[ICCL] La vita facile

LEGANERD 039026

Alcuni dati:
REGIA: Lucio Pellegrini
SCENEGGIATURA: Stefano Bises, Laura Paolucci, Andrea Salerno
ATTORI: Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Vittoria Puccini, Camilla Filippi, Angelo Orlando, Eliana Miglio, Souleymane Sow, Max Tardioli, Ivano Marescotti

Trama:
Perché la vita facile è la più difficile da vivere? Non lo sa Mario Tirelli (Pierfrancesco Favino), chirurgo di fama, ricco e arrivato, che decide all’improvviso di partire per l’Africa ad aiutare il suo amico di sempre, Luca Manzi (Stefano Accorsi). Non lo sa Luca Manzi, che in Africa è arrivato da anni per tirar su un ospedale, e che si è lasciato dietro tutto e anche qualcosa che non ha capito. Soprattutto non lo sa Ginevra (Vittoria Puccini), la donna che hanno conosciuto insieme ma, fatalmente, è diventata moglie di Mario. Tre amici, tre visioni opposte del mondo, tre vite facili che si sono terribilmente complicate.

Curiosità:
– Il film è interamente girato tra Roma e un paesello sperduto del Kenya.
– Per la promozione del film la Fandango ha realizzato insieme ai due attori protagonisti una mini-serie di spot ironici girati alla “bene e meglio” chiamati Lost in Promotion di cui potete trovare gli episodi facilmente su Youtube.

Alcune considerazioni personali:
Il film inizia con uno spaccato di due vite molto lontane ma allo stesso tempo molto vicine tra loro; fin dalla sigla iniziale lo spettatore viene proiettato nel dualismo civiltà/terzo mondo: una dualità che rimarrà di sottofondo per tutta la durata del film.

Sembra di vedere una trasposizione cinematografica de “Il topolino di città va in campagna” impastata con parte dei concetti già visti in Muzungu, il film di Giobbe Covatta che probabilmente abbiamo visto in pochi. Il tutto si potrebbe riassumere con: l’uomo di città scappa in Africa portandosi con sé una serie di pre-concetti, una moglie/amante del suo migliore amico, qualche problemino con la giustizia (e chi non ne ha almeno uno di questi tempi…) e si ritrova sbattuta in faccia la realtà cruda e minimalista nella più classica delle concezioni degli ospedali del continente nero (paraponziponzipò).

Il tutto viene condito da qualche tettina della Puccini (probabilmente le vere tette le ha dimenticate a casa), qualche battuta ironica ben riuscita e altre decisamente meno. Personalmente io credo che l’intera pellicola venga tenuta a galla dalla splendida interpretazione di Favino accompagnato da un Accorsi meno statico del solito che perde facilmente la luce del protagonista in confronto del suo compare di merende.

Una nota piacevole il personaggio della Puccini: una stronza tipicamente viziata dalla modernità che col suo “so-fare-tutto-io” rimane spiazzata dagli eventi, dal finale, ecc. Un personaggio che forse al cinema italiano mancava ancora e che, nel complesso, viene ben tratteggiato.

Conclusioni:
Un film di cui visto il trailer si è visto praticamente tutto a parte un finale a sorpresa che viene ribaltato più volte nel giro di pochi minuti.
Dalla sua ha la capacità di dare un bello spaccato d’Africa sbattendo sul muso dello spettatore usi e costumi necessariamente d’impatto per la cultura occidentale; così come qualche scorcio degno di nota e una fotografia notevole per alcune riprese.

Nessuna novità rilevante, l’intero film sembra una trama già vista condita qui e la da qualche gag simpatica e qualche intreccio nemmeno poi così profondo.

Un film da vedere una volta se si è appassionati del cinema tipicamente all’italiana e in qualche modo anche per chi è affascinato dall’Africa e dal concetto di missione/ospedali da campo/terzo mondo.

Voto: 6e1/2.

Fonti e approfondimenti www.comingsoon.it | www.agi.it

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