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La Rivolta di Munster

LEGANERD 047137

In questa vita ho imparato una cosa sola: che l’inferno e il paradiso non esistono. Ce li portiamo dentro dovunque andiamo.

 

Tutti noi conosciamo la storia di Munster perchè abbiamo letto Q (e se non l’avete letto shame on you! leggetelo al più presto!), rispolveriamo quindi come storicamente si svolsero i fatti.

Siamo nella prima metà del ‘500, l’America è appena stata scoperta e nelle sale da ballo impazza il minuetto, le donne vestono elaborati corsetti e gli uomini si lavano una volta ogni sei mesi.

Munster è una ridente cittadina tedesca situata nel ricco principato di Munster (you don’t say?).
I contemporanei la descrivono come una città opulenta, sede vescovile, con ben 6 collegi e diverse altre scuole, polo di cultura classica e con una bellissima cattedrale.
Ora questo è vero, il contemporaneo però si dimentica di citare che la bellezza della città era goduta da una ristretta cerchia di persone: il clero e i nobili.

Erano ancora (ancora?) i bei tempi in cui il clero si arricchiva sulle spalle della popolazione, i vescovi avevano concubine che non facevano segreto dei loro altolocati protettori e la bolla delle indulgenze sembrava un pozzo dorato senza fondo.
La popolazione non sarebbe stata così d’accordo con la bella descrizione di cui sopra, i poveri erano molti (ma come sappiamo non contano mai un cazzo) e la classe borghese iniziava a fare richieste.
Nulla di troppo esoso: ad esempio chiedevano che i beni, alla morte, potessero passare agli eredi e non dritti al clero o che magari le tasse arbitrarie fossero pagate anche dagli uomini di chiesa visto che alla fine della fiera mantenevano i loro vizi.

A dar voce alle richieste di questi comunisti uomini devoti si affaccia alla città una nuova spinta riformatrice… La Riforma appunto.
Nel 1517 un monaco (tale Lutero) aveva affitto le sue famose 95 tesi, molte non sono altro che pipponi teologici di cui non frega un cazzo a nessuno contestazioni religiose ma un paio piacevano parecchio alla popolazione, in particolare: salvezza solo tramite la fede (quindi non con buone azioni o pagamenti vari), libera interpretazione della Bibbia, sacerdozio universale e altre cosucce simili.

Nel 1525 a Munster scoppiano i primi tumulti contro il clero, la scusa sono gli insegnamenti luterani, la verità è che il popolo ne ha le palle tasche piene del vescovo e dei suoi tirapiedi.
Forse terrorizzati di poter scoprire anzitempo di essersi sbagliati sull’aldilà il vescovo e il concilio ecclesiastico (e quello municipale) approvano una lunga serie di richieste.
Quindi, per protesta, i porporati abbandonano la città: lo sdegno di tale gesto convincerà la popolazione del loro errore pensano.
Pessima scelta, non solo nessuno li rivuole indietro ma anzi i luterani si infilano subito e prendono il potere.
Alchè il vescovo decide ci rivolgersi a chi sta più in alto di lui (non Dio, bensì l’arcivescovo di Colonia), il quale si mette in contatto con il concilio cittadino e lo blandisce con parole di miele (qualcosa del tipo “mettete la testa a posto o vi sterminiamo tutti e dio riconoscerà i suoi (cit.) ah e cacciate quei cazzari dei protestanti”) e così il vescovo e i suoi pisciotti fanno il loro ritorno in città tra la gente che sorride a denti stretti.

Appena tornati dentro decidono che in passato hanno sbagliato metodo e quindi vogliono riconquistarsi l’appoggio della popolazione: mettono quindi su un clima di terrore e di delazione reciproca con esilii e persecuzioni varie, una specie di Germania dell’Est ma a Ovest.

Va da se che la situazione divenne se possibile ancora più critica.

Atto Primo – Il Braccio e la Mente: Knipperdolling e Rothmann

”Oggi ho chiesto a un bambino di 5 anni chi fosse Gesù; una statua mi ha risposto” (Rothmann in Q)

Knipperdolling, chi era costui?
Too long didn’t write, c’è wiki per queste cose.
Comunque era un anabattista.
Cosa è l’anabattismo?
(vedi sopra, o meglio, link al fondo).

