Come avevo promesso qualche era geologica addietro, sono qui per proporvi un articolo con il quale proverò a fare un po’ di luce sul grande mondo delle produzioni frutticole.
Non che io sia un super esperto ma, oltre ad essere un misero perito agrario, lavoro nel settore da una quindicina di anni quindi, un po’ di esperienza penso di averla maturata.
In pratica cercherò di spiegarvi come funziona la produzione di frutta dal campo (frutteto) fino ad arrivare sulle vostre tavole, cercando di essere il più imparziale possibile per spiegare tutte le cose che probabilmente non conoscete o che nessuno vi ha mai spiegato riguardo la produzione frutticola.
Per semplificare e standardizzare il tutto farò riferimento a prodotti nazionali e principalmente a frutta estiva come Pesche, Nettarine, Susine, Albicocche e Ciliegie perché per la frutta “invernale” come kiwi, mele e pere subentra il procedimento di frigoconservazione che scombina un po’ le carte in tavola.
Gli alberi da frutto
Nella maggior parte dei casi, gli alberi da frutto vengono “creati” partendo da una gemma della specie/varietà che vogliamo ottenere che viene inserita (“innestata”) in una pianta specifica a seconda delle esigenze chiamata “portinnesto”.
Quest’ultimo non è altro che una specie di pianta compatibile con la specie che vogliamo coltivare, ma che ha caratteristiche particolari: resistenza ad un particolare terreno (terreni acidi piuttosto che basici), resistenza a specifiche avversità (virus, terreni siccitosi, ecc.), vigoria (capacità di accrescere maggiormente la parte vegetativa), ecc…
Per fare un esempio pratico, una gemma di Susina (gialla, rossa o nera) generalmente viene innestata in un albero che si chiama Mirabolano che non è altro che un Susino più rustico e resistente ma che, se non innestato, produrrebbe tantissimi frutti ma molto molto piccoli quindi non commercializzabili.
Dato che non è questo l’argomento principale che voglio affrontare, se avete “sete di conoscenza” su questo argomento, vi rimando qui:
- Innesto (wikipedia.it)
Le piante innestate vengono prodotte in vivai specializzati che ripetono il procedimento in modo estensivo e replicano il procedimento per migliaia e migliaia di piante per ogni specie/varietà.
La produzione di piante viene programmata in base alle richieste dei produttori (singoli coltivatori) o associazioni di produttori (Cooperative o simili).
È doveroso sottolineare che per salvaguardare l’investimento, gli agricoltori dovrebbero assicurarsi che le piante che escono dai vivai siano munite di un certificato che ne attesta la provenienza e la esenza da virus.
Purtroppo, troppo spesso questo non succede e alcuni vivaisti non troppo professionali immettono sul mercato piante non virus-esenti creando non pochi problemi.
Discorso a parte per il Kiwi. Questa specie (il nome è Actinidia spp) viene riprodotta in due modi principali: per talea e meristema. In pratica non vengono utilizzare gemme innestate ma viene “clonata” la pianta madre partendo da un rametto (per talea) o da tessuto meristematico (meristema) riprodotto in vitro
- Per i più curiosi: La propagazione del kiwi (freshplaza.it)
Una volta che le piante sono state innestate o riprodotte, vengono generalmente lasciate crescere per un anno e poi vengono trapiantate in pieno campo (nel campo del contadino) dove rimarranno per tutto il periodo della produzione che può andare dai 10-12 anni fino a 20 a seconda della specie vegetale e della convenienza economica del frutteto.
Il Frutteto
Le piante in un frutteto non sono messe a dimora (piantate) secondo la teoria del caos, ma seguendo precise indicazioni riguardo distanza tra le file di piante e tra le piante nella singola fila, questo per permettere alle macchine agricole di passare tra le file e sfruttare al massimo la superficie senza creare danno alle piante dovuto all’alta densità.
