[Piega e Spiega] Storia dell’origami

Quando le mani sono occupate, il cuore è sereno.

Finalmente, dopo qualche eone da quando mi ripromisi d’iniziare, mi decido a cominciare questa serie di articoli sugli origami, che spero abbia un buon successo.

Come tutti sapranno l’origami è l’arte di piegare la carta, e guardacaso il nome deriva proprio da “Ori”=”Piegare” + “Kami”=”Carta” (fantasiosi questi giapponesi, eh?), senza doverla tagliare e/o incollare (per quello ci sono i papercraft).

Sebbene le sue origini siano antiche e non ben definibili nel tempo, sono sicuramente successive all’invenzione della carta (…manonmidire!), avvenuta nel 105 d.C. in Cina, ma importata in Giappone solo nel 601 da un monaco buddista.

Uno degli esempi più antichi, un foglietto pieghettato con il quale si ricopriva la bottiglia del saké durante le cerimonie religiose, è possibile farlo risalire al periodo Heian (794-1185). Allo stesso periodo risalgono i modelli stilizzati che rappresentano una farfalla maschio (o-cho) e una farfalla femmina (me-cho). Essi si applicavano al collo di due bottiglie di sakè usate per un particolare rito augurale durante le cerimonie nuziali Shinto (usanza tuttora seguita). In ogni caso i modelli di quell’epoca (e di quelle successive) rimangono stilizzati e rari (la carta costava, c’era poco da fare).

Tali figure stilizzate sono presenti finchè, nel periodo Edo (1600-1868), non si riscontra, in concomitanza con una produzione di massa di carta a basso prezzo, la creazione di forme concrete, come gru (gli uccelli) e barche, la cui funzione, a differenza di quanto poteva avvenire precedentemente, cioè puramente per scopi pratici come la creazione e chiusura di buste o apotropaica, era di puro divertimento.

Durante l’era Genroku (1688-1704) vi fu un boom dell’origami, venendo perfino raffigurati in svariate stampe Ukiyo-e; appena un centinaio di anni dopo, testi esclusivamente dedicati all’origami vennero stampati, rimanendo però dedicati ad un pubblico adulto, non perchè fossero NSFW ma perchè molti di tali modelli erano piuttosto complicati e difficili.

L’origami fece la sua comparsa tra i più piccoli solo nel periodo Meiji (1868-1912), dove cominciò ad essere utilizzato come strumento di apprendimento. Sebbene quest’arte abbia enormi potenzialità (di ciò ne parlerò in un altro articolo, se il pubblico gradirà :D ), essa deve seguire dei passaggi piuttosto rigidi; perciò durante il periodo Taishou (1912-1926), dove gli educatori preferivano porre l’accento sull’originalità e la creatività, l’origami ebbe un calo di popolarità.

Nell’epoca moderna, tutto dobbiamo al grande Akira Yoshizawa, di cui ho riportato una bellissima frase (il primo che la fraintende -e sappiamo bene che qualcuno lo farà- lo piego come una busta e lo spedisco dalla giornalista gattara-glitterata pazza professionista), scomparso nel 2005 all’età di 94 anni (…minuto di silenzio…); nel 1937 lasciò il suo posto d’operaio (che aveva dall’età di 13 anni), per dedicarsi esclusivamente all’origami, vivendo per circa 20 anni in totale miseria finchè la sua carriera non venne lanciata nel 1951 da una rivista del settore; pioniere del wet-foldin (anche qui c’è da farci un articolo, accidenti! ;) ) e pioniere dell’origami in generale, viene considerato il più grande maestro d’origami; durante la sua carriera creò qualcosa come 50k di modelli, dei quali una miseria vennero diagrammati nei 18 libri che vennero pubblicati!

In copertina ho messo il modello d’origami più famoso al mondo, il primo di tutti quelli che si approcciano all’origami, legato ad una famosa storia, trattata da Mario Juana in questo articolo: la gru.

Oggigiorno l’origami ha una miriade di appassionati in tutto il mondo, tra cui il sottoscritto, ed i grandi nomi non mancano: Robert J. Lang, Joseph Wu, Kamiya Satoshi, etc. (che spero di affrontare in altri articoli), che creano incessantemente modelli letteralmente assurdi e bellissimi che mi fanno bestemmiare tutto il calendario dei santi ricordano quanto io sia inferiore a loro!

Volevo inserire anche le basi dell’origami, ma ho preferito spezzare il contenuto, altrimenti non la finivo più! :-P

Fonti:
Questo, questo e questo per la storia.
La wiki per Akira Yoshizawa.

Piega e Spiega è la rubrica a cura di @EkV sul mondo dell’origami.

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