In ogni caso era un buon oratore e soprattutto non perdeva occasione per difendere gli oppressi dalle prepotenze dei potenti.
Questo gli diede una buona nomea tra gli strati più umili della popolazione.
Si diede da fare in vari modi, raccogliendo intorno a lui abbastanza popolino da spaventare il clero e evitarsi quindi azioni contro di lui.

Rothmann invece era un figlio di papà, aveva studiato nelle università fichette di teologia ed era tornato a fare il predicatore a Munster.
La sua predicazione era molto pro-popolo (una specie di teologia di liberazione ante-litteram) del quale commiserava la trista condizione, inoltre era apertamente schierato contro l’esistenza del purgatorio.
Tutto ciò non lo mise in buona luce agli occhi del vescovo e lo spinse verso le linee protestanti (so che sembra una cazzatona, tipo schierarsi contro l’idea di Mordor ma i tempi erano quelli e la cosa era molto dibattuta soprattutto per motivi economici).

L’unione di queste due menti diede forma a una contestazione organizzata: troppo forti per essere puniti con le armi (Knipperdolling), troppo preparati per essere battuti con la dialettica (Rothmann).

Il nuovo vescovo della citta Waldeck (Francesco di) uomo autoritario e conservatore cercò in tutti i modi di spezzare questo sodalizio ma, al crescere di nuovi tumulti popolari, fu costretto nuovamente ad abbandonare la città con tutto il clero.

Dopo un po’ di scaramucce e trattati il vescovo rientra, il potere civile rimane a lui ma il potere religioso passa quasi totalmente ai protestanti.

Atto Secondo – Facce Nuove: Jan Matthys e Giovanni di Leida

In questo clima allegro giungono in città due nuove facce Jan Matthys e Giovanni da Leida.
Questi due sono anabattisti vecchia scuola che predicavano in Olanda.
L’Olanda ai tempi non era la patria della libertà fattona che conosciamo oggi ma era una fucina di nuove idee spesso folli tra cui anche idee religiose.
In ogni caso Jan e Giovanni erano due estremisti.

Arrivati in città si uniscono a Knipperdolling e Rothmann (che diventa anabattista pure lui) e iniziano a pianificare la “liberazione” della città da protestanti e cattolici.
Mandano lettere in Olanda attirando altri anabattisti, sfidano sempre più apertamente il potere del vescovo, fanno proseliti e si procurano armi che iniziano a distribuire tra la popolazione.
Il tutto tra un inasprimento della repressione da parte dei cattolici guidati da Waldek.

E’ il 1534 la città è sempre più scossa dai tumulti, in un ultimo, disperato tentativo di salvarsi il vescovo dichiara libertà di culto per gli anabattisti, ma ormai è troppo tardi: la rivolta esplode a febbraio, i rivoltosi si impossessano della città, il consiglio cittadino si da alla fuga mentre il vescovo, dalla sua residenza in campagna, manda inutili minacce ai comunistiardi.
Pochi giorni dopo è proclamata la repubblica!

Atto Terzo – La Teocrazia in una Città Sola

Per prima cosa gli anabattisti fecero festa, o meglio fecero la festa ai cattolici e protestanti: chi non si convertiva fu spogliato di tutto e buttato fuori dalla città (e con tutto intendo vestiti compresi e fuori era inverno con metri di neve).
Quindi depredano chiese e monasteri, fondono tutto quello che trovano e ne fanno armi e, per non farsi mancare niente, fanno un bel rogo di tutti i libri esistenti Bibbia esclusa.

Al calduccio di questo bel falò Matthys, eroe indiscusso, straparla arringa le folle promettendo una sollevazione di tutte le città della Germania e un nuovo regno di dio in terra: questo è solo l’inizio! promette.
Ovviamente è un uomo di buon cuore, quindi se qualcuno gli fa notare che “magari” non è proprio così, lo fa uccidere sulla piazza.

Ormai il popolino lo acclama come un profeta e Jan, in nome dell’uguaglianza degli uomini, scioglie il senato e la repubblica, si arroga tutto il potere e diventa capo indiscusso della teocratica nuova Sion.

