Gamberi Fantasy

LEGANERD 044249

In vista dell’Ada Lovelace Day, ho scritto alla Gamberetta più temuta del web e le ho chiesto se le avrebbe fatto piacere rispondere a qualche domanda per il nostro social blog preferito (c’è cascata, ed ecco le conseguenze N.d.B.).

Chiara. Gamberetta.

Una delle tastiere più feroci e divertenti del fantasy, fantascienza e horror soprannaturale.
Ricordo ancora quando, qualche anno fa, Arha mi suggerì di visitare un blog crudele e scanzonato come piace a noi.
L’occasione credo fosse la recensione (o meglio la flagellazione) di Twilight. O di chissà quale altro orrore editoriale.
Per capirci, in approfondimento c’è un assaggio delle recensione dei vampiri glitterati.

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Essere dei vampiri gnokki implica l’immortalità. Avere forza, agilità e resistenza molto superiori a quelle umane. Avere i sensi molto più sviluppati e quando si compie la mutazione si ottiene anche un potere bonus: c’è il gnokko che predice il futuro, il gnokko che può influenzare lo stato d’animo altrui e il gnokko Edward è un telepatico.
Una piccola nota su questi poteri bonus: sono stati inseriti senza alcuna logica, solo perché servivano alla trama, tanto che Edward può leggere nella mente di chiunque, umano o gnokko, ma non nella mente di Bella. Un classico esempio di regola creata ad hoc e irrealistica, chiaro sintomo di pigrizia o stupidità da parte della Meyer.

Gli gnokki, nell’universo di Twilight, non devono neanche temere la luce del sole, non temono croci, aglio, acqua santa, non temono niente. In più non sono neppure obbligati a bere sangue umano, possono sopravvivere nutrendosi di animali. Né pare perdano l’anima o diventino malvagi: la sete di sangue può portarli a gesti inconsulti, ma volendo sanno trattenersi.
Perciò la domanda è: perché non divengono tutti gnokki? Qual è la fregatura? La Meyer non lo dice, ma io ho capito quale sia, e tutta da sola (sono furba!) Ho ragionato su questo particolare: Edward è nato nel 1901, è diventato gnokko nel 1918, la storia è ambientata nel 2005, Edward è ancora al Liceo! In altre parole credo che gli gnokki siano ritardati mentali.
Non che Bella sia molto più sveglia. Insomma, se io scoprissi che il mio ragazzo ha cent’anni ed è uno gnokko, una delle prime domande sarebbe:
«Che cazzo ci fai ancora al Liceo?!»
Bella invece china la testa, tutta rossa di vergogna, e mormora fra sé: «km 6 bello!». Bella vive in stato d’imbarazzo perenne vicina a Edward, e la loro conversazione ne risente molto.


Tratto dalla recensione
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Credo di aver letto ogni post, ridendo di gusto e molto spesso amaramente.
Ho scoperto libri che ho poi amato, ho letto recensioni che mi hanno trovato d’accordo e altre che invece ho condiviso meno. Un esempio su tutti: il giudizio severo di Gamberetta su Tolkien. È vero tutto ciò che scrive, ma per me Tolkien è avere quindici anni, fuggire da un liceo classico popolato da professori idioti con tendenze pederaste e compagni di classe che sono ancora oggi il miglior argomento a favore dell’aborto coatto, e rifugiarmi in un mondo senza panozzi e sfittinzie.

Gamberetta è una giovane donna con un grande dono: sa essere crudele e spietata.
E sa quando esserlo.
Praticamente, sempre.
Amante della letteratura fantasy e affini, decide nel 2007 con il fratello di aprire un blog, spinta dal desolante tenore dei siti che si occupano di fantasy in Italia, in particolare per quanto riguarda le recensioni: semplicistiche, disoneste, quasi mai accompagnate da citazioni dal testo in esame.

All’inizio gli articoli sono delle allegre passeggiate nel sangue con delle feroci (e tristemente meritatissime) recensioni degli sforzi che si potrebbero definire tranquillamente intestinali di autori italiani, ma dal gennaio 2010 cambia la politica del blog e la Gamberetta si concentra sulla produzione internazionale, confinando quanto prodotto in Italia nella sezione Marciume Marciume. Nomen omen…

Se gli articoli in home page sono decisamente interessanti, i rant in Marciume sono certamente la parte più divertente.


