Il 4, 5 e 6 Marzo 2016 si è tenuto l’annuale appuntamento con il Mantova Comics & Games. Era presente una mini-delegazione ufficiale di Lega Nerd. Eccovi il nostro reportage
Un’edizione un po’ sfortunata visto che l’uggiosissimo clima mantovano ha spesso portato acquazzoni e vento gelido praticamente in tutte e tre le giornate costringendo molti (ma soprattutto molte) cosplayers un po’ troppo scoperte a ripararsi dal gelo. Un’edizione che, secondo una mia personale impressione, ha anche visto un’affluenza minore rispetto al passato, grande assente lo stand Panini che solitamente occupa lo spazio principale davanti all’ingresso, ma maggiori stand dedicati a venditori indipendenti è soprattutto a giovani illustratori e fumettisti in erba che hanno fatto il possibile per far conoscere i propri prodotti.
Spazio anche per i veterani del fumetto come Francesco Barbieri, disegnatore Warner e Disney, Mario del Pennino, che a soli 31 anni è già un veterano della Marvel, il giovanissimo ma estremamente talentuoso Roberto Poggi e poi l’immancabile Mirka “MIRKAND” Andolfo, autrice della celebre saga “Sacro e Profano” e da diverso tempo scriturata da DC e Vertigo Comics come Giuseppe “Cammo” Camuncoli quest’ultimo attivissimo all’interno della Scuola Internaizonale di Comics, presente anche con uno specifico stand dedicato.
Tra i vari ospiti il grande Alessandro “Doc Manhattan” Apreda, l’anno scorso assente causa febbrone da cavallo, ma ben presente in questa edizione 2016 e pronto a parlare dei suoi ultimi progetti e lavori editoriali.
Giornalista, scrittore e blogger indiscusso, Alessandro è stato disponibilissimo a scambiare due chiacchiere degustando (assieme a me e a Code2) alcune meraviglie offerte dall’industria petrolchimica del beveraggio.
Intervista a Alessandro Apreda / Doc Manhattan
DOC: Senza dubbio lo definirei molto positivo. Tutte e tre le nostre campagne di crowdfunding sono andate in porto. Si tratta di un metodo di produzione che in Italia non è ancora molto affermato e quindi è difficile far comprendere alle persone perché dovrebbero pagare prima di ricevere quel che ordinano. È come andare in libreria e guardare i libri prima di comprali: a volte se ne acquista uno sulla fiducia, perché si conosce l’autore, si legge la sinossi e più o meno ci si può immaginare di cosa parlerà, ma non si sa esattamente cosa c’è tra quelle pagine. Partecipare a un progetto di crowdfunding è più o meno la stessa cosa: si legge una sinossi e vengono presentate delle tavole di anteprima, ma l’acquisto rimane pur sempre un salto nel buio. La cosa importante, però, è che quando viene realizzato ciò che è stato finanziato, chi lo acquista sa che quella cosa esiste anche per merito proprio. Il che, se il progetto ti sta a cuore, ti riempie di orgoglio. Chi legge il blog non è necessariamente interessato a un fumetto o nella fattispecie a un fumetto scritto da me, quindi non avevo modo di sapere a priori come sarebbe andata. A distanza di un anno, però, non posso che ritenermi più che soddisfatto, perché Radium è stata accolta con tanto affetto ed entusiasmo, e i primi volumi stanno piacendo.
Sono sempre molto critico con tutto quello che faccio, sì. Credo sia una deformazione professionale che deriva dall’aver lavorato per tanti anni per delle riviste. Prima di mandare in stampa un articolo lo rileggi più volte e ci trovi di continuo difetti e imperfezioni, così lo correggi e ricorreggi. Poi, quando lo vedi stampato, pensi “Potevo scegliere una foto migliore” oppure “Potevo esprimere meglio questo concetto”. Il bello di un blog è che se c’è qualcosa da cambiare si ha tutto il tempo per farlo, anche dopo la pubblicazione, ma quando stampi qualcosa e la produci materialmente non si torna più indietro. In più realizzare un fumetto presenta molte complessità: innanzitutto si è vincolati ad un formato, nel nostro caso dovevamo rispettare categoricamente le 80 pagine. Si è poi vincolati dal fatto che quel che verrà fruito dal pubblico non consiste unicamente nella propria parola scritta ma è frutto del lavoro di uno sceneggiatore, di un disegnatore, di un inchiostratore e di un colorista, e ogni passaggio richiede confronto e coordinazione con altre persone. Nel mio caso, fortunatamente, hanno indubbiamente migliorato il risultato: Rim City è un bel fumetto grazie soprattutto al lavoro di Daniele Orlandini, che è il disegnatore, e dei ragazzi che si sono occupati dei colori.
Scrivere un fumetto è un lavoro che richiede un sacco di tempo; un lavoro faticoso che impegna tantissimo sia in fase preliminare, in sede di stesura del soggetto, che successivamente, man mano che la storia viene trasposta in immagini. Può essere infatti necessario apportare delle variazioni alla storia, modificare l’approccio a un certo personaggio, e gli input forniti dal disegnatore e dal nostro editor, nel mio caso, sono stati preziosi. Al di là di tutto ciò Rim City è stato un lavoro faticoso, ma molto divertente.
