Apple nel mirino del Fisco italiano

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Il legale rappresentante di Apple Italia, Enzo Biagini, e il direttore finanziario Mauro Cardaio sono indagati dal pm milanese Adriano Scudieri dopo una denuncia dell’area antifrode dell’Agenzia delle Dogane.

L’ipotesi è che Apple abbia frodato il fisco pagando 225 milioni di tasse meno del dovuto

Dal giugno 2014, la Procura milanese ha aperto un fascicolo con l’ipotesi che Apple abbia frodato il fisco pagando 225 milioni di tasse meno del dovuto negli ultimi due anni: nel 2011 circa 50 milioni attraverso l’esposizione nella dichiarazione dei redditi di un imponibile inferiore di 206 milioni rispetto al reale, e nel 2012 altri 175 milioni di euro di tasse risparmiate attraverso anche qui la sottovalutazione dell’imponibile per 853 milioni di euro.

 

 Apple avrebbe trasferito il reddito prodotto in Italia alla competenza fiscale della ben più favorevole tassazione offerta dalla legge in Irlanda

Nello specifico, l’attività commerciale del gruppo Apple sul territorio italiano è stata, secondo l’impostazione dell’Agenzia delle Dogane, artificiosamente attribuita alla società irlandese Apple Sales International che, pur provvedendo agli adempimenti Iva attraverso il proprio rappresentante fiscale, in Italia non è soggetto alla tassazione diretta: il risultato è che così Apple avrebbe trasferito il reddito prodotto in Italia alla competenza fiscale della ben più favorevole tassazione offerta dalla legge in Irlanda, risparmiando appunto 225 milioni di tasse in due anni.

 

Nei prossimi giorni, gli inquirenti esamineranno il materiale informatico sequestrato negli uffici milanesi di Apple in piazza San Babila

L’accusa di frode della Procura di Milano non è semplice da portare in giudizio, perchè l’articolo 3 della legge 74/2000 presuppone che la frode fiscale sia avvenuta attraverso una “falsa rappresentazione delle scritture contabili obbligatorie” e con “mezzi fraudolenti idonei ad ostacolare l’accertamento“. Nei prossimi giorni, gli inquirenti esamineranno il materiale informatico sequestrato negli uffici milanesi di Apple in piazza San Babila. l’obiettivo è quello di dimostrare, anche sentendo alcuni clienti diretti dell’azienda, che Apple Italia interviene attivamente nella preparazione e conclusione dei contratti di vendita e nella loro esecuzione. Invece, secondo il contratto stipulato da Apple Italia con Apple Sales International, gli uffici nel nostro paese dovrebbero occuparsi solo di ricerca, assistenza e supporto al canale di vendite.

 

Il processo sarà molto lungo e complesso

Il processo sarà molto lungo e complesso, vista la delicatezza delle norme in questione e le difficili interpretazioni rispetto anche alle normative europee. Come difensore, Apple ha scelto l’ex ministro della Giustizia Paola Severino.

 

 

In attesa di una armonizzazione normativa e tassativa dell’intera UE, attendiamo nuovi sviluppi.

 

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