Il 22 Ottobre 2015 è successo quello che tutti noi, o almeno tutti i tv series addicted, stavamo aspettando da tempo immemore: Netflix arriva in Italia! Cos’è Netflix? Netflix è un magico mondo fatato, che per comodità possiamo definire piattaforma, sul quale è possibile trovare intere stagioni di serie, sia esclusive Netflix e non, film e documentari, che vi faranno perdere definitivamente anche quei pochissimi contatti sociali ancora saldi col mondo esterno.
Non è passato ancora un mese dall’arrivo di Netflix in Italia che già il suo catalogo si sta rimpolpando di serie molto succose che variano per genere, formato, anno ed esclusiva, tutte disponibili sia in italiano che in lingua originale, così per non perdere neanche una sfumatura del lavoro svolto.
Qualcuno si è lamentato di un catalogo ancora troppo misero, ma diamo tempo al tempo. La selezione di Netflix è tra le migliori che qualsiasi altra piattaforma di questo tipo possa offrire, dove la qualità è sempre un sinonimo di garanzia. La scelta è varia e si può trovare dall’evergreen, alla serie appena conclusa a quella fresca fresca di doppiaggio. Ma da dove iniziare?
Noi di Lega Nerd abbiamo deciso di facilitarti il lavoro, selezionando quelle che secondo noi sono le migliori Serie Tv, in ordine sparso, all’interno del catalogo italiano di Netflix. Preparati i popcorn?
Indeciso su quale VOD utilizzare? Leggi qua:
Daredevil
Partiamo con una delle esclusive Netflix e anche tra le serie più attese e discusse, Daredevil, personaggio dell’universo Marvel che ha fatto la sua prima comparsa sulla carta stampata nel 1964.
Ci aggiriamo per le strade di una New York particolarmente dark con Matt Murdock, cieco fin dall’età di nove anni a causa di un terribile incidente, avvocato di giorno e giustiziere di notte.
Un’infanzia difficile, eventi sempre più traumatici e l’incontro con una specie di mentore, Stick, hanno sviluppato in lui un profondo senso di giustizia. Conscio delle potenzialità sviluppate dopo l’incidente, Matt decide di intraprendere la strada della giustizia privata, vestendo ogni notte i panni del diavolo rosso.
Dalla fotografia cupa e dal mood accattivante, nonché una risoluzione che lascia letteralmente senza fiato, Daredevil di Drew Goddard (Buffy L’Ammazza Vampiri, Lost ) è un mix di violenza, marcio e giustizia superiore, ma che nel suo complesso spicca di una maturità ottenuta soprattutto da una resa della struttura stessa della serie intelligente e maturata.
Fin dalla sua opening il diavolo rosso, interpretato dal talentuoso Charlie Cox, si mostra essere un ottimo prodotto perché va ben oltre i limiti imposti dalla serialità e sfrutta quest’ultima per essere un progetto di qualità altamente maggiore rispetto a qualsiasi suo simili nel genere comic.
Sense8
Continuiamo sulla scia delle serie prodotte da Netflix e manteniamo ancora alto il fattore “superpotere”, questa volta però in chiave meno fumettistica. Parliamo di Sense8, la serie dei fratelli Wachowski (i folli creatori di Matrix) con la collaborazione del fumettista e sceneggiatore Michael Straczynski.
Otto sconosciuti, con cultura, religione e orientamento sessuale diverso, si ritrovano, improvvisamente, connessi da una reciproca forza telepatica.
Un inizio che lascia lo spettatore spiazzato e interdetto, stimolato ad andare immediatamente avanti. E Sense8 è una serie che, in effetti, si lascia davvero divorare.
I “sensate” di Lana ad Andy Wachowski ci portano dagli Stati Uniti alla Corea del Sud, dal Messico all’Inghilterra, dove il sovrannaturale che li unisce non è altro che la linea motrice degli spostamenti della storyline, per poter arrivare a uno scontro di dimensioni globale tra le due diverse fazioni protagoniste della storia. Lontanamente il ricordo di Heroes si fa sentire ma Sense8 porta da tutt’altra parte, raccontando in primo luogo le storie e i problemi dei suoi protagonisti, uniti in qualcosa di estremamente più grande di loro.