Quindi impone il suo delirante manifesto politico-religioso ossia un comunismo teocratico (roba che credevo si potesse fare solo a Civilization IV).
Terre da ridistribuire non ce ne sono, pazienza, fa accumulare tutti i beni all’interno di chiese e magazzini e poi li raziona tra la popolazione in base alla numerosità delle famiglie.
Tutto il popolo è invitato a donare, chi non dona viene costretto convinto a “donare” a colpi di bastone dialettica dalle milizie di Matthys.

Visto che non ci sono molti lavori da fare coopta tutta la popolazione a costruire difese, infatti il vescovo non ha perso tempo e, ingaggiato un esercito di lanzichenecchi ha circondato la città.
La vista delle milizie avversarie venute a distruggere la nuova Gerusalemme rende furioso il predicatore che, radunati 300 scannagatti, compie un ardita sortita il giorno di Pasqua (un po’ telefonata come sortita).
Gli anabattisti raggiungono le linee nemiche ma Jan si fa avanti da solo e si mette ad arringare i soldati nemici.

Ora, io mi immagino una cosa simile.
Capo dei soldati ”Noi abbiamo le armi!”
Jan ”Voi non avete le armi, voi avete la speranza che quando le vostre spade avranno colpito Dio sia ancora con voi.”
CdS ”Balle, tu non hai nulla a parte le tue belle paroline e le mossettine da predicatore”.
Jan ”Sotto queste vesti c’è un idea! E le idee, sono a prova di balestra!”

Ovviamente aveva torto marcio (non tanto sulle idee quanto sul fatto che lui lo fosse) e nella battaglia successiva si dimostra ampliamente che non era a prova di spadate e infatti muore.
Brutta notizia, ma non brutta come quella che altri anabattisti non sarebbero arrivati dall’Olanda essendo stata ogni altra sollevazione anabattista brutalmente repressa.
La rivoluzione non ha coinvolto tutto il mondo, tocca arrangiarsi in un paese solo.

Atto Quarto – Dio Propone, l’Uomo Dispone

Lo scettro passa a Giovanni di Leida, a lui il compito di risollevare gli animi.
Impone subito una dittatura ancora peggiore: chi non ubbidisce al profeta (lui) viene ucciso.
Organizzò la città militarmente aumentando le difese mentre fuori, l’esercito del vescovo riceve rinforzi dai principati vicini: non sia mai che la rivolta si estenda.
Giovanni era un discreto stratega, prima guidò una sortita vittoriosa e quindi respinse il contrattacco delle milizie nemiche.
Vittorie che diedero speranza alla popolazione assediata ma che di fatto non interruppero l’assedio.

All’interno della città però le cose iniziano a mettersi male: Giovanni dichiara lecita la poligamia, lui stesso prende diverse donne in “moglie” (alcune poco più che ragazzine) e ne fa ammazzare una che gli resiste.
Alcuni cittadini si ribellano e vengono giustiziati dai lealisti.
La città è attraversata da un’ondata di anarchia e amore libero, alle donne è proibito negarsi agli uomini.
Crea una corte di fedelissimi ai quali dà titoli ampollosi, ordina nuove requisizioni e tiene per se il meglio prima di redistribuire tutto.
Sposa un totale di 16 donne e forma il suo personale harem in cui si dà a diverse orge, si fa forgiare gioielli d’oro e un sacco di altre stranezze.
La città scivola nel caos.

Knipperdolling cerca di deporlo ma Giovanni manda i suoi soldati a prenderlo e a imprigionarlo.

Le truppe nemiche tentano un altro assalto, ma anche questo viene respinto con un bagno di sangue.
A questo punto il vescovo è costretto a chiedere altri aiuti che gli vengono concessi dai principati.
Il comando passa ai generali dei principi che intensificano l’assedio.

Sipario – La Fine del Sogno

La città è ormai scivolata nel caos più totale, corruzione sfrenata, amore libero, fame, fanatismo, terrore, tutto si mescola.
Banchetti e orge a cui fanno da contorno la mancanza di cibo e le malattie per la popolazione e un assedio sempre più spietato.
Per risparmiare risorse Giovanni caccia dalla città i vecchi e gli inabili a combattere che vengono massacrati dalle truppe nemiche o muoiono di fame e stenti.

