Questo duo era già stato citato [url=https://leganerd.com/2010/03/25/igudesman-joo-i-will-survive/]qui[/url] in lega, ma merita un approfondimento.

Ho abbandonato pc e mac a casa per andarmeli a sentire al Teatro Verdi di Firenze ieri sera, e devo dire che lo sforzo è stato abbondantemente ripagato.

Chi sono [b] [url=http://www.igudesmanandjoo.com/biography/]Igudesman & Joo[/url]? [/b]

[b]Aleksey Igudesman[/b] [more] [quote]Non ha vinto nessuna gara perché non ha mai pensato di gareggiare. Lavora ad Hollywood con l’oscar Hans Zimmer; suona con Bobby McFerrin, Roger Moore e altri. Scrive un sacco di musica. Spesso va a letto scrivendo e si alza scrivendo. Incontra sui banchi di scuola il suo partner musicale Richard Hyung-ki Joo. Dopo alcuni dissapori che costringono diverse persone a intervenire per impedire loro di spaccarsi sedie e leggii sulla testa, Joo offre a Igudesman in piatto di “Fish&chips” offerta che Aleksey non può rifiutare. [/quote][/more]
[b]Richard Hyung-Ki Joo[/b] [more] [quote]E’ britannico ma sembra coreano, o il contrario, o entrambe le cose. Prende le sue prime lezioni di piano a otto anni, ai dieci entra nella scuola Yehudi Menuhin ritrovandosi tra i genietti e bimbi prodigio convinto che prima o poi lo butteranno fuori a pedate. In realtà viene preso a calci dentro la scuola dai professori e dallo stesso Igudesman. Per tale motivo si inventa un nuovo modo di suonare, noto come il “piano karate”. Presto si rende conto che il mondo della musica classica ha poco da spartire con lo spirito con il quale è stata composta e sogna di poter portare ad un pubblico più ampio e diverso tale musica. Un sogno diventato realtà con la collaborazione dell’amico Aleksey.
Joo suona qualsiasi tipo di musica abbia una parte al piano. Oltre a suonare, comporre, riderere lavarsi i denti a pazza velocità e creare commedie, ha la passione per l’insegnamento che lo a portato a sviluppare un suo personalissimo seminario intitolato “The inner and Outer ***** for a Musician” che incoraggia i giovani musicisti ad affrontare la vita e la musica con un approccio diverso. [/quote] [/more]

A sentirli dal vivo Igudesman & Joo si sintetizzano bene con la frase in slang fiorentino “fanno le buhe in terra cazzo!” Che è un po come dire che sono inaspettatamente spettacolari.

Di musica classica rivisitata in chiave moderna se ne sente tanta, vedi le varie compilation “classic in rock, new age, jazz ecc, loro sono completamente diversi, seguono le tracce dei maestri Victor Borge e Dudley Moore. Sono musicisti e compositori classici, che suonano e compongono in maniera ineccepibile musica classica che sa essere anche moderna e racchiudere la commedia in se.

Sono interattivi a 360 gradi coinvolgendo il pubblico e l’orchestra stessa da cui ti aspetteresti al massimo un classico accompagnamento di sottofondo noto in altri frangenti musicali.
Ieri sera la ORT (Orchestra da camera della Toscana) una tra le migliori in Italia, era parte integrante dello spettacolo come presumo le altre orchestre che questi artisti incontrano nei vari teatri teatri del mondo.
Vedere i Violini alzarsi suonando per ballare la “Morrison jig” oppure sentirli aggiungere allo spartito colpi di tosse nella composizione creata da Hyung-ki Joo basata appunto sul raffreddore; notare il loro seguire attivamente gli stati d’animo di ogni scena di Igudesman o di Joo ha notevolmente aumentato la mia stima per la ORT e non solo: l’esecuzione stessa dell’orchestra era palesemente oltre che tecnicamente buona, molto più emozionale e intensa. Spero di aver reso l’idea.

[b]In sintesi:[/b] Igudesman & Joo hanno l’aspetto di due sfigatoni, goffi, scemi e allegri. Quando Joo si siede al piano diventa un grande pianista virtuoso e poliedrico; quando Igudesman imbraccia il suo violino Santo Seraphin del 1717 ti esegue il volo del calabrone perfettamente, aggiungendo accenti sonori tali che l’effetto reso ti fa immaginare quel famoso calabrone particolarmente fastidioso e ubriaco.
Unite assieme le loro capacità musicali con lo stile ironico e comico con cui si presentano al pubblico, ne esce “A Big Nightmare Music” uno spettacolo di due ore che merita di essere visto dal vivo e che fa apprezzare la musica classica anche a chi non è un abituè del genere o fa apprezzare la rivisitazione della stessa a chi mangia beve e dorme con Mozart di sottofondo.

Altre due note di merito vanno al fatto che mi aspettavo di sentire le battute in inglese come da i famosi video di youtube, e invece “suppraise suppraise” parlano italiano entrambi, non proprio benissimo ma abbastanza da rendere comprensibili le battute anche al pubblico in sala meno giovine.
Inoltre, erano accompagnati dalla presenza di [b]Andrei Pushkarev[/b] grande percussionista, che ha stupendamente eseguito il volo del calabrone con il vibrafono. Veder suonare al vibrafono quel pezzo è davvero particolare.

10 euro spesi davvero bene. Andateveli a vedere.

Le foto sono mie e non sono niente di particolare. Per ovvi motivi non ho portato in sala una attrezzatura più consona. Mi sono arrangiata con un vecchio tele scassato e buio dai palchetti frontali (distanti a bestia). L’imbottitura vellutata dei teatri non è un buon cavalletto. Cazzo!

[url=http://www.orchestradellatoscana.it/]Orchestra della Toscana[/url]
[url=http://www.igudesmanandjoo.com/video]Video gallery di I & J [/url]