Il livello medio del fantasy italiano è spazzatura. E negli ultimi due anni è andata sempre peggio. Oggi, un romanzo orribile quale Nihal della Terra del Vento è a tutti gli effetti uno dei migliori fantasy italiani in circolazione. Senza ironia. Licia Troisi che tanto sbeffeggiavo è tra gli autori più bravi. Questo può dare un’idea di come siamo caduti in basso.

Io voglio occuparmi di steampunk e new weird, di centauroidi rettiliani e light novel, mi interessa la tecnica narrativa e il bizzarro. Voglio scrivere le storie che piacciono a me e, se avanza tempo, tradurre i racconti di Cory Doctorow visto che la licenza lo permette. Gli autori italiani c’entrano qualcosa? No, neanche per sbaglio.
Per carità, li capisco: loro non si fanno ingabbiare. Loro sono Artisti e Scrittori, vivono in una dimensione rarefatta dove concetti come “originalità”, “fantasia”, o “tecnica narrativa” non esistono. Loro non scrivono romanzi, loro scrivono Libri con la ‘L’ maiuscola. Sono così gonfi di aria fritta che volano e ascendono al Cielo. Io rimango con i piedi per terra e faccio ciao ciao con la manina.

Tuttavia…

Tuttavia a me non piace neanche l’altro atteggiamento, quello di alzare le spalle, dire: “Siamo in Italia” e lasciar correre. Io sono orgogliosa di essere nata in Italia e non farei cambio con nessun’altra nazione. Mi fa enorme rabbia vedere come siamo ridotti male, almeno nell’ambito che io conosco e che mi interessa. Questo sito è nato proprio in risposta a una situazione di ignoranza e disonestà divenuta intollerabile.
Quando il Premio Urania – forse il più prestigioso premio per la narrativa fantastica in Italia – viene assegnato a un romanzo che più che un libro è una pila di cacca è inutile voltarsi dall’altra parte: la puzza ti raggiunge lo stesso.
Dunque inauguro il Marciume.
Nel Marciume finiranno quegli articoli che la Decenza mi impone di scrivere anche se so in partenza che non servirà a niente. Se fosse già stato attivo il Marciume, lì sarebbe finita l’analisi delle prime pagine di E-Doll, il famigerato vincitore del Premio Urania, oppure la polemica su un certo ponte sopra un fiume con due sponde.
Gli articoli del Marciume saranno rozzi, trattandosi di melma: niente immagini, niente link di approfondimento, e sarò brutale come più mi aggrada. In compenso il Marciume non apparirà in homepage; sarà una sezione separata del sito, come già succede per le Segnalazioni.

Non solo critiche, Gamberetta non è solo una fustigatrice di autori cialtroni e delle loro deiezioni editoriali, ma offre anche articoli come la serie Manuali in cui spiega tecniche basilari ed avanzate di scrittura.
Il fatto che lo Show don’t Tell in Italia sia considerata tecnica avanzata la dice lunga sulla situazione.


Il critico che parla di contenuti offre solo un’altra opinione; il critico che parla di tecnica mette in luce il funzionamento della narrativa. Molto più interessante!

Dall’articolo in cui parla di John Mullan e del suo How Novels Work

Gamberetta è anche una scrittrice, e dimostra di conoscere molto bene la tecnica della scrittura. Potrà non piacervi cosa scrive (se siete dei perfetti imbecilli che leggono solo tuailait) ma non come scrive.
S.M.Q. merita una lettura.
Cosa significa S.M.Q.?
Leggilo qui.


Chissà se è soddisfatta che i commenti al suo blog siano un laboratorio di scrittura creativa collettivo. Il suo voler condividere ciò che sa con altri aspiranti scrittori è la miglior risposta a chi dice che è kattiva solo perché non la pubblicano: una vera kattiva inacidita dai rifiuti delle Somme case Editrici non perderebbe gli anni migliori della sua gioventù a recensire manuali e a spiegare al popolo tecniche di scrittura, correggendo peraltro i compiti a tutti… gratis.

Commento di Arha alle critiche che vengono rivolte a Gamberetta.

Ecco l’intervista, un pot pourri di domande via mail, faq e citazioni dal suo blog.

Vuoi fare un affresco dei Gamberi, il Capitan Gambero, Bubba Mister Stockfish, il coniglio Grumo e tutta la ciurma per chi non conosce perfettamente l’Epica dei Gamberi?

