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Sesso e motori: le donne al volante


”Queste donne al volante!”

Il video di apertura esprime in maniera giocosa ma esauriente quale sarà l’argomento di questo articolo: la profonda e radicata convinzione che qualunque individuo che non sia in possesso del cromosoma Y (individuo altrimenti noto come “donna”) sia incapace di guidare un autoveicolo, o qualsiasi altro veicolo l’essere umano abbia mai inventato.

Esatto. Nonostante il titolo possa trarre in inganno, non ci saranno contenuti NSFW, ma solo una meticolosa disquisizione sull’origine e sulla veridicità della suddetta e ben nota credenza popolare del “donna al volante pericolo costante”.

Posto che ogni cliché affonda le sue radici in un fondo di verità, con questo articolo cercherò di dimostrare che donne e uomini siano pericolosi al volante in egual misura.

Guidare e Guidare

Innanzi tutto e soprattutto, per iniziare uno studio approfondito della questione, bisogna fare una distinzione essenziale –e badate bene, questo sarà il perno centrale su cui ruoterà l’intero metodo di analisi- tra il “saper portare la macchina” e il “saperla guidare sulla strada”.

Saper portare la macchina comprende tutte quelle azioni meccaniche che compiamo affinché il veicolo si muova e si diriga dal punto A al punto B.

Saper guidare significa saper manovrare il veicolo su una strada pubblica, battuta da altri veicoli, in modo che, partendo da un punto A, raggiunga il punto B in sicurezza e nel rispetto delle norme del codice della strada.

Saper portare la macchina

Il quoziente di difficoltà, a mio parere, è lo stesso nel manovrare un’auto che nel caricare una macchinetta del caffè; a volte può capitare di scordarsi di mettere la polvere (e sorprendersi del fatto che il caffè sia uscito subito…), a volte può capitare di scordarsi di mettere l’acqua (e far esplodere la cucina). Allo stesso modo, certe persone si scordano di inserire la prima al semaforo, certe non sanno partire in salita, certe parcheggiano ad minchiam, certe continuano a dare gas in seconda a 60 km/h finché il motore non fa il rumore di un aereo che decolla finché non si sente puzza di bruciato e si vede del fumo uscire dal radiatore finché non si rendono conto dell’esistenza delle altre tre marce.

Saper Guidare

Se portare la macchina è una operazione ridicolmente facile, saperla guidare su una strada è tutto un altro discorso. Guidare va contro la natura umana, è una delle mille costrizioni che la società ha imposto all’individuo libero e ruspante. Non vanno solamente rispettate delle regole scritte, dei codici unanimemente riconosciuti e validi per tutti; bisogna seguire anche le regole non scritte della morale e quelle del buonsenso, bisogna essere pazienti e rilassati, bisogna preoccuparsi non solo della propria sicurezza, ma anche della sicurezza degli altri automobilisti. Insomma, alla guida, bisogna comportarsi da esseri razionali.

Le possibili combinazioni

Posta la veridicità della suddetta distinzione –tra chi sa portare la macchina e chi sa guidare- gli automobilisti si dividono così in 4 grandi famiglie:

1.Non sa portare la macchina/ Non sa guidare
Di questa categoria, come spero, fanno parte solo i minorenni e coloro che non posseggono una patente di guida.
Maschi e femmine sono presenti in egual misura.

2.Non sa portare la macchina/ Sa guidare
Sebbene questa possa sembrare una categoria mediamente pericolosa, essa è in realtà la più innocua; vi appartengono per lo più persone che, consapevoli della loro incapacità manuale, hanno una sacrosanta paura della strada, e preferiscono optare per una guida orrenda ma sicura.
Fanno parte di questa categoria, tutti gli anziani maschi e tutte le anziane femmine (ognuno di noi, nella propria famiglia, ha in dotazione un ottuagenario che brucia la frizione della sua FIAT Punto), le femmine neo-patentate con scarsa autostima, le femmine amiche/fidanzate che prendono la macchina una volta l’anno quando il loro deretano non pesa abbastanza per farsi scarrozzare da qualche maschio correlato e mia madre. Esemplari di questo tipo si possono osservare mentre viaggiano a 30 Km/h, in prima, su una strada statale.

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3.Sa portare la macchina/ Non sa guidare
Queste persone confondono la loro abilità coi veicoli a motore per abilità nella guida. Essa è senza dubbio la categoria più pericolosa. Perché tanto loro la sanno portare la macchina, che problema c’è? Sono tutti Ken Block. Sono gli altri che non sanno guidare.
In questo senso, la natura non è stata sessista; ha donato il seme della “sindrome di Indianapolis” indistintamente a maschi e femmine. Non esistono corsie, non esistono semafori, precedenze, limiti di velocità; esistono solo OSTACOLI. Tutto ciò che ci impedisce di arrivare alla destinazione prefissata secondo i nostri tempi e le nostre modalità è il male assoluto, che va aggirato a tutti i costi. Le altre automobili sono solo delle appendici inevitabili di quella che consideriamo la NOSTRA strada.
Ed ecco quindi che troviamo automobilisti che “veleggiano”, facendo lo slalom tra quelle fastidiosissime lumache su ruote che impediscono loro di bruciare gli ultimi 10€ di benzina con una accelerata scenica; ecco che troviamo automobilisti che non danno la precedenza all’imbocco e all’uscita delle rotatorie; ecco automobilisti che non hanno nozione alcuna di cosa sia la distanza di sicurezza (che non sia mai ti capita di inchiodare te li ritrovi in macchina); automobilisti riservati che, per tutelare la loro privacy, si astengono dal farci sapere quali saranno i loro prossimi spostamenti , aborrendo l’ausilio delle frecce direzionali; automobilisti che di notte accendono gli anabbaglianti, gli abbaglianti, i fendinebbia e pure le lucine blu psichedeliche, talmente potenti che oltre a bruciarti la retina, ti fanno pure una TAC; automobilisti che in corsa si allacciano la cintura, mentre con una mano si rifanno il trucco e con l’altra mano messaggiano su WhatsApp; automobilisti che sorpassano i camion in curva nelle stradine di montagna a strapiombo sul nulla. Automobilisti che guidano dopo aver bevuto un bicchiere di troppo. Automobilisti che guidano sotto effetto di stupefacenti.

