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Domani a Milano si festeggia il Carnevale – in concomitanza con il [URL=http://www.cartoomics.it/]Cartoomics[/url] che offre un valido punto di raccolta per tutti i cosplayers – quindi, mentre pensavo ad un costume adatto, ho buttato giù queste “due righe”.
Il [b]Carnevale[/b], nasce come periodo di sovversione sociale e caos primordiale, a cui segue una restaurazione dell’ordine e una palingenesi. Simbolo di questa festa è sicuramente la maschera, che ha solitamente una valenza apotropaica, cioè esorcizzante rispetto agli influssi maligni. Ma quali sono le origini di questa folle festa?
I primi riti “carnevaleschi”, attestati dalle [i]Metamorfosi[/i] di Apuleio (libro XI), risalirebbero al regno egizio; durante le feste dedicate alla dea Iside, i sacerdoti del culto si travestivano e si mascheravano in onore del mito secondo cui la dea, per recuperare le spoglie dell’amato sposo Osiride, avrebbe indossato un costume per non farsi riconoscere dai mortali.
Dall’Egitto, questi culti si spostarono poi in Grecia, dove presero il nome di [b]Antesterie[/b]. Queste feste erano celebrate in onore del dio Dioniso, in un periodo a cavallo tra Febbraio e Marzo. Durante questo periodo, si assaggiava il vino prodotto nell’autunno precedente e poi lasciato fermentare; se i sacerdoti del culto gradivano l’assaggio, si poteva procedere con la sacra libagione in onore del dio e con i conseguenti euforici festeggiamenti. In questi giorni avevano luogo vere e proprie gare a chi beveva di più, a cui potevano partecipare anche bambini e schiavi. Tuttavia, durante questo clima di festosa ebbrezza, si diceva che le città fossero invase da divinità infernali e dagli spiriti dei defunti; per proteggersi da queste entità, i Greci nascondevano i loro volti dietro a delle maschere. Per celebrare la fine di questo periodo folle e allo stesso tempo cupo, si svolgeva una processione alla cui testa era un carro su cui sedeva colui che simbolicamente doveva ristabilire l’ordine dopo il caos.
Presso i Romani, il Carnevale inteso come temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie, e come periodo di gioco, scherzo e dissolutezza, veniva festeggiato a Dicembre durante i [URL=https://leganerd.com/2010/12/18/saturnalia-le-origini-divertenti-del-natale/]Saturnalia[/url] . Tuttavia, secondo il calendario romano, l’anno nuovo cominciava in primavera; per festeggiare questo periodo di rinascita, furono istituiti gli [b]Equirria[/b], festività in onore del dio Marte con duplice significato religioso e militare. I sacerdoti purificavano e benedivano l’esercito con alcuni rituali, mentre il popolo rappresentava la “cacciata” del vecchio anno secondo il mito di Mamurio Veturio. Questo personaggio, veniva rappresentato da un vecchio, che, coperto di pelli di capra, veniva portato fuori dalla città in processione e picchiato con piccole verghe. La celebre frase “Semel in anno licet insanire” (Una volta all’anno è consentito fare follie), che tutti associano al Carnevale (con la traduzione libera “A Carnevale ogni scherzo vale!”), in realtà deriva dai riti legati ai Saturnalia.
L’etimologia del termine risale probabilmente all’espressione latina [i]carnem levare[/i], utilizzata nel Medioevo dalle cariche ecclesiastiche per indicare l’obbligo di astenersi dal mangiare carne durante il periodo di Quaresima. Le testimonianze che documentano questa festa però, parlano di uno sregolato godimento dei piaceri della tavola e di quelli della carne; durante tutto il periodo, per sovvertire l’ordine sociale e scambiarsi i ruoli, l’identità di ciascuno era celata dietro una maschera. La festa culminava nella condanna a morte, nel rogo e nel funerale di un fantoccio, che rappresentava il capro espiatorio delle sfortune dell’anno precedente.
[more]In foto Ferruccio Soleri in “Arlecchino servitore di due padroni” di Carlo Goldoni[/more]
Fonti: Vecchi appunti di scuola e [URL=http://it.wikipedia.org/wiki/Carnevale]Wikipedia[/url]