[quote]Se ero comunista?
…in che senso?[/quote]
Sì, ho letto bene il regolamento e so che su :LN: non si parla di politica, per questo ho riflettuto davvero molto prima di postare questo articolo.
Ho pensato se e quanto potrebbe essere frainteso ma poi ho deciso di appellarmi alla generale cultura superiore alla media che caratterizza questo sito, sperando che questa interpretazione teatrale di Giorgio Gaber venga colta per quello che principalmente è: storia.
Già, non credo che si possa additare lo stupendo monologo di “Qualcuno era comunista” come un manifesto politico: credo sia piuttosto il riassunto di oltre vent’anni di sinistra italiana, con i suoi protagonisti, i suoi ideali, il suo fallimento.
Il Signor G., che personalmente ritengo uno dei più efficaci pensatori del nostro secolo, ha fotografato in questo spezzone i personaggi coinvolti da questo particolare pensiero politico.
Li ha ritratti, come di consueto, con la sua forte ironia ed il suo cinismo, senza mezzi toni. Li ha ritratti per come erano: alcuni convinti, altri meno.
C’erano i pensatori che seguivano l’ideale, c’erano gli operai che non avevano alternativa, c’erano i politici, c’erano i democristiani, c’era la “moda del comunismo” e, soprattutto, c’era l’uomo “normale”.
L’uomo che, come Gaber, aveva visto nel ventennio rosso non una svolta politica, ma sociale: “semplicemente” un modo per cambiare le cose, voltare pagina. Lui che, “forse non era comunista, ma era qualcos’altro”.
Lui che, oggi, si sente fallito, insieme alla sua “rivoluzione”.
Nient’altro da aggiungere.
Spero che questo post non venga frainteso e, soprattutto, che non si scateni il flame. Vorrei solo far conoscere questo stupendo monologo a chi se lo era perso e vorrei che fosse interpretato per quello che è: uno spaccato di vent’anni di Italia.