Icon 1 per me è un divertimento e lo è anche per i ragazzi che ne disegnano le pagine, mettendoci tutto il loro impegno e la loro passione, ma il fatto che sia un progetto collettivo lo rende qualcosa di molto differente da Rim City. In Icon 1 quasi tutti i personaggi, seppur nati da una mia idea, sono stati sviluppati dalla community dell’Antro. I disegnatori e i coloristi sono tanti, l’Icon-Crew è composta da circa 30 persone, ognuno fa quello che può nel rispetto dello scopo principale del progetto, cioè fare un fumetto che è e resterà gratuito, e si spera divertente. Scrivo quelle storie completamente senza filtro, così come mi vengono. Quando si lavora in crowdfunding, beh, è molto diverso: lo si fa per delle persone che hanno dato fiducia al progetto finanziandolo in anticipo e non ci si può permettere di deluderle. È chiaro che non si possono accontentare tutti, ma devi metterci il massimo impegno, dare il 200%.
A me piace un certo tipo di fantascienza, quella sociale degli anni 70, simboleggiata da film come Rollerball. La fantascienza, per me, deve essere quindi un modo per trasferire in uno scenario futuro le paure e le incertezze del presente, che è un po’ quello che si vedeva nelle pellicole pre-Star Wars. George Lucas ha avuto il grande pregio di rendere il genere super spettacolare, creando qualcosa che sotto quel punto di vista non si era mai visto prima, ma purtroppo il corollario negativo ne è la proliferazione di film che hanno puntato tutto sulla spettacolarizzazione. A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta si sono susseguite un sacco di pellicole sci-fi “vuote”, che sullo schermo avevano un grandissimo impatto, ma tolti gli effetti speciali non dicevano (e tantomeno dicono) nulla. Per fortuna la fantascienza sociale esiste ancora, basti guardare il bellissimo Ex Machina. In Rim City ho cercato di riproporre questo tema presentando una società perfetta solo in apparenza, fatta di uomini frutto dell’eugenetica, tutti belli, biondi, giovani. Un mondo in cui si è superato ogni pregiudizio sessuale, ma dove il razzismo ancora esiste, perché è sufficiente che una persona sia nata con i capelli neri per essere oggetto di discriminazione. Superata la barriera del colore della pelle e del sesso, il razzismo rimane sempre una parte dell’imperfetto animo umano ed è impossibile da sradicare, anche in una società che può sembrare perfetta.
Tokyo è da sempre “il mio posto tranquillo”. Sì, mi rendo conto che è paradossale definire così una città la cui area urbana ospita 15 milioni di abitanti, eppure per me girare per la capitale nipponica, attraverso le strade e i quartieri che ormai conosco a memoria, è qualcosa che mi infonde un grande senso di tranquillità. Sarà anche merito della gentilezza e disponibilità delle persone, o dell’imprinting culturale di centinaia di manga e anime letti e visti, in ogni caso è la mia città preferita. Ho avuto la fortuna di visitarla tantissime volte ed è per questo che alla fine ho voluto scriverne una guida vera e propria. Una guida nerd, però, una raccolta di dritte e indicazioni di quelle che sono le mete nerd da non perdere. Musei, negozi, luoghi, curiosità, consigli per chi non c’è mai stato o vuole tornarci. Per chi vuole organizzare un viaggio a Tokyo o semplicemente vuole sognare il giorno in cui potrà visitarla.
Ci sono stati dei momenti non facili, un po’ di tempo fa, in cui ho pensato che tanti fattori avrebbero reso difficile farlo. O altri in cui ho temuto che la voglia sarebbe potuta venir meno. Fortunatamente, non è successo: l’Antro va avanti come al solito, sei giorni su sette, nonostante gli impegni aggiuntivi della paternità. Del resto nella fascia oraria in cui nascono tutti i post, tra le 6 e le 7 del mattino, a casa dormono tutti. La cosa più importante, a ogni modo, è che continuo a divertirmi. La ricetta è sempre la stessa: scrivo le cose di cui mi piace parlare e gran parte dei post più apprezzati alla fine nascono dalla curiosità per determinati argomenti. Mi interessano i film post apocalittici? Faccio un post su quelli che hanno girato in Italia. Una mattina mi sveglio e mi chiedo quante armature abbia indossato Iron Man? Studio un post sull’argomento. La curiosità, la voglia di parlare di ciò che mi appassiona non è ancora venuta meno, ci sono ancora così tanti argomenti da coprire. La community partecipa al gioco, con consigli, materiale, idee, discussioni interessanti, rendendo il blog quello che è: non solo un mio spazio online, ma un luogo virtuale in cui condividere le proprie passioni. Magari un giorno mi dovrò fermare, ma per ora spero proprio che non succeda.
Foto e Video Reportage
Immancabili i cosplayers che nella giornata di domenica sono stati coinvolti nella sfilata e annessa premiazione dei costumi più belli secondo le varie categorie.
Gradita presenza anche quella di David Chevalier (doppiatore tra gli altri di Kylo Ren) e Benedetta Degli Innocenti (doppiatrice di Rey che ha anche ammesso di essere una fan di Lega Nerd) che assieme al veterano Carlo Valli (la celebre voce di Robin Williams) hanno intrattenuto il pubblico raccontando alcuni aspetti molto interessanti riguardanti il doppiaggio di film, serie tv e anime.
Interessanti anche i vari workshop sul modellismo tenuti da Luca Zampriolo che ha parlato delle tecniche che è solito impiegare nel proprio laboratorio Kallamity.
Foto di Ye Olde Squitty