Robert Kubica

Robert Kubica

Solitamente si usa fare tributo ai piloti morti o che hanno concluso la propria carriera. Voglio rompere questa triste tradizione con un articolo dedicato a, secondo me, l’ultimo vero eroe del motorsport che conta: Robert Kubica.

Kubica signed a two-year extension on his Renault contract. But just days after testing the R31 for the first time he was seriously injured following a crash in a rally in Italy. He underwent surgery several times throughout 2011 and missed the entire season. It remains to be seen if and when he might return.

È passato molto tempo dal mio ultimo articolo di questa rubrica, quasi un anno e mezzo, la Lega è cambiata e sono cambiati molti utenti. Una cosa che non è cambiata sembra essere la passione per il motorsport.

 

 

 

I primi anni

Kubica a differenza di molti piloti altisonanti non è nato in una famiglia di piloti, non possedevano ne autodromi ne kartodromi, non avevano la benché minima formazione agonistica nel mondo dei motori.

Lui però si è rivelato un vero appassionato fin dalla tenera età di 4 anni, quando il padre gli comprò un piccolo fuori strada con motore a scoppio da 4cv (NdR: come tanti ragazzini avevano negli ’80 e ’90, ricordo ancora le pubblicità su topolino di questi così)

“it had a four-stroke engine, no horsepower but still could do about 40kph”

Guido quel trabiccolo fino all’età di 6 anni e mezzo, quando arrivò il primo Kart.

Purtroppo per lui i regolamenti in Polonia non permettevano di correre a livello agonistico prima dei 10 anni, e dovette quindi aspettare altri 4 anni prima di prendere la licenza ed iscriversi al campionato nazionale.

Con i Kart in Polonia vinse 6 titoli in 3 anni, al quarto anno decise che la Polonia non era agonisticamente accattivante per lui, e si trasferì in italia per competere nel ben più competitivo Campionato Italiano Karting.

Nel 1998, all’età di 14 anni, vinse il CIK diventando così il primo straniero a vincere quel campionato. Nello stesso anno arrivò 2° nel campionato europeo e l’anno successivo raddoppiò l’impegno nei kart, mantenendo il titolo italiano e competendo per quello tedesco.

Nel 2000, ultimo anno con i kart, arrivò quarto sia nel campionato del mondo kart che in quello europeo.

 

 

 

Le Formule minori

Nel 2001 inizia la sua carriera professionistica guidando nella Formula Renault 2000, serie da sempre propedeutica alle formule maggiori.

kubi_zold_wsr_2005

Si iscrisse già dal primo anno sia al campionato italiano che a quello europeo, e nel secondo anno arrivò secondo in quello italiano.

Non ebbe però più molta “fortuna” in questa categoria, che lasciò nel 2005 per passare alla World Series by Renault, campionato che vinse lo stesso anno.

 

 

 

La Formula 1

Grazie alla sua vittoria al World Series by Renault, Kubica avrebbe dovuto aver accesso ad un test con la Renault F1 ma non ad un posto nel team.

Invece l’occasione della vita arrivò dal team manager Mario Thiessen del neonato team BMW, che lo ingaggiò come 3° pilota ancora prima che Kubica avesse modo di effettuare il suo test premio.

Robert Kubica BMW

In quel ruolo Kubica non corse realmente, ad eccezione di circa 25000km di test, fino a quando nella stagione 2006 Villeneuve fu allontanato dal team a 6 gare dal termine della stagione.

Kubica alla primissima gara in F1 arrivò a punti, anche se venne squalificato per via di una vettura sottopeso.

La delusione per la squalifica finì presto quando ottenne il suo primo podio a Monza, alla sua terza gara in F1. La stagione 2007 fu la prima in cui venne impiegato a tempo pieno dal team, raggiungendo la sesta posizione finale nel campionato.

Il suo miglior anno nella F1 fu il 2008.

In questo anno vinse la sua prima gara (In Canada) e raggiunse il quarto posto nella classifica iridata. Dopo un anno così promettente, nel 2009 sperava che il team presentasse un mezzo che lo potesse lanciare verso la corsa al titolo mondiale, ma purtroppo le speranze furono vane.

La macchina non era competitiva e non lo fu fin oltre metà stagione. Poco dopo un altra doccia fredda per lui: BMW annuncia il ritiro dal circus della F1. Concluse l’anno in quattordicesima posizione, ma riuscì a stipulare un contratto con il team Renault per l’anno successivo.

 

Il 2010 fu il suo ultimo anno nella F1.

Il 2010 fu il suo ultimo anno nella F1. Fu un anno in cui aveva dato da ben sperare per la lotta al titolo negli anni successivi, arrivò quasi sempre a punti ed a fine stagione arrivò ottavo assoluto nell’iridata.

Robert-Kubica-Renault-Australien-GP-2010

Grazie alle sue prestazioni ottenne un rinnovo di altri 2 anni al contratto con Renault.

 

 

 

La passione per i rally e l’incidente

Kubica, nonostante fosse un dei piloti più in vista nel circus mondiale della F1, non è il classico uomo di ghiaccio o la classica prima donna come invece appaiono molti suoi colleghi della Formula 1.

Lui ama le corse, tutte, di tutti i tipi.

Lui ama le corse, tutte, di tutti i tipi. Purché abbiano un motore e 4 ruote lui ci mette passione.

