Ci sono giochi che rimangono nella memoria collettiva a distanza di anni perché hanno rappresentato delle vere e proprie rivoluzioni nel loro genere. Homeworld è uno di questi titoli, uno strategico in tempo reale che ha portato innovazione e ha saputo trovare estimatori anche tra chi non si è mai appassionato più di tanto a selezionare unità e mandarle all’attacco contro i nemici o costruire basi e difenderle. E vogliamo poi dimenticare la mitica colonna sonora degli Yes?

 

 

I due remaster targati Gearbox hanno permesso anche agli utenti più giovani di giocarsi Homeworld e il suo sequel, preparando la strada a questo Deserts of Kharak, sviluppato da Blackbird Interactive, un team composto in gran parte da membri del team originale. Anche se l’ambientazione non è più eterea e spaziale, ma un insieme di lande sabbiose e ricche di minerali alla Dune 2, con unità terrestri e gigantesche basi aviotrasportate a farla da padrone, il gioco presenta molti degli elementi di gameplay che ne avevano decretato il successo 17 anni fa, ovviamente rivisti e migliorati per far fronte al passaggio del tempo.

Se la campagna single player, con la sua decina di missioni, soddisfa pienamente, non si può purtroppo dire lo stesso del multiplayer, in cui la scarsità di mappe è al momento un punto a sfavore del gioco, ma siamo sicuri che sia gli sviluppatori che la community ovvieranno rapidamente a questo problema. Homeworld: Deserts of Kharak non delude dal punto di vista grafico e colpisce anche per un sonoro davvero di livello, in particolare per quanto riguarda il voiceover, sottotitolato in italiano se non andate proprio a nozze con la lingua di Albione.

Gli amanti degli RTS hanno finalmente trovato pane per i loro denti.

Gli amanti degli RTS hanno finalmente trovato pane per i loro denti, visto che questo nuovo Homeworld è senza dubbio il miglior strategico in tempo reale uscito negli ultimi anni.