No. Dopo i primi tempi (e i primi insulti e le prime minacce di violenza fisica), abbiamo deciso che mantenere l’animato è la soluzione migliore. Non è così semplice al giorno d’oggi perché quasi tutti hanno una presenza online e se non l’hanno loro, l’hanno amici e parenti: incrociando pochi dettagli si può scoprire su una persona più di quello che lei vorrebbe. Dunque non aggiungo niente a quanto non sia già scritto sul sito. Però, visto che me lo hanno chiesto in diversi: il coniglietto Grumo sta bene, vive felice con i soldi delle sue consulenze internazionali e legge sempre la posta dei fan – anche se non sempre ha voglia di rispondere.

Vorrei provare a fare un tuo ritratto basato sui tuoi gusti: scrittori fantasy preferiti?

Se si parla di fantasy, i miei preferiti sono: Cuore d’Acciaio di Michael Swanwick, Le Porte di Anubis di Tim Powers, e Un Americano del Connecticut alla Corte di Re Artù di Mark Twain.
Allargando il campo dal fantasy al fantastico in generale mi piacciono H. P. Lovecraft (in particolare La maschera di Innsmouth), Robert A. Heinlein (Fanteria dello Spazio, La Luna è una severa maestra), H. G. Wells (La Guerra dei Mondi, La Macchina del Tempo).
Ma ci sono tanti altri autori di narrativa fantastica che apprezzo: Fritz Leiber, Christopher Moore, Philip K. Dick, John W. Campbell Jr., Rudy Rucker, John Wyndham, Mary Gentle, Leigh Brackett, Orson Scott Card, Poul Anderson, Jeff VanderMeer, Cory Doctorow, Neil Stephenson, Michael Crichton, Thomas M. Disch, e potrei continuare per molto.

Fuori dal fantastico il mio romanzo preferito è Don Chisciotte della Mancia di Cervantes. Non mi dispiacciono i romanzi storici – tipo L’Azteco di Gary Jennings – o di guerra – stile La Grande Fuga dell’Ottobre Rosso di Tom Clancy. Gradisco anche la combinazione dei due generi, per esempio Le Porte di Fuoco di Steven Pressfield.
Per tornare al fantasy, l’high fantasy mi annoia. Le ambientazioni tolkeniane o tratte da D&D le trovo puerili e soporifere. Preferisco quando la fantasia ha le briglie sciolte come nel New Weird o nella Bizarro Fiction – Carlton Mellick III è un ottimo autore.
Le commistioni tra fantasy e fantascienza, come succede spesso nello steampunk, mi divertono, anche se lo steampunk in sé non sempre mi esalta. In ogni caso preferisco un romanzo di science-fantasy o addirittura di hard sf a una storia piena di stupidi elfi yaoi e di nani brontoloni bevitori di birra.
Apprezzo l’horror quando gronda sangue, pieno di mostri e di sbudellamenti. L’horror psicologico o quello basato su serial killer e maniaci vari non mi dice niente.
In linea di principio non disdegno i romanzi rosa o i paranormal romance, ma è molto difficile trovarne di decenti. Uno che mi è piaciuto è Vampire Kisses di Ellen Schreiber.

Quali sono i tuoi film preferiti? Anime? Manga? Videogiochi? Fumetti occidentali? Musica? Colore?

Partendo dal fondo.
Colore: il rosa!

Musica: ascolto musica solo per coprire i rumori del traffico quando scrivo. Non ne capisco niente e non mi interessa. Carico nel lettore MP3 quello che tiro giù dalla Rete più o meno a caso. Mi capita di passare da Avril Lavigne a Beethoven senza rendermi conto della differenza.

Fumetti occidentali: non ne leggo.

Videogiochi: mi piacciono i giochi di strategia in stile Civilization. Mi piacciono meno gli strategici più di guerra e gli RTS, ma apprezzo la serie Total War. Gioco con gli RPG sia occidentali sia giapponesi – adoro i vari Final Fantasy. Non gioco con gli MMORPG, in generale sono troppo semplicistici e ripetitivi. Gli FPS non mi dicono molto, tranne quando vantano qualche caratteristica fuori dal comune: per esempio l’ambientazione nei due BioShock o la libertà di azione nella serie di Hitman – Hitman: Blood Money è forse il mio videogioco preferito.
Ho perso ore e ore della mia vita dietro i giochi della serie Puzzle Quest: Puzzle Quest, Puzzle Quest: Galactrix, Puzzle Kingdoms e Puzzle Quest 2.

Manga: il mio manga preferito in assoluto è Video Girl Ai. Trovo notevoli per fantasia perversa i manga horror di Junji Ito, in particolare Uzumaki e Gyo. Qualche altro manga che mi è rimasto impresso: Lone Wolf and Cub, Apocalypse Meow, M.P.D. Psycho.

