La negazione del colore è lo spazio concettuale in cui vive il bestiario di stereotipi che compone il progetto grafico “CUT YOU IN”; dove il grigio (unica sfumatura possibile) è la lingua morta del mito e dell’indefinibile, mentre il bianco ed il nero le uniche categorie riconoscibili.
La costruzione dell’immagine si fonda sul rapporto fra linea e spazio, fra vuoto e pieno, in una riproposizione del carattere come “pattern”, come la glossa del linguaggio del video, la “definizione” che corre su una iperbole incoerente.Bianco-nero, vittoria-sconfitta, premio-pena, successo e fallimento sono categorie che non ammettono sfumature, bensì il raggiungimento di una sincresi culturale riferibile alla summa wikipediana del vero e del falso.
I soggetti sono piegati all’evoluzione di solidità digitali, strutture virtuali che si impongono fra 0 e 1 crashando, negando ogni misura, ogni intermedio.
Vecchi miti obsoleti convivono tra i pezzi della scena cattolico-latina, in uno scenario di inettitudine e caos quale quello del moderno mediterraneo
Colgo l’occasione per proporre ad un pubblico nerdoso quale voi siete l’opera di Diego Giannini, del quale avrete sentito sicuramente parlare. E se non ne avete sentito parlare beh… allora fatevi un giro qui per dare un’occhiata alla gallery completa della sua più recente esposizione.