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[quote]”Per te cosa significa sentirti felice?”
[…]
“A me vengono in mente Doraemon e Nobita” dissi. “Eh? Ma dici il manga?” chiese Nishiyama. “Ho un piccolo orologio con la loro immagine” dissi. “Stanno davanti a un fusuma, nella stanza di Nobita disseminata di manga, e leggono tutti sorridenti. Nobita è sdraiato a pancia in giù, appoggiato su un cuscino piegato a metà, i gomiti a terra, e Doraemon è seduto con le gambe incrociate e, mentre legge, mangia [b]dorayaki[/b]. Sarà per il rapporto fra loro due, con Doraemon che fa lo scroccone, sarà perchè la scena è quella di una tipica famiglia giapponese, ma penso sempre che questa sia l’immagine della felicità.”
Tratto da: “Ricordi di un vicolo cieco” di Banana Yoshimoto.[/quote]
Purtroppo da un po’ di tempo a questa parte quando si parla di [b]cucina giapponese[/b] la moda del momento fa pensare subito al [b]Sushi[/b]; ma, come sapranno tutti i veri estimatori di quella che è una vera e propria arte, la cucina giapponese ([b]nihon ryōri 日本料理[/b] o [b]washoku 和食[/b]) è quanto di più complesso ed esteso si possa immaginare.
Volevo allora proporvi alcuni piatti, facilmente riproducibili in casa vostra, per esplorare insieme questo mondo e magari per fare bella figura con gli amici o, perchè no, con una ragazza. ;)
[b]Breve storia dei Dorayaki[/b]
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Il dorayaki ([b]どら焼き[/b]) è un tipo di dolce giapponese composto da due pancake formati a partire dalla kasutera (impasto simile al pan di spagna) e riempito al centro con l’anko, una salsa dolce rossatra ricavata dai fagioli azuki.
Dora significa “gong”, la leggenda narra che un samurai di nome Benkei dimenticò il suo gong a casa di un contadino presso il quale si nascondeva, e che questi lo usò per preparare il primo Dorayaki, da cui, appunto, deriva il nome.
I dorayaki sono anche noti per essere il piatto preferito di Doraemon, ma diversamente da quanto potrebbe sembrare, il suo nome non deriva da dorayaki bensì da doraneko ovvero “gatto vagabondo”.
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[b]Prepariamoli![/b]
Ingredienti:
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3 Uova
1 Tazza di farina
2/3 di una tazza di zucchero
3 Cucchiai d’acqua
1/2 Cucchiaino di lievito (da sciogliere nell’acqua)
Olio per ungere la padella
Comprate (o preparatevi seguendo [url=http://www.corriereasia.com/giappone/blog/ricette_cucina_giapponese/2007/01/anko_la_marmellata_di_fagioli.shtml#more]questa[/url] ricetta) l’Anko (la marmellata di fagioli Azuki).
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Preparazione:
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Sbattiamo bene le uova e aggiungiamo piano la farina cercando di non creare troppi grumi. Aggiungiamo poi il resto degli ingredienti.
Riscaldiamo una padella antiaderente, ungetela un po’ ma non troppo, e lasciamo scaldare.
Ogni lato della frittella va fatto con 2 cucchiai del composto.
Lasciamo cuocere da una parte fino a che appaiano delle piccole bollicine sulla parte superiore e fino a far imbrunire quelal inferiore (ci vorranno circa 30/40 secondi).
Giriamola e cuociamolo allo stesso modo dall’altro lato.
Dovrebbero venire alte mezzo centimetro circa.
Una volta che avrete fatto tutte le frittelle e si saranno raffreddate, spalmate l’Anko su una focaccina unendone un’altra così da chiuderla come un panino!
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Semplice no? Sono uno dei miei dolci giapponesi preferiti.
[b]Itadakimasu![/b]