Anime: il preferito è Neon Genesis Evangelion. Da bambina mi piaceva tantissimo Sailor Moon, e quando mi capita di rivederne qualche puntata lo apprezzo ancora adesso.
In anni recenti mi sono piaciuti: Puella Magi Madoka Magica, The Melancholy of Haruhi Suzumiya, Claymore, Zero no Tsukaima (solo la prima stagione), K-On! (solo la prima stagione), Gantz, Paranoia Agent, Bakemonogatari e Toradora!.

Film: Star Wars (ma solo la trilogia originale) (che donna saggia N.d.B.), Stalker, Mr. Smith goes to Washington e Miracle on 34th Street.
Mi piace moltissimo il cinema giapponese. Adoro Takashi Miike (in particolare: Zebraman, The Great Yokai War, Gozu), Shinya Tsukamoto (Tetsuo the Iron Man, Tokyo Fist), Ryuhei Kitamura (Azumi, Sky High), Kiyoshi Kurosawa (Cure, Kairo) e un sacco di altri registi e film, da Swing Girls a Long Dream, da The Calamari Wrestler a Battle Royale.
Ho recensito alcuni film giapponesi e ne ho segnalati altri sotto l’etichetta cinema giapponese.

Studentessa, niente televisione, fuori dal mainstream, lettrice e scrittrice, videogiochi e film e manga.
Potresti diventare una divinità femminile tra le più venerate su Lega Nerd, se il politeismo non ti disturba.
Lo zeitgeist è quello che è. Senza scendere nelle umane miserie, quale futuro vedi per il fantasy?

No, il politeismo non mi disturba. Ognuno è libero di adorarmi come una Dea. Non mi offendo.
Il futuro del fantasy in Italia lo vedo grigio: secondo me il boom si esaurirà, per certi versi credo siamo già nella china discendente, e non rimarrà nulla o quasi. Un po’ come la fantascienza italiana che in pratica non esiste. E invito chi non la pensa così a leggersi i vincitori del Premio Urania negli ultimi anni: non è neanche un problema di “fantascienza”, quella roba in fondo non è narrativa, è solo carta straccia.
Il futuro del fantasy in generale invece non ho idea di quale sarà. Probabilmente ancora elfi in salsa yaoi, vampiri, licantropi, angeli e paranormal romance fino alla morte termica dell’Universo.

Una domanda che ho motivo di credere stia a cuore a molti lettori della Lega: cosa pensi di Douglas Noel Adams e di Terry Pratchett?

Douglas Adams mi annoia. Qualche battuta, ogni tanto, fa ridere. Tutta la storia del 42 è stupidamente divertente, ma all’atto pratico sono romanzi che lasciano il tempo che trovano.
Su Terry Pratchett do un giudizio simile, anche se bisogna ammettere che è uno scrittore più bravo, e infatti quando ero più piccina lo leggevo con gusto. Adesso non mi dice più niente.

Vuoi spiegarci cosa ti ha spinto ad inaugurare l’Osservatorio Fatine?

Come spiegato esiste un complotto internazionale che ha lo scopo di nascondere la verità sull’esistenza delle fatine. Fatine che fino al termine della prima guerra mondiale vivevano in Europa in gran numero.
È un discorso troppo lungo e importante perché lo si possa esaurire nello spazio di un’intervista. Invito a leggere la pagina di inaugurazione dell’Osservatorio Fatine e la postfazione ad Assault Fairies. E sì, è tutto vero.

La tua pausa dal blog ha terrorizzato molti: possiamo essere più sereni ora senza temere tue sparizioni repentine?

La pausa è stata dovuta a un evento drammatico che non potevo prevedere. Spero che circostanze del genere non si ripetano più.
Non escludo che in futuro possa prendermi altre pause volontarie, nel qual caso però avvertirò prima.

Ebook: quale futuro vedi? Che conseguenze avrà, in termini di diffusione delle opere? Quali lettori e quali tecnologie? La lettura su schermo è un’evoluzione o una rivoluzione rispetto alla lettura su carta?