Quindi, mentre partecipava al campionato di F1, tra una gara e l’altra non ha mai disdegnato di correre in altre specialità, in particolare nei Rally.

Tutta la sua carriera motoristica è nata in italia, e la passione per i Rally non sono da meno. Fin dal 2009 Kubica faceva sporadiche apparizioni in piccoli rally più o meno famosi in giro per l’Italia, guidando una Renault Clio Super 1600.

Ottenne molti buoni risultati, contando anche che i suoi avversari utilizzavano vetture molto più performanti, ma non era il suo stile di guida a farlo piacere a “noi comuni mortali”.

Kubica ha sempre dato l’idea di essere rimasto con i piedi per terra, nei parchi assistenza scherzava e faceva amicizia con gli altri piloti (cosa che un altro pilota proveniente dalla F1, Raikkonen, non è mai riuscito a fare) arrivando anche a mettersi in ridicolo, passatemi il termine, nel 2010 al rally del Ciocchetto in cui si presentò sul palco vestito da babbo natale con il cappello rosso messo sul tetto della sua macchina.

wheels-kubica-andora-blog480

Nel Febbraio del 2011, poco dopo i primi test della nuova vettura con cui avrebbe corso la stagione, partecipò al Rally Ronde di Andora, per la prima volta alla guida di una Skoda Fabia S2000, un mezzo molto più perfomante della Clio e sulla quale non ha mai fatto molti test.

Alla prima prova speciale dopo pochi chilometri Kubica, si presume per colpa di una lastra di ghiaccio non segnata sulle note, perde il controllo del mezzo, e va a sbattere sul guard rail.

Quest’ultimo però invece di frenare l’impatto si apre, e taglia la Skoda come un panetto di burro uscendo dal portello posteriore.

Kubica subisce pesanti ferite alla gamba destra, un’emorragia interna e rischia la perdita della mano destra, il navigatore invece esce illeso dal mezzo.

Dopo un intervento di 7 ore, in cui gli viene ricostruita la mano, i dottori erano molto pessimisti sul fatto che potesse tornare a correre.

 

 

 

La forza di volontà ed il ritorno

La sua carriera sembra definitivamente rovinata, e le voci si rincorrono durante tutto il 2011 “rientra” “non rientra” “è rovinato”.

Durante l’inverno la sfortuna continua a perseguitarlo ed in piena riabilitazione, scivola sul ghiaccio e cade sulla stessa gamba fratturandosi la tibia. Le speranze dei fan di rivederlo al volante si azzerano di colpo.

Fino ad aprile 2012. il 7 aprile 2012 appare un video, un test su strada di Kubica nuovamente a bordo di una Clio S1600. Sui forum di tutto  il mondo i fan si scatenano, “fake” “non fake”, fino a quando non viene confermato dalla scuderia Erreeffe, proprietaria del mezzo su cui effettuava il test, che il video è reale e che Kubica ha realmente effettuato quel test quel giorno.

Qualche mese dopo riappare nei rally italiani, su di una Subaru Impreza WRC modificata ad hoc per lui in modo che non subisca troppi sforzi sulla mano destra (in pratica la leva del freno a mano invece che tirarla la spingeva), dominando la classifica in quasi tutte le occasioni, segno che la sua “fame” di rivincita non è mai calata un secondo.

Arriva il 2013, il sogno di tornare in F1 forse è svanito per sempre ma la voglia di tornare a correre a livello professionistico è tanta.

Tanto che a Febbraio effettua positivamente alcuni test di resistenza su di una Mercedes AMG C-Coupé DTM e dichiara di voler ancora tornare in F1.

Intanto si iscrive al Campionato Europeo Rally ed al WRC2 con una Citroen DS3 RRC (regional rally car, una versione depotenziata della wrc) convinto inizialmente di partecipare a pochi eventi del mondiale.

Mentre nell’europeo non decolla con 2 ritiri nelle prime 3 partecipazioni, nel mondiale semplicemente domina.

Cinque vittorie ed un secondo posto su sette partecipazioni, vincendo il titolo del wrc2 alla prima partecipazione e zittendo chi lo dava per finito.

 

 

 

Il futuro

I rumors dicono che il capo del team Citroen lo voglia nel team principale per concorrere al titolo WRC nella stagione 2014, e prima della conferma di Ivan Muller il suo nome era dato anche per il secondo sedile della Citroen Elisee WTCC del campionato del mondo turismo.

L’opzione F1 comunque non è ancora del tutto svanita, e nonostante io sia più un fan del wrc piuttosto che della F1, gli auguro di tornare in una monoposto il più presto possibile.

 

 

[Motorsport Fact] è la rubrica di Lega Nerd che parla di motori, competizioni, di aneddoti e storie annesse.

Una giornata alla scoperta degli studi di Milestone
Una giornata alla scoperta degli studi di Milestone
Wunderwaffen: i prototipi Messerschmitt
Wunderwaffen: i prototipi Messerschmitt
Wunderwaffen: i Prototipi Horten
Wunderwaffen: i Prototipi Horten
Ningyo: un corto modulare per Gabriele Mainetti
Ningyo: un corto modulare per Gabriele Mainetti
Tutti gli spot e trailer del Super Bowl 2015
Tutti gli spot e trailer del Super Bowl 2015
BMW i3 REx: Una scappatella elettrizzante
BMW i3 REx: Una scappatella elettrizzante
Il Dakar Rally
Il Dakar Rally