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Italiani, brava gente, tutti a casa per il Natale.
Preparo armi e bagagli, niente di che, metricubi di scatole di robot e gadgetteria varia per gli amici che mi hanno preso in parola la maledetta volta che ho detto “per la grandezza non è un problema, più che altro il peso” e infatti mi ritrovo con l’80% del cazzo di armadio a ruote pieno di stratominchiate nipponiche enormi, ma leggere.
Andiamo avanti.
Ore 14:55 volo KLM per Amsterdam e ore 20:05 (sempre ora locale) coincidenza per l’Italia.
Gioco d’anticipo, in Giappone il check-in si fa 2 ore prima (in Italia, e forse anche nel resto del mondo, solo 1 ora prima), io arrivo 3 ore prima, che poi non si dica che sono italiano e arrivo sempre in ritardo.
Al checkin mi alloco nell’ultimo cluster della fila che, nel mentre, si fa piuttosto consistente, strano per un paese come il Giappone, ma OK, sarcazzo, c’e’ tempo, aspetto.
Mi cade l’occhio sul monitor che, in perfetto engrish, annuncia il ritardo di circa 2 ore del mio aereo causa “maltempo”, ergo l’ora di arrivo è prevista per le 20:07… aspetta, la coincidenza è prevista per le 20:05, i conti non tornano.
Già, e con molta probabilità, anche io non tornerò.
[spoiler]
Arriva il mio turno e tutte le peggiori aspettative si fanno realtà, la stratognocca nipponica mi informa che potrei perdere la coincidenza.
Maddai?
Ti perdono solo perché sei stratognocca nipponica, ed ella parte alla ricerca della coincidenza alternativa.
Ogni 15 minuti si scusa, mi dice che sta cercando, che nel mentre “feel free to look around” (“sentiti libero di guardare in giro”), occazzo, forse si è accorta che, in quanto stratognocca nipponica, la sto fissando da quei buoni 24 minuti consecutivi, il bruciore agli occhi mi fa presumere che fossi in “modalità gaming”, la modalità nella quale sei talmente concentrato che perdi l’automatismo dell’umidificazione oculare.
“OK, thank you” rispondo cordialmente.
Continuo a fissarla cercando di umidificare le mie pupille di tanto in tanto.
Ha trovato una soluzione, la brava stratognocca nipponica ha trovato un’alternativa, sentiamola insieme:
“Tutti i voli sono occupati, quindi dobbiamo cambiare compagnia, AIR FRANCE al posto di KLM (ma su questo tornerò dopo), il volo parte alle 22:25, arriva a parigi alle 4:20 ora locale (cmq sono quelle buone 12,5 ore di volo ininterrotto circa) e alle 07:25 ho la coincidenza per BOLOGNA, dove atterrerò alle 09:25”.
Perfetto.
Un paio di palle.
Cosa cazoz stai dicendo, [del]stratognocca nipponica[/del] brutta cessa maledetta, devo stare 10 ore qui a martellarmi le gonadi così per il gusto del niente?!
Decido di incazzarmi e darle una dimostrazione del peggio della mia ira italica nei suoi confronti:
Dico: “Oh… is this the only solution?” (oh, non c’e’ alternativa?)
La [del]brutta cessa maledetta[/del] stratognocca nipponica sfoggia gli occhioni da Bambie e dice “Yes, sorry” (translate.google.com)
“OooKkeeeiii…” concludo.
Mi consegna il nuovo biglietto apostrofandolo con “vedo che lei ha scelto il piatto vegetariano, purtroppo non possiamo garantirle questa scelta sul volo AIR FRANCE, fa lo stesso?”
..eh, no, cazoz, quando è troppo è troppo, ‘sto giro ha pisciato fuori dal vaso, non gliela faccio passare liscia:
io: “no, non fa lo stesso…”
lei: /occhioni cerbiatta
io: “oh… ok…”
lei: “have a good flight”.
io: “thank you”.
Questa volta gliele ho proprio cantate.
A seguire 8 ore nel limbo del NARITA AIRPORT, compro KIT-KAT ai gusti più improponibili per i miei amici seguaci del cacao, KIT-KAT al WASABI, KIT-KAT al Tè VERDE, KIT-KAT al GINGER and so on.
Al Tully’s attacco il computer alla presa dell’insegna e ricarico tutta la chincaglieria tecnologica che mi porto appresso cercando, nel mentre, di fare un po’ di lavoro.
Finalmente salgo sul BOEING 777, almeno non è uno stramaledetto AIRBUS, e mi siedo, posto corridoio.
OK
Comincia la pantomima del pasto.