Gli ebook sostituiranno la carta, questo è inevitabile. I costi di produzione e distribuzione sono troppo più vantaggiosi con gli ebook. Inoltre, via via che la tecnologia degli schermi progredisce, leggere un libro su un e-reader diventa sempre più comodo e piacevole. Il mio Cybook gen3 ormai vecchio di tre anni, e dunque ormai obsoleto rispetto ai lettori in vendita adesso, è già superiore alla carta. Perché è vero che non ha ancora la nitidezza e il contrasto della carta, ma pesa meno di un tipico libro e posso cambiare tipo e grandezza dei caratteri a piacimento, così che ogni volta leggo nelle condizioni migliori.
Direi quindi che gli e-reader sono un’evoluzione rispetto alla carta. Non cambia il modo di leggere, diviene solo più pratico.
E no, non vedo futuro roseo per i libri che sfruttano le caratteristiche del mezzo elettronico, almeno se parliamo di narrativa: i romanzi con dentro le musichette, o i filmatini, hyperlink e giochini saranno sempre una nicchia; non sono un “progresso” rispetto ai tradizionali romanzi lineari. Perché se una persona vuole una narrativa non-lineare e interattiva si rivolge direttamente ai videogiochi, dalle avventure grafiche in su. La via di mezzo, né romanzo, né gioco, è una cattiva idea. Per me. Dunque è vero in assoluto (capite perché la adoro? N.d.B.).

Per quanto riguarda la diffusione delle opere il discorso è più complesso. Facciamo un balzo di qualche anno (spero pochi) nel futuro, quando le librerie avranno chiuso – e non cadete nella retorica becera della libreria come polo di cultura: ogni volta che ne chiude una c’è da festeggiare, la vera cultura “libresca” è online, sia legale sia pirata, non nel libricino semi decente che bontà sua il libraio incastra tra pile di volumi della Meyer e della Rowling; le librerie contribuiscono a istupidire la popolazione; no, non sono meglio di niente, è meglio giocare ai videogiochi che leggere libri cretini – e i libri saranno distribuiti solo in forma elettronica. Senza più il vincolo dello spazio fisico, tutti avranno la loro possibilità di raggiungere il pubblico ed essere letti. Ma rimane una possibilità e basta. Dubito che il pubblico in generale cambierà le sue abitudini (non nello spazio di qualche anno): invece di scegliere il libro in vetrina nella libreria sceglierà il libro sull’homepage di Amazon. All’atto pratico sarà lo stesso. Però, per chi riuscirà a sfruttarla, la possibilità rimarrà. Mentre adesso, anche volendo, non hai alcuna possibilità di riempire le librerie di tutta Italia con i tuoi romanzi, neanche nell’angolino in basso dello scaffale.

Sempre a proposito di ebook, cito Arha:
”Un tempo, forse, gli editori fungevano da filtro per evitare che scrittori incapaci confondessero l’editoria con la carta igienica. Poi hanno scoperto che codesti incapaci vendono un casino (sigh) e la funzione dell’editore così come la conoscevamo è andata a ministre.
Se sostituiamo i libri con gli ebook gli editori spariscono, ma come trovare allora libri ben scritti in mezzo a un mare di pdf? Inutile scaricare i più letti, per ovvie ragioni. In fondo, se tu non non avessi aperto un blog stupendo, non avrei mai letto i tuoi libri. E ho trovato il tuo blog stupendo solo perché trollando in un forum di emo ho beccato una che voleva ucciderti per via degli insulti a tuailait (anche gli emo servono a qualcosa, chi l’avrebbe mai detto?). Il culo è la risposta? Possibile?”

