Q

Una boiata, proprio come Q (Libero su Altai)

Non so farti una lista dei miei 10 libri preferiti, però il primo è Q. (Io su Q)

Un po’ di tempo fa si discuteva sul fatto che la lega dovesse avere o meno recensioni di libri.
Io ero per il partito del no (il mio profondo pensiero era circa: “a me non me ne frega un cazzo di cosa leggete voi perché a voi dovrebbe importare di cosa leggo io?” e “questo non è un cazzo di sito di recensioni”), in ogni caso fare un tentativo non è un gran danno, inoltre ho scritto un post che si rifaceva molto a uno dei miei libri preferiti quindi se devo fare un try one shoot tentativo tanto vale farlo con un libro che, secondo me, merita davvero (e anche per evitare altri commenti del tipo “ho letto Altai adesso leggo Q” voi volete distruggere l’ordine del mondo!).

L’Autore

Non si può parlare di Q prescindendo dal suo autore.
Q è scritto da Luther Blisset, Luther Blisset però non esiste.
Luther Blisset è un nome multiplo, usato per decine di pubblicazioni e da svariati performer che si rifacevano a una tradizione anarchica tra gli anni ’80 e gli anni ’90 soprattutto nei paesi anglosassoni.

Gli autori di Q sono il collettivo Wu-Ming (altro nome multiplo) che in cinese significa “senza nome” oppure “cinque nomi” la base del collettivo sono infatti 5 persone.
I loro nomi non sono un segreto ma le loro opere vengono prodotte sempre come Wu-Ming o di volta in volta Wu-Ming1, Wu-Ming2 etc.

Sono un gruppo estremamente attivo con diverse iniziative e molto prolifico avendo scritto, oltre a romanzi, anche racconti, articoli, saggi e quant’altro.

Il loro orientamento e le loro idee possono piacere o meno (a me piacciono) ma è innegabile il loro impegnarsi in prima persona, ad esempio considerano la cultura un bene libero per chiunque e ogni volta che pubblicano un romanzo lo pubblicano in contemporanea sul loro sito, in formato pdf, liberamente scaricabile da chiunque.

La Trama

Onde evitare ogni spoiler mi terrò estremamente sul vago.
Q è un romanzo storico, ambientato nel 1500.
La ricerca storica per scrivere questo romanzo è stata estremamente accurata e ha impegnato gli autori per anni, questo traspare molto bene nel testo.

Il libro racconta di un viaggio.
Il protagonista è “senza nome” o meglio attraverso il romanzo cambia nome in continuazione.
Lo modifica per varie ragioni, solo all’inizio usa il suo nome reale, da li in poi lo abbandona senza più riesumarlo.

Il protagonista è uno studente di teologia, mosso da fede ma anche da curiosità, e proprio questo suo incessante ricercare lo porterà a vagare per l’Europa a unirsi di volta in volta a culti e sette che si formavano negli anni della Riforma e della Controriforma, a prendere parte agli eventi di quegli anni turbolenti (tra cui appunto la rivolta di Munster) a interrogarsi su cosa sia la fede, dio e su cosa sono invece gli uomini.

L’altro grande protagonista è Q, il cacciatore di eretici.
Q si palesa nel romanzo solo attraverso delle ricercatissime missive che inoltra al suo superiore, il cardinale Carafa, per monitorare la situazione in Europa.
Impossibile farsi un’idea di chi sia, il tono volutamente aulico delle lettere nasconde la sua identità.
In ogni caso è un uomo scaltro, non sappiamo quanto devoto, è una spia attenta, un abile tessitore di intrighi, artefice dei fallimenti di molti dei piani del protagonista, sebbene nemmeno lo conosca e giochi su una scacchiera ben più alta, dove i pezzi sono interi stati o intere confessioni religiose e non semplici uomini, dove la religione non è solo fede ma, soprattutto, politica e potere.

Intorno a questo binomio si muovono molti altri comprimari, la maggior parte di loro figure storiche, artefici, vittime e carnefici dei grandi sconvolgimenti europei di quegli anni.

Ovviamente non vi dico come finisce, la fine, almeno per me, è stata un incredibile scelta stilistica.
Molti dicono sia un po’ scontata (comunque è pur sempre un romanzo storico) ma io l’ho apprezzata moltissimo.

Q ha un “seguito” ossia Altai.
Altai in realtà (nonostante le mie sparate) può essere tranquillamente letto come romanzo a se stante senza nulla perdere, per certi aspetti anzi vi eviterete di doverlo confrontare a Q, confronto da cui non ne esce benissimo, pur essendo un bellissimo libro anche lui ;)

Lo Stile

Lo stile è la terza componente che rende questo romanzo così particolare.
Essendo scritto da più autori, il modo di descrivere le scene, le persone, i luoghi, cambia di volta in volta, a volte all’interno dello stesso blocco narrativo.
All’inizio l’effetto è stordente ma poi si amalgama perfettamente al tipo di narrazione rendendola sempre diversa, sempre vivida.
Una scelta che richiede un’altissima preparazione per riuscire a mescolare i vari modus senza che questi creino delle barriere alla comprensione del testo.
C’è da dire in ogni caso che tutti gli autori sono ottimi scrittori e la narrazione ne guadagna (per dirla con Aristotele “il risultato è migliore della somma delle sue parti”).

Conclusione

Bene, avrete capito che sono di parte, il che è ovvio, ognuno legge i libri che gli piacciono.
Io sono un lettore medio, leggo tra i 25 e i 30 libri l’anno e non ho una formazione letteraria.
Prendete quindi tutto quello che ho scritto e buttatelo via, è incredibilmente complesso scrivere di un romanzo come Q e io non sono di sicuro la persona più adatta.
Detto questo, lo considero un capolavoro.
Uno di quei libri che mentre li leggi pensi “speriamo che nessuno ne tragga mai un film perché farebbe cagare” e che man mano che ti avvicini alla fine, e vedi la parte ancora da leggere diminuire rapidamente, vorresti che fosse più lunga, che durasse ancora centinaia di pagine… fino all’ultima sera, quando sai che finirai il libro, e quindi te la prendi comoda, assapori i capitoli finali con calma, facendoli durare e riscorrendo mentalmente tutto il viaggio che il protagonista e tu avete appena finito di fare assieme.

Il sito di Wu-Ming
La pagina dove downloaddare gratuitamente le opere se avete le braccine corte

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