Lo ammetto, avevo troppa voglia di avere tra le mani un dispositivo cinese, l’ignoranza trasudata da questi dispositivi è davvero impagabile e il mio ex smartphone Asus Zenfone 2 mi sembrava fin troppo serio. Quindi, dopo aver letto e guardato decine e decine di recensioni e videoconfronti, finalmente mi sono deciso ad acquistare lo Xiaomi Mi4c.
La domanda che molti mi hanno fatto è: perché cambi il tuo Asus top di gamma per passare ad una cinesata? Semplice:
- Lo Zenfone 2 è veramente un padellone, pensavo di abituarmici in fretta ma così non è stato;
- Scalda troppo per i miei gusti;
- Il display non si legge sotto il sole;
- La batteria spesso mi lascia a piedi prima di cena.
Bene, e cosa mi ha convinto invece all’acquisto del Mi4c?
- Dimensioni e peso contenuti;
- Scocca in plastica colorata unibody (si lo ammetto, mi piace da matti! Se l’iPhone 5c ai tempi fosse costato meno probabilmente l’avrei acquistato);
- Scheda tecnica di buon livello;
- Buona fotocamera con sensore sony, rapida a scattare e con impostazioni manuali;
- Il cina-prezzo adeguato alle mie finanze da barbone.
- Il fatto che ormai uno Xiaomi non si può considerare un cinesone.. sono i terzi produttori di smartphone al mondo, mica cotiche insomma…
Prima di parlare di come va sto benedetto Xiaomi vi svelo subito il finale: Vale i soldi che costa (o meglio: che dovrebbe costare)? Decisamente si. Questo Mi4c è a tutti gli effetti un top di gamma in un corpo snello, compatto e colorato. Ha anche dei punti deboli, è vero, ma ricominciamo… partiamo dall’acquisto.
Dove acquisto il Mi4c?
Dopo molteplici ricerche tra i vari negozi online cinesi e non, l’opzione da me scelta è stata Grossoshop. Mi garantivano la spedizione del prodotto in un giorno lavorativo e avevo urgente bisogno dello smartphone, in quanto lo Zenfone 2 era in viaggio verso Padova dal suo nuovo padrone.
Il telefono era ovviamente già in un magazzino in Europa, la scelta è stata quindi obbligata, a patto di sborsare qualche euro in più.
Si ma, quanto mi costa?
Il Mi4c è disponibile in due versioni che differiscono per due elementi: la Standard Edition possiede 16gb di memoria integrata e 2gb di ram, mentre la High Edition arriva a 32gb con 3gb di ram.
Proveniendo da un terminale che possedeva 4gb di ram ho optato ad occhi chiusi per la High Edition che mi ha richiesto un esborso totale di 269,05 €. Per dovere di cronaca, la versione Standard richiede 239 €, la differenza di prezzo risulta quindi davvero irrisoria.
È comunque possibile risparmiare qualche euro preferendo la spedizione normale dai magazzini in Cina, ma come ben saprete, il pacco ci metterà parecchi giorni ad arrivare e l’allarme spese doganali è dietro l’angolo. Nel caso vogliate correre il rischio i prezzi si aggirano intorno ai 207 € e 245 € rispettivamente per la Standard e la High Edition.
Fonte dei prezzi: grossoshop.net – aggiornati al 2 febbraio 2016
Spedizione
Ho ordinato lo Xiaomi alle 10 del mattino e il giorno dopo a mezzogiorno ho ricevuto il pacco. La spedizione è partita da Napoli, immagino da un magazzino di Grossoshop.
Graditissima sorpresa: all’interno del pacco ho trovato, oltre al telefono, una custodia in silicone trasparente e una pellicola in vetro temperato che ho subito applicato allo smartphone rovinando un pochino il design dello stesso come si può vedere dalle foto.
Unboxing e prime impressioni
La confezione di vendita si presenta con la più classica delle scatole che ormai siamo abituati a vedere, qui però troviamo una colorazione arancione accesissima che per lo meno attira l’occhio. All’interno troverete l’utilissima manualistica in cinese, la graffettina per estrarre il carrellino della doppia sim, un caricabatterie con output da 2 ampere con la spina cinese, (purtroppo Grossoshop non mi ha fornito un adattatore per le nostre prese europee come è accaduto ad altri) ed un cavo USB type C > USB lungo 1 metro e mezzo.
