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Chi non ha due ruote non può capire quanto valgano due ruote.

Chi non ha due ruote non può immaginare cosa significhi sentire la strada, trafiggere il vento.

Possiamo apparire strani, superbi, bardati di quella seconda pelle che regala un aspetto alienante ed una camminata goffa a tratti comica; ma non ci interessa camminare, i piedi non servono a quello.

Quando indossi un casco ed abbassi la visiera non sei più tu, ma tu e la tua moto, un’alchimia che fonde insieme carne e motore, cervello e valvole trasformandoti in un centauro gobbo, in un amante focoso sdraiato sul corpo della sua bollente concubina meccanica.

Salire, partire, viaggiare, correre, aprire, scalare, chiudere, piegare, correre, correre, correre, scivolare, cadere, scorticarsi, fratturarsi, rialzarsi, imprecare e di nuovo salire, partire…

Se hai due ruote le trappole della strada si moltiplicano, il brecciolino al lato della carreggiata può farti sculare, il sanpietrino viscido può regalarti una rovinosa caduta, ma quando sei ancora dentro casa ed indossi i tuoi abiti idrorepellenti pensi “ora mi faccio un bel giro!”

Se hai due ruote constringi chi ti vive vicino a prendere le tue stesse abitudini; zavorrine (e zavorrini) si avvicinano spaventati come cerbiatti la prima volta, magari con un casco modulare troppo grosso che trascina la loro testa all’indietro. Salgono spaventate, talmente tanto incollate da poter sentire il loro cuore battere attraverso le giacche, si godono il paesaggio tranquille scambiando la moto per un bob a due e piegandosi ti rovinano la traettoria; alla prima staccata però, sono nuovamente serrate e strette, stavolta il cuore batte forte per l’emozione e non per la paura.

Se hai una moto, chiunque abbia una moto guadagna un punto in più, perchè sai che capisce cosa vuol dire essere bigommati, si parte tutti insieme, ma il viaggio è sempre solitario, si parla solo tra un caffè ed un pieno, tra una sigaretta nella piazzola di sosta ed una stiratina ai bordi della strada… chiedete ad un motociclista se vuole farsi un lungo viaggio con l’interfono sempre acceso, il suo “NO!” sarà secco e categorico.

Lunghe carovane verso lidi festosi che a volte, maledettamente, si tramutano in lidi luttuosi; ma continuerai a macinare chilometri, continuerai ad aprire, inseguendo il traguardo anche per chi non c’è più.

Se hai due ruote non hai bisogno di una foto, di un nome; ti basta marca e modello ed hai già capito.

Se hai due ruote vivi in una grande famiglia, dove tutti sono padri, madri, fratelli maggiori e fratelli minori.

Un fratellino è andato via, a correre su una pista dove le saponette non si consumano mai, dove puoi entrare stretto e schizzare ancora più stretto in barba a tutte le traettorie e leggi fisiche, dove se pieghi troppo, il tuo ginocchio solca l’asfalto come se fosse acqua, dove le vie di fuga sono inutilizzate, dove i cordoli sono veri e propri “turbo”.

Un fratellino è andato via, su una moto che non si usura mai, che non ha bisogno di cavalletti per rimanere su, che con la tela in bella vista assicura un’aderenza formidabile, che non scula mai, con i freni immacolati, tanto basta ed avanza il frenomotore, con la quale puoi fare pinne a 110° e frenando, scaraventarla giù per fare un’altra pinna a 110° con l’anteriore.

… E se veramente esiste un paradiso, ma non comprende una pista; se hai due ruote sai che quello non è veramente il paradiso.

Doppi Lamp Sic.