Black Mirror
Proseguiamo nel mondo distopico di Charlie Brooker con Black Mirror, miniserie inglese di due stagioni più uno speciale di Natale. Black Mirror non è un prodotto Netflix, ma la sua originalità si è fatta sentire in lungo e in largo. Se non l’avete visto recuperate, assolutamente.
Black Mirror è senza ombra di dubbio una delle serie più cruenti e mentalmente disturbanti che siano mai state realizzate.
Brook propone un prodotto antologico totalmente nuovo con trame e personaggi diversi e unici, dal drammatico alla satira politica passando per il fantascientifico, per un totale di sette episodi differenti, uniti dal comune fil rouge della tecnologia intesa come riflesso del marcio di una società assuefatta, schiava e soggetta delle sue stesse creazioni.
Un futuro non troppo lontano dal nostro dove media, talent show, popolarità, “second life” sono tutti elementi protagonisti del torbido universo di Black Mirror. E per chi non ne può fare proprio a meno, non disperate, Netflix ci ha fatto un enorme regalo, producendo la terza stagione di questo incredibile gioiello.
Sherlock
Proseguiamo sulla linea della serie britannica con Sherlock dell’ormai elevato a potente divinità Steven Moffat. Liberamente ispirato all’opera di sir Arthur Conan Doyle, Sherlock è diventata un vero caso a livello internazionale, conquistando qualsiasi tipo di fascia.
Ambientato nella Londra contemporanea, Sherlock Holmens (Benedict Crumberbatch) e John Watson (Martin Freeman) sono due uomini uniti dal destino quasi per caso. John Watson ex medico di guerra si ritrova a dividere l’appartamento con la bizzarra figura di Sherlock, un aspirante detective che, per ora, si diletta a fare l’investigatore freelance – per così dire- chiamato, in casi di estrema necessità a causa del suo caratterino poco raccomandabile, per collaborare con la polizia.
Watson verrà inevitabilmente coinvolto nella frenetica e pericolosa vita del coinquilino, spesso rischiando egli stesso una fine non molto bella, o messo nella posizione di prendere scelte davvero difficili. Nonostante il far molto razionale di Watson, ogni episodi porta sempre verso l’assoluta follia del super istinto del giovane, e sopra le righe, Sherlock. Tre stagioni composte da tre episodi ciascuna, lunghi quasi quanto un film, ma di qualità nettamente superiore a determinate opere che possiamo trovare oggi al cinema.
Intrigante, coinvolgente e con un gusto tipicamente inglese, Sherlock è sicuramente uno dei migliori prodotti che il panorama della serie televisiva può offrire.
La quarta stagione è in produzione, ma per Natale Moffat regalerà un episodio speciale di apertura ambientato alle vere origini di Sherlock Holmes, ovvero in epoca vittoriana.
Bloodline
Torniamo alle serie esclusiva di Netflix con uno dei suoi prodotti più sottovaluti, Bloodline, serie prodotta da Sony Pictures. La trama si muove principalmente sui Rayburn, una famiglia apparentemente perfetta, capeggiata dal classico pater familia Robert (Sam Shepard), rinomata da tutta la comunità di Florida Keys.
Ovviamente, come spesso accade, le apparenze ingannano e durante il 45° anniversario dell’albergo gestito dalla famiglia, il fratello maggiore Danny (Ben Mendelsohn), la pecora nera della famiglia, ritorna dopo aver fatto perdere le sue tracce per anni, facendo venire a galla il lato oscuro dei Rayburn e sfaldando definitivamente la famiglia.
Fin dall’inizio si respira, in particolar modo nel corso dei primi episodi, un senso di marcio aleggiare attorno alla famiglia Rayburn. Il senso di mancanza che avverte lo spettatore viene, inoltre, accompagnato da una mole piuttosto corposa di flashback che costellano la serie.
I flashback sono proprio la caratteristica principale di Bloodline, in parte indebolendo un po’ la soglia dell’attenzione dello spettatore, ma man mano che gli episodi proseguono e la serie prende sempre più ampio respiro, ognuno di quei flashback diventa un puzzle di un quadro complesso, rivoltando le carte in tavola e stuzzicando maggiormente l’attenzione di chi segue la vicenda.
