Un nuova epidemia fornisce facili scoop ai media di tutto il mondo. Si chiama Zika Virus e secondo alcuni giornali sarebbe la nuova Ebola, ma, strano a dirsi, non è così.
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato lo Zika Virus una emergenza pubblica di portata globale. L’ultima volta che una posizione simile fu durante la recente epidemia di ebola in Africa, da questo il passo per equiparare lo zika all’ebola è breve.
In realtà le differenze tra le due epidemie sono così marcate da rendere difficile qualunque tipo di confronto. L’Ebola Virus genera una patologia molto pericolosa con un’altissima mortalità e con contagio che avviene attraverso il contatto con liquidi infetti del paziente sintomatico (sangue, saliva e vomito). Lo Zika Virus non c’entra assolutamente nulla. L’80% dei contagiati non mostra alcun tipo di sintomo, il restante 20% accusa leggeri sintomi influenzali. Il problema è il contagio che avviene per mezzo del morso delle zanzare.
Attualmente la malattia si sta diffondendo in Sud America veicolata dalla zanzara Aedes aegypti, ma anche la “nostra” zanzara tigre potrebbe veicolare il virus.
Dunque c’è pericolo per l’Italia?
Sicuramente la diffusione potrebbe essere plausibile se una zanzara “italiana” mordesse una persona infetta tornata da poco dal Sud America, fortunatamente a Febbraio di zanzare tigre non ce ne sono e quindi la diffusione della malattia in Europa è estremamente improbabile.
Il rischio è che quest’anno si terranno le Olimpiadi in Brasile proprio in un periodo nel quale le zanzare sono molto attive. Le grandi masse di persone che si dirigeranno nei paesi a rischio potrebbero concretamente aumentare il rischio di diffusione dell’epidemia.
Nonostante la malattia non sia particolarmente pericolosa, sembra che possa essere legata all’insorgenza di microcefalia nel feto. Questa ipotesi non è confermata da dati scientifici, ma iniziano ad esserci indizi piuttosto solidi. Il consiglio dell’OMS per le donne incinta di non frequentare i paesi con estesi focolai di Zika Virus è, dunque, sensato. Per le donne quindi è meglio evitare le zone almeno fino a che l’epidemia non rientra o almeno che attendano qualche mese dopo il viaggio prima di rimanere incinta.
Il problema pressante rimane per il Sud America dove le norme di emergenza imposte per il controllo delle nascite si scontrano con una cultura ed un’educazione sessuale piuttosto carente.
- Via QZ.com