Il telefono da fin da subito l’idea di essere parecchio solido e poco cheap, nonostante il peso davvero esiguo (132 grammi). La scocca unibody in plastica è un tutt’uno con il vetro anteriore e non presenta angoli spigolosi. Fortunatamente la parte posteriore non è plasticaccia lucida come me l’aspettavo, ma al tatto risulta leggermente satinata. Bella da toccare ma particolarmente scivolosa.
Le interiora del Mi4c
Xiaomi Mi4c si pone sul mercato come uno smartphone di fascia medio/alta, ma come vi avevo accennato, il binomio prestazioni-autonomia lo fanno balzare in cima alla lista tra i dispositivi più riusciti e bilanciati del 2015/inizio 2016, considerando anche il prezzo onestissimo.
Tra le caratteristiche tecniche vediamo montato a bordo un onesto SoC Snapdragon 808 (2x 1.8 GHz ARM Cortex-A57, 4x 1.44 GHz ARM Cortex-A53 Esa Core a 64 bit) che promette buone prestazioni, ma senza spezzare le gambe alla batteria e soprattutto senza scaldare come un tostapane, cosa che non sopporto. A supporto troviamo una GPU Adreno 418 che non sembra presentare difficoltà anche con i giochi più esosi in termini grafici e una memoria ram da 3gb che faccio davvero fatica a saturare. La memoria integrata, nella mia versione, è di 32gb non espandibili tramite MicroSD, ahimè.
Per fare un veloce confronto hardware, troviamo la medesima configurazione CPU-GPU su smartphone ben più blasonati come LG G4, Nexus 5x, Lumia 950 e Moto X Style.
Connettività al top.. non gli manca nulla, 4G compreso. Con TIM nessun problema, si aggancia rapidissimamente alle reti 3g-4g ed è subito pronto a navigare, anche utilizzando la doppia sim. Supporta le WiFi a 5ghz e non soffre di problemi di disconnessione, le reti sono molto stabili e c’è il bluetooth 4.1.
Una cosa manca in effetti: non supporta l’NFC. Sinceramente non è una mancanza che sembra preoccupare, almeno per ora. Troviamo piuttosto una porta IrDA, utilissima per cambiare canali alle tv nei locali pubblici e far incazzare i baristi. Battutona.
È dotato di tecnologia di ricarica rapida grazie allo standard Qualcomm Quick Charge 2.0. La ricarica tramite l’adattatore venduto con lo smartphone è davvero veloce (in mezz’ora ricarica di un buon 50%).
Display
Uno dei punti che meno ho apprezzato dello Zenfone 2 era la dimensione esagerata del display che si ripercuote inevitabilmente sulle dimensioni generali del terminale e sull’autonomia.
Qui invece ho trovato la mia dimensione naturale, infatti lo smartphone si presenta con un ottimo display LCD IPS da 5 pollici con una risoluzione di ben 1920×1080 pixel (441 ppi, una delle più elevate in commercio) che consente al Mi4c di mantenere un form factor ideale per essere utilizzato anche con una mano sola. Le dimensioni della scocca sono 138.1 x 69.6 x 7.8 mm, il tutto per un peso di soli 132 grammi.
Il display è molto luminoso, alla luce diretta del sole riuscirete ad utilizzarlo senza problemi. Neri sorprendentemente profondi e notevoli anche gli angoli di visuale, i colori non sbiadiscono quasi per nulla inclinando il dispositivo ai lati. A voler essere puntigliosi nel complesso il display risulta un po’ troppo saturo, ma nulla di preoccupante, anzi io lo preferisco così anche se snatura leggermente le foto. Non siamo comunque ai livelli di saturazione tipica degli AMOLED.
Batteria
Xiaomi Mi4c è dotato di una batteria da 3080 mAh, abbastanza capiente se la proporzioniamo alla dimensione del display e alla sapiente decisione di non adottare un chipset più performante come lo Snapdragon 810.
In una normale giornata lavorativa di utilizzo medio arrivo a ora di cena con il 50% di carica residua. Di recente ho scelto di disinstallare Facebook e Facebook Messenger, app note per la loro fame di batteria, e utilizzare un client alternativo (ho scelto Metal, ve la consiglio). Ebbene ora arrivo a sera dall’ufficio con il 70% di carica residua, niente male!
