I rip-off di Mortal Kombat

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Nine hosts were found. Each receive shitty magnificent chest and arm tattoo (cit)

Che cosa è un rip-off? La cosa è molto semplice, si prende una qualunque idea commerciale che abbia avuto successo con spunti innovativi e si segue l’onda con un prodotto ai limiti del plagio e spesso di qualità palesemente inferiore confidando nel fatto che la strada aperta con il primo oggetto trascini anche la nostra imitazione.

Anche il successo del prodotto originale non sarà eguagliato la nostra copia (più o meno carbone) avendo richiesto un budget inferiore e sfruttando un filone consolidato porterà lo stesso un minimo di incassi accontentandosi di molto meno popolarità. Se poi si ha la fortuna che il rip-off possa fregiarsi di una certa diffusione allora tanto meglio, si portano a casa dei buoni soldini con cui pagarsi la difesa legale per le cause che gli autori del lavoro originale probabilmente intenteranno.

Mortal Kombat

Dopo questa breve premessa voglio portare all’attenzione della Lega le meraviglie che sono nascoste nella pressoché infinita serie di rip-off che nacquero durante gli anni 90 sulla scia di una delle serie di videogame che nessuno può ignorare: Mortal Kombat.

Mortal Kombat non fu il primo picchiaduro ad introdurre combattimenti tra personaggi basati su digitalizzazioni di persone reali (si ricordi ad esempio Pit Fighter), tuttavia fu il primo a miscelare sapientemente questi elementi principali che vado ad elencare:

1) Personaggi molto ben caratterizzati che sia nelle schede introduttive sia nel gioco vero e proprio sono basati su digitalizzazioni di “attori” reali.
2) Ultraviolenza nei colpi e nelle mosse speciali con relativi ettolitri di sangue sparso sullo schermo.
3) “Fatalities” ai limiti dello splatter con cui si finisce l’avversario già sconfitto e successivamente (dalla seconda versione) altre amenità come frienship, babalities e personaggi nascosti da sbloccare.

I rip-off

Supponiamo quindi di aver presente i vari elementi descritti che hanno contribuito al successo e voler creare delle copie del progetto. E’ ovvio che per rendere il nostro lavoro più incisivo dell’originale occorre lavorare su qualche elemento magari portandolo all’esasperazione.

Arriviamo quindi alla nascita dei vari rip-off e del modo in cui molti creativi hanno dato il peggio ehmm, meglio di se.

Si parte da personaggi ai limiti dell’assurdo presenti in “Blood Warrior” (per il quale ho un certo debole) come il meraviglioso Arashi con la poco credibile giga-stellona appesa sulla schiena, il bonzo statua-oscillante Ikkyo dal pregevole capoccione, il Kappa Sampei o il mitico ninja Benkei con tanto di cestone stracolmo di armi più o meno ilari che spuntano ad ogni colpo (ma quante ne ha?). Sono personaggi che non si può non amare.
Proseguiamo con chi si è sforzato di puntare sulla violenza come in “Time Killers” o “BloodStorm” dove al prezzo della grafica digitalizzata qui non presente si guadagnano comunque il loro posto sul podio per i bonus assegnati sulla base degli arti tagliati durante il combattimento (e si prosegue anche senza le braccia!) e le fatalities truculente e fantasiose.

Oppure opere dove la giocabilità è discutibile per la serie “facciamolo uscire così com’è venuto basta che si veda del sangue” come Survival Arts in cui la sproporzionata grandezza degli “sprites” usati per i personaggi digitalizzati rendono difficile ed oltremodo confuso il gameplay rendendo il tutto un pasticcio ultracolorato e alquanto penoso a giocarsi.

Decine di giochi su piattaforme sempre diverse, stereotipi dei personaggi portati all’assurdo, colpi e mosse speciali sempre più improbabili, e chicche dimenticate che saltano fuori quando ormai si credeva di averli visti tutti perché liste veramente esaustive attualmente non esistono o almeno io non no ho trovate…
In altre parole c’è tutto un nuovo divertente mondo da esplorare per chi ancora non lo conosce.

Ma il re di tutti i rip-off di Mortal Kombat rimane lui, l’inarrivabile Tattoo Assassins. La storia la trovate su Wikipedia ma basti sapere che dopo anni di gestazione e l’invitante idea di scoprire tutte le 2196 fatalities del progetto originale il gioco è uscito su piattaforma arcade e non ha superato la fase di distribuzione dei prototipi. Ma ora grazie alle meraviglie dell’emulazione possiamo riscoprire queste pregevoli perle e chiederci come mai dopo un così originale game-design che include “nudality” e mosse speciali a peti velenosi il progetto sia miseramente fallito.

In spoiler come il concetto di “No Mercy” (alias Fatalities) è chiaramente rappresentato in Tattoo Assassins.
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LEGANERD 041969

In effetti non ci vedo molta pietà….[/spoiler]

Quindi MAME e via alla carrellata del trash-gaming più impietoso.

P.S. Primo post scusate gli inevitabili errori.

Fonti:
E’ facile trovare pagine dedicate, tra le molte vi segnalo questa: 11 Worst mortal kombat rip-offs
Mentre questi due si concentrano su un’analisi a mio avviso abbastanza umoristica di Tattoo Assassins:
uno e due.

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