A seconda della specie, esistono diverse forme di allevamento: in volume, in parete, pergolati o forme libere
Se volete farvi una cultura un po’ più approfondita, qui trovate ottimi argomenti:
- Forma di allevamento (wikipedia.it)
Queste forme di allevamento vengono ottenute tramite la potatura e strutture di “sostegno” per gli alberi: pali di cemento e fili in acciaio.
La struttura di sostegno viene utilizzata anche come “appoggio” per il sistema di irrigazione (argomento affrontato in modo più approfondito in seguito).
Altra parte economicamente fondamentale del frutteto è l’impianto anti grandine. Questo non è altro che una copertura con reti in materiale plastico (più o meno ombreggianti e più o meno resistenti) che permette di proteggere il frutteto da uno dei peggiori cataclismi in frutticoltura: La grandine.
Chi decide di non avvalersi di questo semplice (ma dispendioso) sistema di difesa, non può fare altro che affidarsi alle compagnie assicurative, stipulando contratti di copertura danni in caso di eventi atmosferici avversi. Ovviamente gli investimenti sono diversi.
Per una copertura con reti antigrandine, la spesa si aggira su 8k-10k Euro a Ettaro (più o meno 2k euro) e assicura la totale protezione dell’impianto (a meno di catastrofi immani) mentre con l’assicurazione si protegge il probabile guadagno ricavato dalla produzione del frutteto.
In pratica si stimano le produzioni del frutteto negli anni precedenti e viene deciso il premio (costo) della polizza in base al guadagno che darebbe la produzione del frutteto.
Ovviamente esistono due correnti di pensiero tra i coltivatori: i più lungimiranti optano per le reti mentre i più tradizionalisti optano per le assicurazioni.
Irrigazione e Concimazione
Le due cose, nell’agricoltura “moderna”, vanno di pari passo. La ragione è molto semplice: ottimizzazione dei costi di intervento.
Risulta facile comprendere che costa enormemente meno fare un intervento solo (fertilizzanti nell’acqua di irrigazione) piuttosto che irrigare e poi concimare utilizzando macchine agricole.
Irrigazione
Il sistema di irrigazione è generalmente composto da una pompa (elettrica o a gasolio) che prende acqua da origini diverse a seconda della migliore disponibilità dell’azienda agricola (canale, pozzo, fiume, invaso artificiale, ecc…) e la invia una serie di “contenitori” per il filtraggio.
I filtri vengono scelti in base alla purezza dell’acqua: in genere sono usati due tipi di filtri: “a graniglia” costituiti da pietrisco e sabbia ideali per filtrare alghe e mucillagini e “a rete o a dischi” ideali per filtrare impurità come sabbie fini e argilla in sospensione.
Dopo il sistema di filtraggio vengono innestati i “tank” in cui viene immesso il fertilizzante che si è deciso di utilizzare. In genere, il fertilizzante viene immesso nella rete irrigua tramite una elettropompa dosatrice che viene programmata con il dosaggio desiderato.
L’acqua, una volta uscita dal sistema pompa/filtri/fertilizzante, viene “spedita” nei tubi (in genere in pvc) di diametro minore che percorrono ogni filare del frutteto.
Su questi tubi in pvc, in prossimità di ogni pianta, sono inseriti dei “gocciolatori” che lasciano cadere “goccia a goccia” l’acqua “fertilizzata”.
La portata e la durata dell’irrigazione non viene decisa “ad casum” ma seguendo informazioni ben precise che il coltivatore può ottenere in diversi modi:
- Bollettino di ARPA contestualmente al Disciplinare di Produzione che ogni produttore deve seguire;
- Le aziende più evolute hanno sensori inseriti nel terreno che misurano il livello di umidità dello stesso attraverso la diversa conducibilità elettrica e quindi la necessità di acqua. Questi sensori inviano i dati ad una centralina elettronica che controlla il funzionamento delle pompe dell’impianto di irrigazione.
A seconda dei dati rilevati, la centralina può far partire autonomamente l’irrigazione nel frutteto.