Vi risparmio la solita manfrina dell’utilizzo stress. Mi sembra ovvio che se giocate a Real Racing tutto il giorno con la luminosità al massimo, il gps acceso e le reti 4g attivate, difficilmente arriverete a fine giornata.
A volte capitano invece giornate in cui utilizzo raramente il dispositivo. Ecco, se capita anche a voi aspettatevi di arrivare alle 23 di sera con il 78% di batteria residua. Penso di non aver mai visto uno smartphone con uno stand-by così profondo nonostante abbia mantenuto rete attiva e le notifiche push.
Fotocamera
Parliamo finalmente di cose ficcanti. In questa recensione vorrei soffermarmi qualche paragrafo in più per parlarvi della fotocamera. Premetto che io sono un appassionato di fotografia, amo passeggiare nelle mie amate valli trentine e amo fare vagonate di foto con la mia fidata Canon.
Spesso però non ho la possibilità di portare la reflex con me e quindi sono da sempre alla ricerca dello smartphone perfetto in grado di cogliere le emozioni che mi si presentano davanti. Ecco io credo di avere trovato in questo Xiaomi un compagno leale e fidato.
Sensore
Il sensore posteriore inserito nel Mi4c è un 13MP Sony composto da 5 elementi e un’apertura massima di f/2.0. Ho letto in rete che Xiaomi ha dotato alcuni esemplari di un sensore Samsung con le medesime caratteristiche ma che, sulla carta, promette prestazioni peggiori. Non sono riuscito a verificare se sono in possesso di uno di questi modelli, ma a giudicare dalla qualità ottica complessiva credo di averla scampata!
La camera frontale possiede 5MP e ha la stessa apertura di f/2.0 della sorella maggiore sul retro.
La resa fotografica è eccellente, largamente sopra la media per la categoria e per il prezzo. Ho riscontrato una resa simile solo nell’LG G4. Scatti nitidi e ben bilanciati. HDR mai esagerato, non snatura i colori tant’è che di giorno lo lascio praticamente sempre attivo.
Nonostante la mancanza di un sensore laser per la messa a fuoco, quest’ultima risulta sorprendentemente rapida in tutte le situazioni alla luce del giorno. Ovviamente gli scatti notturni senza flash necessitano di una mano piuttosto ferma, ma sicuramente siamo lontani dall’eternità che ci metteva il mio Asus per scattare foto serali decenti (anche con il flash), per non parlare della messa a fuoco errata 9 volte su 10.
Approposito di flash, sul Mi4c è presente un doppio flash led a doppia tonalità (fredda-calda) che mi sembra davvero potente. Non sono un amante delle foto con il flash quindi non ho potuto né voluto approfondire questo aspetto, ma le sensazioni sono senz’altro positive.
App fotocamera
L’app di default permette, con uno swipe verso destra, di scegliere tra numerosi funzioni. Troviamo infatti la funzione Panorama, autoscatto, scatto vocale, ufocus, scatto manuale, prospettiva, modalità bellezza, notte, tilt-shift e fish eye. Presente anche l’HDR con la possibilità scegliere tra l’attivazione automatica, normale o live.
Con uno swipe verso sinistra, invece, si accede ad un’elenco di filtri che vengono mostrati in tempo reale. Alcuni molto divertenti e creativi come il filtro Specchio o Fumetto. Un po’ da bimbi nutellosi, è vero, ma è pur sempre una modalità in più che male non fa.
Nelle impostazioni avanzate troviamo alcune chicche come le modalità scatta quando è stabile, il miglioramento automatico delle foto notturne e la modalità scatto veloce attivabile tenendo premuto il pulsante scatto (rapidissima!). Troviamo ovviamente anche le impostazioni più classiche come l’attivazione della griglia, l’aggiunta della data, la rilevazione dei volti (in grado di mostrare anche una stima dell’età dei soggetti inquadrati in tempo reale) e la tipica regolazione contrasto/saturazione/nitidezza.