Bloodline è una serie alla quale dare una chance è d’obbligo.
https://www.youtube.com/watch?v=tRnS8FkcXNk
Orange Is The New Black
Titolo ormai tormentone per tutti, intercambiabile con qualsiasi altra parola, Orange Is The New Black è l’originale serie, ideata da Jenj Leslie Kohan (Weeds, Sex&theCity, Una mamma per Amica) su un gruppo eterogeneo di carcerate, ispirato alle memorie di Piper Kerman, protagonista anche nella serie interpretata da Taylor Schilling.
Dall’omosessualità all’ingiustizia, dai problemi sociali a quelli femminili, Orange Is The New Black è un carosello di situazioni e di storie raccontante, attraverso i flashback di tutti i suoi personaggi, in tinta arancione ma anche noir.
Sebbene Piper sia un po’ il fulcro di tutto, la coralità della storia prende sempre più forma, soprattutto dalla seconda stagione in poi. Ironico, smaliziato e a volte anche più audace, Orange Is The New Black è indubbiamente uno dei prodotti più originali che Netflix possa offrire, coinvolgendo qualsiasi tipo di spettatore, a prescindere dal sesso.
https://www.youtube.com/watch?v=zLyUlTu4KbI
Narcos
Impossibile non citare e consigliare uno degli ultimi prodotti Netflix degni di nota sia per resa che per storia, ovvero Narcos, che ha aperto la stagione autunnale della piattaforma.
Drama in dieci episodi ispirato alla storia vera del narcotrafficante di Pablo Escobar, attorno al quale si creò una fittissima rete di corruzione tra la polizia colombiana e i narcos, i signori della droga che hanno spopolato in Colombia negli anni ’80.
La particolarità di Narcos è che non rimane mai in superficie e vuole quasi essere una Gomorra colombiana, approfondendo i suoi personaggi e andando ben oltre l’uomo criminale ma bensì scendendo fino alla viscere della mente e del potere di chi prende una decisione con la consapevolezza di essere quasi costretto a fare quella scelta per non perdere tutto.
Gli episodi sono caratterizzati da un mash-up tra finzione, ricostruzioni e immagini e video di repertorio reali, rendendo la resa ancora più cruda e intensa, alternando momenti di gioco e ironia con situazione di violenza spietata ai limiti della censura.
https://www.youtube.com/watch?v=U7elNhHwgBU
Wet Hot American Summer (first day of camp)
Entriamo nel lato più comico e divertente di Netflix, e lo facciamo con il prequel in serie di un lungometraggio del 2001 di David Wain che vedeva coinvolte tra gli attori statunitensi più comici e popolari tra il Saturday Night Live, Wet Hot American Summer.
L’assoluta particolarità di questo prodotto, oltre a essere estremamente ironico, divertendo lo spettatore davvero in un modo sano e coinvolgente con continue battute tra il demenziale e il grottesco, non risiede solo nell’essere un prequel fatto in serie di un lungometraggio, ma anche nell’usare gli stessi attori dell’epoca, ovviamente invecchiati, ma che recitano le stesse parti come se non fosse passato nemmeno un giorno.
O meglio, qualche giorno è passato perché il lungometraggio è ambientato l’ultimo giorno di campo estivo, mentre gli otto episodi della serie narrano del primo giorno di campo. Alcuni dei nomi che troverete in questa comedy sono Bradley Cooper, Jason Schwarztman, Paul Rudd, Amy Poehler, Josh Charles, Elizabeth Banks, Janeane Garofalo, Joe Lo Truglio e Zak Orth. Un vero e proprio guilty plessure al quale difficile è resistere.
https://www.youtube.com/watch?v=PLlMTn_Jzok
BoJack Horseman
E continuiamo nell’area comedy, questa volta però con qualcosa di più animato… in tutti sensi. BoJack Horseman è una comedy a cartoon di Netflix, creata da Ralphael Bob-Waksberg e disegnata dalla fumettista Lisa Hanawalt.
Irriverente e senza peli sulla lingua, non conosce compromessi ed è una vera e propria cartolina di satira sull’hollywood attuale.