Prima di tutto un lettore deve meditare sui propri gusti. Spesso la gente dice: “Ah, a me non interessa il genere di un romanzo o chi lo ha scritto, mi interessa solo se è bello!” Questo è un problema, perché “un libro bello” non è il tipo di dato che puoi cercare con Google, con Amazon o con emule. Però la mia esperienza personale è che quando si approfondisce non è vero che sul serio la persona legge di tutto basta che sia bello. La persona ha delle preferenze di argomento, di (sotto)generi, di periodo storico.
C’è chi adora le storie di invasione aliena e chi adora gli scrittori ungheresi del settecento. E questi dati SONO ricercabili. Vero, al momento attuale non esiste ancora una fonte affidabile per le ricerche librarie che riporti tutti i metadata necessari e magari offra ricerca nel testo stesso, tuttavia lavorando un po’ e incrociando tra Google Books, Amazon, aNobii e Wikipedia si possono trovare tutti i libri che si desiderano, finché il desiderio è esprimibile in termini concreti. Trovare tutti i libri *pubblicati*, ma stiamo parlando di un futuro prossimo nel quale non ci sarà più differenza tra pubblicazione tradizionale e autopubblicazione; i romanzi autoprodotti saranno anche loro catalogati dai vari motori di ricerca – e in parte è già così.
Spesso questa ricerca è sufficiente: se l’argomento interessa, se un libro è dedicato proprio al feticcio che ci eccita, lo leggeremo volentieri, anche se lo stile non sarà granché.
Se si vuole ulteriormente scremare, bisogna un po’ imparare le tecniche narrative, in modo da riconoscere al volo chi sa scrivere e chi no.
Il criterio delle tre pagine (e tantissime volte bastano tre paragrafi) è un criterio valido. Sono rarissimi i casi in cui uno scrittore comincia scrivendo come un mongoloide fuggito dalle fogne e poi d’improvviso a metà romanzo diventa un novello Dante. Perciò sapendo cosa guardare ci vuole un attimo a selezionare la pila dei PDF e tenere da parte solo quelli che si avvicinano ai nostri gusti e sono scritti in modo decente.
Gli stessi criteri basati sulla tecnica narrativa possono essere applicati alle recensioni dei libri. Per esempio uno degli aspetti chiave della narrativa è la precisione, la concretezza; i termini astratti e generici sono banditi. Questo vale anche nelle recensioni. Cento recensioni positive che dicono: “È un romanzo molto bello. Appassionante. I personaggi sono ben caratterizzati. Il colpo di scena finale è emozionante e commovente.” non valgono NIENTE. No, non è che c’è un pizzico di valore per il fatto che cento persone hanno dato un giudizio positivo, perché un giudizio così generico vale zero, e la somma di cento zeri è sempre zero.
Una sola recensione di segno contrario, ma scritta con precisione e attinenza al testo, vale di più e a parità di altri fattori è più degna di fiducia. Naturalmente vale anche al contrario: quando ci sono cento recensioni negative generiche tutte a base di “bruttissimo e fa schifo e non mi piace.”, anche quelle non valgono niente.
Notare però che nella congiuntura attuale in Italia è socialmente più utile leccare che criticare, perciò mi fido un filo di più di un “bruttissimo” che di un “bellissimo”. E naturalmente se una recensione è anonima è molto più degna di fiducia. Per ovvi motivi, tra l’altro riconosciuti istituzionalmente dal fatto che il voto è segreto.

Gamberetta ha due palle quadre a dare in pasto alla gente le cose che scrive, dopo il modo in cui tratta il lavoro altrui.

Arha via mail.

Traspaiono in quello che scrivi, che sia un articolo o un racconto o un romanzo, una preparazione e una ricerca minuziosissime. Ammettendo che tu non sia una Wiki vivente, a che fonti ti affidi?

Alle solite: cerco un argomento su Wikipedia (inglese), mi segno i libri che sono stati usati come fonti, li recupero via P2P se possibile o usati su Amazon o me li faccio regalare dai fan, e li leggo; se necessario me ne procuro altri basandomi sulle bibliografie in fondo ai volumi che ho già letto. Sì, leggo molti libri.

Una piccola curiosità: ricevi più minacce o più proposte di matrimonio?

Molte molte più minacce. Per fortuna da quando ho smesso di occuparmi attivamente di fantasy italiano sono diminuite. Le proposte di matrimonio non sono state tantissime, ma sono arrivate anche quelle. In fondo mi hanno fatto piacere.

Grazie mille per il tempo che hai dedicato alla Lega e a me.
Leggerti è sempre un piacere. Anche quando critichi Tolkien.
A te l’ultima parola.

Voglio chiudere con un appello: piratate i libri! Se poi vi piacciono comprateli, o ancora meglio – molto meglio – donate qualche euro direttamente all’autore. Fin quando ci si muoverà tra le pastoie dei vincoli legali e commerciali imposti dalle case editrici non si andrà da nessuna parte. No, non c’è niente di positivo nell’attuale sistema. L’attuale sistema è concepito per spennare i lettori mantenendoli dei gonzi ignoranti. Altro che Cultura.
E Tolkien è noioso.

Gamberetta ha anche un " target="_blank">fans club su facebook aperto dal Duca

LEGANERD 044250

Errori e imprecisioni sono ovviamente da ascriversi al Bradipo. Un sentito ringraziamento ad Arha per domande e suggerimenti preziosi.

È consolante, in questo mondo di desolazione intellettuale, trovare menti giovani e coltivate come quella di Gamberetta.
E ora filate tutti a leggere il suo blog!

P.s. anche questa volta il post è presentabile grazie al mio personal editor Luke. Tieni tu il conto delle birre eh.

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