È possibile impostare il flash in modalità automatica, attiva o nell’interessante modalità torcia che tiene acceso il flash per permettere di scattare foto notturne con un brevissimo tempo di messa a fuoco e di scatto, utile in caso di soggetti in movimento o soprattutto amici ubriachi che non stanno fermi nell’inquadratura ;)
Video
Il Mi4c permette di effettuare riprese a 1080p che risultano nitide e con un buon audio. Impostando la massima risoluzione perdiamo però la possibilità di registrare filmati in slow motion che arrivano ad un massimo di 720p a 120fps. Presente anche la funzione Time lapse con regolazione manuale dell’intervallo di scatto. Purtroppo si nota la mancanza di uno stabilizzatore hardware, ma è presente comunque a lato software.
Modalità manuale
Come accennavo qualche paragrafo fa, è presente la funzione manuale che consente di regolare una serie di parametri avanzati per trovare lo scatto ideale.
Ho testato a fondo questa modalità e l’ho trovata davvero completa e comoda in molte situazioni dove, ad esempio, vogliamo tenere gli ISO bassi per non rovinare la foto con l’eccessivo rumore a patto di utilizzare un piccolo treppiede o un punto di appoggio stabile.
Tra le regolazioni possibili troviamo il bilanciamento del bianco, il focus manuale, il tempo di scatto (range 1/1000s a 1/2s) e ovviamente la selezione degli ISO (da 100 a 3200). È possibile inoltre attivare la comodissima funzione Focus Peaking che colora di un bel rosso sgargiante le zone dell’inquadratura messe a fuoco. Mica male!
Di seguito qualche scatto raccolto in questi primi 3 mesi di utilizzo.
MIUI, roba da Nerd
Il Mi4c, come tutti gli Xiaomi, è dotato dell’interfaccia MIUI basata su Android, arrivata alla versione 7, mentre la versione di Android montata è la 5.1.1.
Il dispositivo arriva con a bordo un firmware definito global, che consente di scegliere tra molte lingue tra cui l’italiano. Le gapps sono preinstallate e fin da subito si può sincronizzare il proprio account google allo smartphone.
Purtroppo però il firmware di default presenta una serie di bug davvero inspiegabili, oltre che a scritte cinesi qua e la chiaramente incomprensibili per noi comuni mortali. Segnalo la presenza di un paio di malware preinstallati che a random aprono schede del browser con pubblicità e installano app inutili dal mi store ad insaputa dell’utente. L’unica soluzione è affacciarsi alla community di sviluppatori sul forum xiaomi.eu e scaricare l’ultimo firmware che, a detta loro, è pulito e funzionante.
La procedura sembra molto semplice, di fatto è sufficiente scaricare il file zip della rom, caricarlo sullo smartphone, riavviare lo stesso in modalità fast boot e, navigando nel menù tramite i tasti volume, scegliere la voce update. Tutto molto bello, ma qui cominciano i problemi. (Vedi link alla guida)
La percentuale sale al 9% e si ferma mostrando un messaggio di errore piuttosto eloquente:
Installation abort
Riscarico il pacchetto, pensando che il file si possa essere corrotto durante il download o l’upload sul terminale. Riprovo ad aggiornare ma niente. Stesso messaggio di errore.
Dopo innumerevoli ricerche che non hanno portato a nessuna soluzione funzionante, decido di tirare fuori lo smanettone che è in me. Installo una recovery modificata, acquisisco i permessi di root e flasho l’update.
L’operazione si svolge velocemente, tanto che ho pensato che qualcosa fosse andato storto. Ecco i passaggi che ho seguito:
- Flash recovery TWRP (androidiani.com)
- Flash di una ROM localizzata in italiano (androidiani.com)
Riavvio il terminale e riconfiguro il mio account xiaomi che molto velocemente ripristina app e dati salvati sul cloud dalla precedente rom senza particolari intoppi. Purtroppo non è dotato di gapps pertanto decido di installarle da recovery flashando un file zip compatibile con la mia versione di Android, facilmente reperibile su XDA o dallo stesso forum xiaomi.eu .
Il firmware funziona davvero bene, molto più veloce e fluido del precedente ed è completamente localizzato in Italiano, niente scritte cinesi.
È inoltre possibile affidarsi anche ai ragazzi di miui.it, che offrono le rom in italiano sempre aggiornate per i terminali Xiaomi (e anche porting per altre marche) comprensive di gapps. Nelle ultime settimane mi sto affidando a loro per gli aggiornamenti e non ho mai riscontrato problemi.