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4.Sa portare la macchina/ Sa guidare
Gli esseri mitici appartenenti a questa specie si manifestano solo e soltanto nei circuiti automobilistici. Comunemente noti come “piloti da corsa”, essi perdono tutta la loro abilità alla guida una volta inseriti in un habitat reale, ovvero una strada. Una volta fuori dalle piste, smettono di essere piloti e declassano alla categoria numero 3.

Esempi di donna al volante

Prima di giungere alla conclusione, volevo condividere con voi due esemplari tipo di guidatrici donne; una di esse avvalora in parte la tesi del “donna al volante pericolo costante”, l’altra invece la smentisce.

La Tassista del Pireo
Mi sono imbattuta in questo primo esemplare di donna guidatrice nell’estate del 2009, quando, fresca di maturità, feci una vacanza in crociera con la mia famiglia e la mia migliore amica. Uno degli scali era proprio il porto del Pireo, e ogni passeggero aveva la possibilità di visitare la città di Atene mentre la nave faceva i suoi rifornimenti. Il tempo, purtroppo, era davvero poco, e non sapendo come spenderlo al meglio, mio padre si fece abbordare da una tassista.

Questa frase non avrebbe senso in Italia (a meno che mio padre sia Raoul Bova e la tassista una quindicenne in pre-mestruo), ma lì è perfettamente normale; allo sbarco delle navi da crociera e dei traghetti, i tassisti si mettono ad “acchiappare i turisti al lazo”, offrendo loro il giro turistico della città in taxi per soli 10€ a persona. L’idea è grandiosa, perché, pur essendo la terza volta che visitavo Atene, essere guidata da un cittadino nei luoghi più caratteristici e in quelli non segnati sulle guide e sugli itinerari standard è molto meglio che arrancare verso il Partenone, fare due foto, e ridiscendere in fretta e furia per paura di perdere la nave.

Fatto sta che, purtroppo, quella che nei miei racconti è oramai nota come “La pazza di Atene” era una automobilista di tipo 3, ovvero, era abilissima al volante ma non sapeva guidare per nulla.
Mai vista una station wagon comportarsi come un motorino nel traffico di una grossa città. Questa matta sfrecciava a velocità incredibili tra le macchine evitando gli impatti per un soffio, inchiodava brutalmente, prendeva le curve talmente strette che la mia sindone è ancora stampata sul finestrino posteriore sinistro. Mi ricordo un’inversione di marcia allucinante davanti alla sede del parlamento greco, poco dopo il cambio della guardia. Non posso descrivere a parole il terrore che provammo quel giorno, soltanto una foto scattata “di rapina” in quel taxi può. E non la vedrete mai.

Danica Patrick

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Essa è, citando le parole della sua pagina Wikipedia, “la donna di maggior successo nella storia dei campionati automobilistici statunitensi a ruote scoperte”. In altre parole, Danica Patrick è un pilota da corsa, che compete in gare di massimo livello insieme agli uomini. Unica donna al mondo ad aver vinto, nel 2008, una gara della IndyCar (la Indy Japan 300). Nel 2009 si è piazzata al 5° posto nella classifica finale piloti, stesso anno in cui ha raggiunto la 3° posizione alla Indianapolis 500, la gara principale del campionato IndyCar. Dopo 7 podi e 3 pole in carriera nella IRL (IndyCar), nel 2010 è passata al campionato NASCAR Nationwide Series (per maggiori informazioni sulla competizione date una occhiata qui). Insomma, ‘sta ragazza (Beloit, Wisconsin, 25 marzo 1982) sa guidare. E fa pure la modella.
[more]Se nominiamo Danica Patrick (presa ad esempio perché mio idolo personale), non possiamo non ricordare con lei anche Michèle Mouton (considerata la più grande pilota donna della storia) e Jutta Kleinschmidt (unica nella storia ad aver vinto un Rally Dakar); sono le sole donne assiema a Danica, ad aver vinto gare automobilistiche in competizioni di serie mondiali. E se vi state convincendo del fatto che esse sono solo l’eccezione che conferma la regola, che chiunque di voi baldi e fichissimi maschietti sia un pilota migliore di queste tre, vi fermo subito; la risposta è no. Non lo siete.[/more]

Il succo del discorso

Alla luce di quanto detto finora, si evince che, sebbene nelle operazioni di manovra degli autoveicoli si riconosca una certa dis-abilità prevalentemente negli individui di sesso femminile, viene riconosciuta, indistintamente e in egual misura, agli individui e di sesso maschile e di sesso femminile, l’incapacità di stare alla guida degli autoveicoli stessi su strada pubblica e trafficata, e l’incapacità di condurre tale veicolo in sicurezza e nel rispetto delle norme del codice della strada.

Pertanto, il detto “donna la volante pericolo costante” non è veritiero rispetto alla realtà dei fatti.

In conclusione, abbiamo dimostrato che Crudelia DeMon sia effettivamente un “pericolo costante”, ma non in quanto donna; lo è in quanto pazza.

Drive safe.

Fonti:
Wikipedia
Me medesima

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