davvero leggere?

Se andate su goodreads.com/book/random, trovere una selezione quasi casuale di ciò che dovreste leggere.

 

Questo è ciò che mi è uscito:

Holger Daun, School Decentralization in the Context of Globalizing Governance: International Comparison of Grassroots Responses
David Gaider, Powołanie (Dragon Age #2)
David R. Causton, An Introduction to Vegetation Analysis: Principles, Practice and Interpretation
Marianne Chulay, AACN Essentials of Critical-Care Nursing Pocket Handbook 
Aaron Ladner Lindsley, National righteousness and national sin: the substance of a discourse delivered in the Presbyterian church of South Salem, Westchester co., N.Y., November 20, 1856
R. L. Stine, Il fantasma del palcoscenico (Piccoli Brividi #24)
Dana L. Blatt, High Court #153; Case Summaries on Debtors and Creditors-Keyed to Warren
Emil Gaverluk, Suddenly No More Time

 

E quindi ho letto… quello di Piccoli Brividi.

Per leggere il resto, forse avrei bisogno di una mano.

 

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“Potrei almeno saltare i miei stessi libri? Ce ne sono troppi!”

“No Isaac: conosci le regole.”

 

 

Note:

[1] D’altra parte, a un sacco di lettori egiziani probabilmente non sarà dispiaciuto liberarsi delle multe ricevute per aver tardato a restituire un libro.

[2] La Grande Biblioteca di Alessandria. 

[3] Charting the “Rise of the West”: Manuscripts and Printed Books in Europe, A Long-Term Perspective from the Sixth through Eighteenth Centuries

[4] Per una media di 200 parole al minuto.

[5] Seed: A Writing Revolution

 

N.d.t.:

* The Merchant’s Prologue, lines 1-4: The merchant comments on the clerk’s tale. 

** La pubblicazione del secondo romanzo di Harper Lee, Va’, metti una sentinella è successiva alla pubblicazione di questo post.

*** Ovvero, il momento della storia in cui ci sono stati così tanti libri in inglese da non poter essere in grado di leggerli tutti in una sola vita.

 

 

Ti piace XKCD? Trovi tante altre traduzioni in italiano come questa nella nostra sezione XKCDita: leganerd.com/tag/xkcdita