Come funziona la MIUI?
Possiedo il Mi4c da circa 3 mesi e più lo utilizzo, più o la sensazione che la MIUI è quello che serviva ad Android per allinearsi strutturalmente a iOS. Infatti è inutile negarlo, la MIUI ricorda davvero molto il sistema operativo mobile di casa Apple e questo non è affatto un male, anzi…
La fluidità generale dell’interfaccia e il suo utilizzo donano al dispositivo un fascino che raramente ho potuto vedere e constatare in altri smartphone Android.
Lo ammetto, mi piace installare launcher e personalizzare il mio dispositivo nei modi più disparati, ma qui non ne sento più il bisogno. Quando necessito di una ventata di aria fresca cambio lo sfondo o al massimo mi limito a cercare un buon Icon Pack sullo store proprietario di Xiaomi (impresa ardua, vi avverto! Sti cinesi hanno davvero un pessimo gusto, vedere per credere)
Launcher
La tipologia di launcher riprende iOS anche sotto l’aspetto della visualizzazione delle app. Non troveremo infatti un menù che le racchiuda, ma abbiamo tutte le icone a disposizione nelle schermate ovviamente catalogabili in pratiche cartelle (vengono create automaticamente ma non sempre la cosa funziona a dovere). Schermate impreziosite dai widget a cui ormai ogni Android user non può più rinunciare.
Riassumendo, la MIUI prende Android e lo stravolge sotto tutti i punti di vista. Chi invece ama l’interfaccia stock, può comunque installare un launcher alternativo come quello di Google dal Play Store, ma vi anticipo già che tornerete indietro in brevissimo tempo!
Sicurezza e privacy
La MIUI integra nel suo pacchetto l’app Sicurezza che è in grado di gestire autonomamente permessi, controllo antivirus e pulizia del terminale, oppure di fare gestire queste opzioni all’utente. L’app è in costante aggiornamento, da dicembre ad oggi ho visto migliorare notevolmente alcune funzionalità come il controllo dei permessi che ora risulta più approfondito ed efficace.
È possibile programmare l’app per una scansione antivirus o per la pulizia dei file accumulati durante l’utilizzo. Funziona bene, ma a volte mi elimina file (come le anteprime di quickpic) nonostante io abbia aggiunto il software alla lista delle eccezioni. Per carità, nulla di drammatico, ma rimane una cosa fastidiosa a mio modo di vedere.
L’app Sicurezza integra inoltre la possibilità di gestire la carica rimanente di batteria applicando più livelli di consumo in base alle nostre esigenze. Non ho mai avuto il bisogno di utilizzarla perchè, come già detto, la batteria mi ha sempre portato a concludere la giornata in scioltezza, ma è sempre una funzionalità in più che male non fa.
Pagellone
Chiudo questa recensione proponendovi l’immancabile pagellone finale che racchiude i pro e i contro di questo smartphone.
Cosa mi piace
- Form factor compatto e leggero;
- Scocca unibody molto solida;
- Schermo luminoso dai neri profondi e colori vivi;
- Tasti retroilluminati;
- Resa della fotocamera sopra la media;
- MIUI;
- Dual sim con doppio chip 4g attivabile;
- USB type C, ricarica veloce, scambio dati con il cavo fulmineo;
- Batteria capiente.
Cosa non mi piace
- Smartphone poco adatto alle persone poco pratiche e poco smanettone. Necessita infatti di qualche conoscenza informatica per effettuare gli aggiornamenti;
- La rom stock spesso presenta malware (dipende dai fornitori che distribuiscono lo smartphone ai negozi);
- Mancanza slot microsd.
Da rivedere
- App sicurezza a tratti troppo invasiva;
- Funzionalità ricerca un pochino macchinosa;
- Ottimizzazioni software con l’utilizzo di alcune app (alcune non partono proprio).
Giudizio finale
Lo Xiaomi Mi4c secondo me si merita un bel 9. Come detto ad inizio articolo è senza ombra di dubbio uno dei dispositivi più riusciti nell’ultimo periodo, proponendo un ottimizzazione hardware software bilanciata in uno smartphone ben assemblato con componentistiche di qualità.
Cosa acquisterò dopo il mi4c? Credo proprio che rimarrò sugli Xiaomi :)