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Buone notizie per YouTube, Vimeo, i motori di ricerca e tutti gli altri siti web basati su User Generated Content (oppure brutte notizie per i soliti pessimisti e complottisti cronici ;-) ): durante il Question Time sugli audiovisivi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha rassicurato sulla non applicabilità dei regolamenti attuativi stabiliti dall’AGCOM per il Decreto Romani.
Come riportato da questo articolo di [url=http://www.key4biz.it/News/2011/01/13/Policy/media_audiovisivi_Elio_Vito_youtube_agcom_Flavia_Perina_stefano_mannoni_piattaforme_ugc.html]Key4biz.it[/url], il Governo conferma che:
[quote]la responsabilità editoriale è da intendersi come un controllo effettivo sia sulla selezione dei programmi, sia sulla loro organizzazione in un palinsesto cronologico: pertanto [i]“I siti internet che non selezionano ex ante i contenuti generati dagli utenti ma effettuano una mera classificazione degli stessi non rientrano nel campo di applicazione della norma”[/i] deliberata dall’Autorità per le comunicazioni, e questo in piena sintonia con la direttiva Ue in materia. Salvo che non vi sia “responsabilità editoriale o sfruttamento economico”.[/quote]
Questo (ok, bastava un po’ di buon senso, ma mai darlo per scontato) significa che, sebbene i siti di UGC usino diversi algoritmi per catalogare, organizzare e presentare i contenuti, non possono essere paragonati a servizi di televisivi (nello specifico [i]Web-TV[/i]) e pertanto non saranno assoggettati ai regolamenti AGCOM che prevedono ad esempio una registrazione e autorizzazione specifica, la responsabilità editoriale (cioè, il proprietario del sito è civilmente e penalmente responsabile per i contenuti che pubblica) e l’applicazione degli stessi parametri di misurazione dei messaggi pubblicitari applicativi alla televisione tradizionale.
La questione è stata ampiamente dibattuta e coinvolge diversi ambiti politici e legislativi (Comunità Europea, Governo locale, AGCOM etc) è meglio spiegata in questo post del prof. [url=http://didattica.unibocconi.it/docenti/cv.php?rif=49574&cognome=POLLICINO&nome=ORESTE]Pollicino [/url](Univ. Bocconi) riportato da [url=http://blog.quintarelli.it/blog/2011/01/guest-post-qualche-riflessione-sui-nuovi-regolamenti-dellagcom-prof-pollicino-univ-bocconi.html]Quintarelli[/url].
Sostanzialmente le regole per cui un soggetto diventa equiparato ad una TV sono le seguenti:
1. responsabilità editoriale, in qualsiasi modo esercitata
2. sfruttamento economico del servizio stesso
3. soglia minima di ricavi derivanti dal servizio di 100.000€ (!!!)
4. svolgimento verso l’Italia dell’attività economica riconducibile al servizio
E’ chiaro che, almeno per i punti 2 e 3, Youtube e gli altri ci ricadono completamente, ma sul primo punto appare effettivamente difficile imputare un effettivo controllo editoriale della programmazione (in modalità lineare o non lineare) dei contenuti: tutto quello che tali siti fanno è accettare, catalogare i contenuti e agire a posteriori per rimuovere quelli ritenuti non adatti o protetti da diritti altrui.
Per il punto 4, la localizzazione geografica, Youtube, ad esempio, ha la sua sede europea in Irlanda e comunque l’Italia non è il mercato specifico cui si rivolge in quanto il servizio è erogato in tutta Europa senza distinzioni se non la localizzazione linguistica e di presentazione.