Amata dalla critica e dagli spettatori, BoJack Horseman è composta da due stagioni più un episodio speciale. La storia gira attorno all’ex comedy star BoJack, un uomo dalla testa di cavallo. Si, perché nell’universo di Hollywoo la maggior parte degli abitanti sono antropomorfi. BoJack ha toccato ormai il fondo, e spera che la sua biografia, scritta dalla ghostwriter Diane, sia il giusto trampolino di lancio per ritornare in carreggiata.
Appartenente a quel filone di serie animate politicamente scorrette, dai Simpsons a I Griffin, BoJack Horseman vanta un cast di doppiaggio che vanta tra i nomi Will Arnett, Aaron Paul, Amy Sedaris, Stanley Tucci, Olivia Wilde e guess star come Paul McCartey, Naomi Watts e Daniel Radcliffe.
Master of None
Uno degli ultimi prodotti sfornati da Netflix e presenti sul catalogo italiano è Master of None, una carinissima comedy ideata e interpretata da Aziz Ansari (Parks and Recreation). La stagione è interamente caratterizzata da un senso di smarrimento e inadeguatezza nei confronti della vita al tempo dei social, sempre più veloce e con infinite possibilità.
Dev Shah, attore trentenne che ha sempre avuto una vita agiata grazie ai sacrifici dei genitori di origine indiana, combatte costantemente tra vita e lavoro. Si è sempre cullato sugli allori di una pubblicità per uno yogurt che gli aveva fruttato un buon guadagno, ma adesso sente il bisogno di avere qualcosa di più e potersi considerare davvero un attore.
Ogni puntata presenta un problema diverso, dai pro e conto del mettere su famiglia, al rispetto nei confronti dei propri genitori alla realizzazione di una carriera sicura.
Tutto ruota costantemente tra due poli opposti: essere eternamente Peter Pan e il bisogno di crescita e maturare. Dev sembra essere dilaniato da queste situazioni, e se in un momento è convinto di volere dei bambini, un secondo dopo comprende che la fatica che c’è dietro non vale di certo la candela e che trent’anni sono ancora troppo pochi per decidere di mettere su famiglia.
Ironico ma anche maturo, Master of None è una comedy dentro la quale moltissime generazioni possono specchiarsi e rivedersi, facendo venire a galla i problemi di una società talmente tanto agiata che se da un lato ha facile accesso a tutto, dall’altra parte è prigioniera di una condizione limitante che non permette di avere una vera e propria connotazione sicura nel mondo.
https://www.youtube.com/watch?v=6bFvb3WKISk
Marco Polo
Concludiamo con un drama in costume decisamente molto popolare, Marco Polo, serie in 10 episodi ideata da John Fusco che ha debuttato su Netflix USA lo scorso 12 Dicembre 2014 e che ha raggiunto l’Italia con l’avvento di Netflix.
La trama ruota tutto attorno alle avventure di Marco Polo, interpretato dal giovane Lorenzo Richelmy, che lo condurranno nelle lontane terre mongole fino alla corte dell’Imperatore Kublai Khan (Benedict Wong).
Abbandonato come ostaggio dal padre Niccolò e dallo zio Matteo, come ostaggio, Marco Polo inizierà il suo percorso nella cultura e nelle usanze del popolo orientale, entrando delle grazie di Kublai per poter espandere il suo impero.
Una serie abbastanza particolare, che ovviamente fa largo uso di quelli che sono gli elementi più sfruttati in tutti i drama in costume, come Borgia o Tudor: inganni e intrighi, cospirazioni, sesso e sangue (spesso e volentieri gratuiti).
John Fusco tenta, con un piccolo flashback che funge da prologo, di accompagnare lo spettatore fin dagli albori di tutta la vicenda che fa di Marco Polo il protagonista, cercando di essere quanto più fedele al reale svolgimento storico dei fatti, ma al tempo stesso si approccia all’intera storia con un occhio molto più seriale e romanzato, piuttosto che documentaristico. Sicuramente una serie rivolta sia agli appassionati che non, che regala qualche piccolo adattamento del tutto nuovo.
Una serie che si lascia guardare e anche voler bene, sebbene qualche sbavatura che si può intravedere sia nella sceneggiatura che nella resa dell’immagine faccia capire quanto Marco Polo sia ancora una serie in crescita e che, probabilmente, troverà un respiro molto più intenso e matura nel corso delle prossime stagioni.
https://www.youtube.com/watch?v=hB-ltNasHVw
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