Alla fine qualcuno decide che ne ha a basta, raggiunge il campo degli assedianti e dichiara loro che è disposto ad aprire le porte della città.
I lanzichenecchi non aspettano altro, lanciano un ultimo assalto penetrando le difese e trovando le porte spalancate, sciamano nella città massacrando chiunque gli si pari davanti.
Nonostante la popolazione si arrenda nè il vescovo nè i generali mettono freno al massacro che dura diversi giorni.
I capi della rivolta tra cui Giovanni e Knipperdolling vengono torturati per ore e infine ammazzati.
I loro corpi rimarranno appesi dentro delle gabbie per 50 anni prima di essere tumulati.
Le gabbie invece sono li ancora oggi.
E’ il luglio del 1535, il “regno di dio” è durato un anno e mezzo.

Conclusioni

Dopo i fatti di Munster gli anabattisti persero ogni credibilità in Europa, vennero cacciati dalle cariche politiche e subirono una serie di persecuzioni terribili su tutto il continente.
Molti emigrarono verso Est o verso le Americhe, diedero il via a una serie di scismi di cui non sono affatto esperto ma che se non sbaglio formarono le comunità dei Quaccheri, dei Battisti e degli Amish.
I fatti di Munster gettarono una luce sinistra su una religione che tutto sommato si rifà a precetti estremamente pacifici.
Sarebbe facile puntare il dito su pochi esaltati ma in realtà un’intera popolazione fu prima complice e poi vittima di questa follia, gente che probabilmente capiva poco di Dio ma che cercava solo un po’ di giustizia o, più prosaicamente, di pane.
Ed è questa forse la vera tragedia.

Sipario.

Spero che lo spettacolo vi sia piaciuto, esorto nuovamente a leggere Q per chi non l’abbia già fatto.
Sotto spoiler il mio imho, sotto ancora un po’ di link da cui ho spudoratamente copiato attinto qualche dato.

[spoiler]Io non sono mai stato a Munster, ma, quando ci andrò, andrò a vedere le gabbie.
Non per Giovanni o Knipperdolling o gli altri matti che si fecero ammazzare e condannarono una città alla rovina, per alcuni saranno dei martiri, ma non per me.
Quelle gabbie, a mio avviso, non raccontano una storia epica, non gridano al mondo “potete imprigionare il mio corpo ma non il mio spirito”, per come la vedo io stanno li a dire che gli uomini riescono sempre a incasinare tutto.
O, perlomeno, lo fanno coloro che credono nelle ideologie, qualunque ideologia, giusta o sbagliata che sia.
Una volta qualcuno mi ha detto che un’ideologia non può essere sbagliata se qualcuno è disposto a morire per essa; io credo che sia esattamente il contrario. Un’ideologia che richieda di morire per essa è un’ideologia sbagliata, è un’ideologia che porta al fanatismo e il fanatismo non porta mai a nulla di buono.
Il fanatismo prende una dottrina economica e ne fa una dittatura, prende un libro e ne fa sopraffazione, prende un idea e ne fa un’arma, un’arma da puntare contro gli altri.
E con questo non voglio dire che non ci sono martiri, che non ci siano idee valide e che non bisogna perseguire ciò in cui si crede: io sono fermamente convinto che tutti debbano cercare di rendere se stessi, gli altri e il mondo un posto migliore.
Dico solo che, quando iniziamo a farlo senza più farci domande, allora finisce che combiniamo un casino.
E quindi andrò a vedere quelle gabbie quando passerò da Munster, così da ricordarmi di essere sempre curioso, di aver sempre da imparare, di essere sicuro di capire sempre bene ciò per cui mi batto e ciò che sostengo.
Insomma, per ricordarmi che è davvero facile combinare un casino.
[/spoiler]

And, of course, the Munster Cages
[more]

LEGANERD 047138

[/more]

Fonti

Rivolta di Munster

Anabattisti

Personaggi

Knipperdolling

Rothmann

Jan Matthys

Giovanni da Leida

Francesco di Waldek

Adattamento

Q di Luther Blisset, scaricabile liberamente dal sito degli autori.

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