Concimazione
Di fondamentale importanza per le concimazioni sono le Analisi del Terreno su cui produce il frutteto. Queste analisi, oltre ad indicare la Tessitura del terreno (composizione del terreno in percentuale Argilla – Sabbia – Limo), indicano le principali caratteristiche in termini di fertilità e quindi le carenze nutrizionali che possono avere le piante.
In base a questo, si decide un piano di concimazione basandosi su Macro e Micro Elementi. Gli Elementi utilizzati cambiano da coltura a coltura e da terreno a terreno (tessitura, esposizione, posizione geografica) ma principalmente sono i Macro (Azoto, Fosforo e Potassio) e Micro elementi (Calcio, Magnesio, Ferro, Zinco, Manganese, ecc.).
La Fertilizzazione viene anche effettuata senza l’utilizzo dell’acqua; questo in genere viene fatto durante il periodo di riposo vegetativo delle piante (inverno) utilizzando generalmente Materiale Organico (Cacca di animali, Sangue animale, residui organici tutti debitamente trattati) e Concimi Azotati.
Potatura
Questa operazione colturale, tramite il taglio di rami più o meno vecchi, consente di dare la forma desiderata alle piante del frutteto e anche ad “alleggerirle” dalle parti non produttive che appesantiscono la pianta, togliendo nutrienti preziosi per la parte più importante: fiori e frutti.
Generalmente la potatura viene effettuata in due periodi diversi dell’anno, in inverno (Potatura Classica) e in estate (Potatura verde).
- Potatura classica: viene effettuata nel periodo che va da fine Gennaio ai primi di Marzo (a seconda delle specie) e serve a sfoltire e “alleggerire” le piante e, soprattutto, decidere quali rami andranno a produrre; infatti, durante la potatura invernale, si decidono quanti rami lasciare (in genere si lasciano i rami produttivi di un anno di età) e quante gemme lasciare in ogni ramo (il numero varia a seconda della specie e della forma dell’albero).
- Potatura Verde: viene effettuata nel periodo primaverile-estivo (con vegetazione abbondante) e dopo la fioritura con l’obiettivo di “alleggerire” la pianta dalla vegetazione in eccesso che potrebbe togliere luce, aria e nutrienti ai fiori e ai frutti.
Qui alcuni approfondimenti nel caso vogliate sapere di più:
- Potatura (wikipedia.it)
Contestualmente alla potatura verde, si può intervenire con un’altra operazione colturale: il Diradamento.
Diradamento
Se la Potatura porta ad un alleggerimento dei rami, l’obiettivo del Diradamento è quello di eliminare i fiori o i frutti (a seconda del tipo di diradamento) in eccesso in modo da ottimizzare la produzione dell’albero.
Ultimamente, con il sempre crescente aumento dei costi della manodopera, si sta sviluppando un nuovo sistema di “diradamento meccanico” dei fiori. Il sistema consiste nell’utilizzo di un rullo simile ai rulli degli autolavaggi, con delle protuberanze di gomma morbida simili a dita che, passando parallelamente agli alberi, elimina meccanicamente i fiori.
Ovviamente questo intervento viene effettuato quando i fiori sono già stati impollinati in modo da non danneggiare l’albero in piena fioritura. Il secondo diradamento viene effettuato dopo la allegagione (il fiore si trasforma in frutto) e con i piccoli frutti già formati.
Il frutticoltore passa tra gli alberi e, manualmente, stacca i piccoli frutti in eccesso (esempio: dove ci sono gruppi di 5-6 frutti se ne lasciano solo 1-2) in modo da lasciare la possibilità ai frutti rimasti di svilupparsi nel miglior modo possibile.
Supposto che il frutteto sia debitamente impiantato, concimato, irrigato, potato, diradato e protetto, dopo un paio di anni dalla messa a dimora delle piante comincia la produzione vera e propria; e qui cominciano i veri “problemi” dovuti alle avversità che funestano tutta la produzione frutticola mondiale e che regalano preoccupazioni ai puristi del cibo sano ed esente da elementi chimici.
Ovviamente le avversità si devono combattere anche negli anni precedenti alla piena produzione.