Dopo aver scoperto proprio qui su LN “il gioco di Ender” mi sono cimentato col seguito, Il riscatto di Ender. Questo racconto è del 1986 ed è il secondo di quattro, ma se il primo è conclusivo questo lascia molte aperture per un seguito, appunto il terzo.
Non voglio spoilerare la trama me se proprio volete eccola su Wikipedia.
Vorrei condividere alcune considerazioni personali, cercherò di non svelare troppo, anche se immagino molti l’abbiano già letto visto l’età del libro.
Prima di tutto il secondo libro mi è piaciuto più del primo, il primo mi è sembrato un romanzo per ragazzini, molto lineare con un costante aumento delle difficoltà e relativa crescita del protagonista, effetto Dragonball o Harry Potter per intenderci.
In questo secondo c’è un salto temporale immenso ma nonostante ciò l’uomo è sempre se stesso, col suo carico di credenze e gioco dei poteri (se pensate alla Chiesa avete indovinato).
Il protagonista è maturo e non un giovanotto in crescita pertanto non è presente la crescita di livello.
Di diverso sicuramente c’è l’ambientazione e molta meno azione con più spazio alla cultura e scienza, si parla spesso di viaggi interstellari e di biologia aliena e di studio della cultura aliena.
Mi hanno convinto abbastanza tutte le questioni tecniche/tecnologiche e biologiche, seppur mi piacerebbe avere il parere di chi è più esperto. In particolare la questione biologica che è il fulcro del libro mi ha lasciato un po’ dubbioso, come molto l’approccio degli scienziati allo studio della cultura aliena.
Mi è un po’ spiaciuto che l’autore abbia voluto proseguire con alcuni dei personaggi del primo romanzo e a dirla tutta la spiegazione seppur corretta come idea, penso non sia per niente verosimile e molto semplicistica ma bisognerebbe fare dei calcoli.
Purtroppo come nel primo il personaggio principale è un po’ troppo figo e secondo me ottiene troppo facilmente il risultato aspettato.
Anche la scrittura è come nel primo sequenziale e non ci sono tanti colpi di scena.
L’autore adotta in certe occasioni un metodo in cui fa capire in anticipo i fatti e quindi fa fare al lettore la parte di chi sa già la risposta mentre guarda la reazione degli altri personaggi. Questo è il metodo che si usa nelle candid camera.
Secondo me gli attori della storia hanno una mentalità troppo semplificata e si lasciano convincere troppo facilmente dal protagonista, insomma lui è figo ok, ma dai! Così non c’è vera contrapposizione, ma questo è un peccato anche del primo libro.
La storia è parecchio slegata dal primo pertanto è possibile leggerlo anche se il primo è stato letto molti anni fa.
Con tutte queste critiche negative, vi chiederete perché dovreste leggerlo?
Beh perché risulta comunque una piacevole lettura, l’autore si è sforzato parecchio per rendere questo fantasy diverso e intelligente, con molti dialoghi interiori e ragionamenti e non un classico di azione spara-ammazza-distruggi.
In conclusione lo consiglio a chi apprezza il genere e cerca qualcosa di diverso dalla pura azione e dal fantasy inteso come un panino infarcito di ogni gadget futuristica.
- Il Riscatto di Ender di Orson Scott Card (amazon.it)