In 3, uno dopo l’altro, mi chiedono se ero io quello del pasto vegetariano, dico sì, al terzo che mi risponde “eh, mi dispiace, non è disponibile” capisco che i magnalumache si sono messi d’accordo per farsi allegramente delle gvasse visate con la evve moscia alle mie spalle.
Arriva il quarto, mi guarda con aria complice, decido che se si ripropone con il teatrino del pasto vegetariano non disponibile gli pianto lo spinotto bifido delle cuffiette nelle palle degli occhi.
Sono il solito stronzo, questo è un amico, mi dice che hanno risolto per il mio pranzo vegetariano.
Infatti mi portano un vassoio senza il 70% della roba, hanno tolto tutto quello che conteneva carne, spiccano:
Bustina chiusa ermeticamente con posate in plastica grigio chiaro, tovagliolo rosso carminio, bustina di sale e bustina di pepe.
La bustina di pepe la mettono per contaminare il tovagliolo, così, nella malaugurata ipotesi che lo usiate nella zona contorno occhi, vi procurerà la cecità più o meno parziale/permanente.
Un piccolo concenitore con 4 pezzi di frutta tropicale varia, un pezzo di pane di gommaspugna, della frutta in cartone riciclato.
Manca solo il naso di plastica a pallina, rigorosamente rosso.
Pagliacci.
Grazie per il pasto vegetariano.
Succhio avidamente le posate di plastica sperando che almeno siano in amido di mais, non lo sono.
Ormai io e lo steward siamo amici per la pelle, quando torna con il carrello per ritirare i vassoi, mi dice che hanno recuperato qualcosa per me.
Mi porge un’insalata residuato della prima classe, accetto volentieri, mi dice “take your time, more to come” (“fai con calma, c’è dell’altro”) e dopo pochi minuti si presenta con un piatto, anch’esso residuato della prima classe, con delle verdure lesse immerse in una poltiglia giallognola.
Riringrazio.
Sono lì che sto per cominciare a mangiare quella sbobba che, sempre lo stesso steward, evidentemente affetto da Alzheimer, mi porta via distrattamente il vassoio con il piatto di verdure che ci aveva appoggiato sopra 2 minuti prima e lo infila nel carrello monnezza.
Non posso crederci, guardo la posata di plastica non in amido di mais, la fisso per qualche secondo.
Il vuoto assoluto.
Faccio partire la versione di TWILIGHT 3 appositamente modificata per il mio personale schermo 320x240px.
Atterriamo a Parigi, AIR FRANCE, ancora non voglio crederci, sono in Francia, odio la Francia e i francesi.
Il loro accento del cazoz, la loro puzza sotto al naso, il loro grottesco presidente e quella gran stronza di Carla Bruni.
[b]Il loro teorico perfezionismo annientato inesorabilmente dalla loro pratica incapacità.[/b]
In tre parole: FRANCESI DI MERDA.
Ma tant’è, sono qua, non posso farci niente.
Guardo sul tabellone, del volo per Bologna delle 07:25… non v’è traccia alcuna.
Ce n’è uno alle 9:25, controllo 4 o 5 volte consecutivamente.
NIENTE
Pessimo presentimento.
Il mio pensiero vola alla stratognocca nipponica, a me che le pratico le peggio tecniche di splatter-gore-bondage.
Mi presento al check-in, quello con il metal detector e tutte le minchiate varie, il tipo passa il mio biglietto sotto al lettore di codici a barre e la magica lucina rossa si accende.
Riprova.
Lucina rossa.
Rossa come il sangue della stratognocca nipponica che ora sto martoriando con la mia katana di improperi e bestemmie.
“Vada allo sportello 5”
Ivi una distinta operatrice AIR FRANCE comunemente detta stronza francese pronunzia: “Il suo volo è stato annullato per maltempo”.
Ora spiegatemi com’è che tutti i voli stiano continuando ad atterrare e decollare tranne il mio per Bologna.
Io visibilmente incazzato in quanto essa non femmina asiatica: “e quindi?!”
SF:”posso provare a farle una prenotazione per il volo delle 9:25, ma è overbooked, quindi passo direttamente a quello delle 13:10″
Io:”WTF?! annullate i voli così alla cazzo?”
SF:”Non posso assicurarle un posto neanche in quello delle 13:10, deve fare il check-in alle 12:40, se c’è posto può partire, se no deve aspettare il successivo”.
Mi scrive quattro cazzate sul biglietto e me lo passa.
Vado di nuovo dalla lucina rossa che immancabilmente si ripropone con il ghigno sonoro del STOCAZOZ!.
Sono le 4:50, il finto pulotto mi dice di andare là, dallo sportello dell’AIR FRANCE a farmi rifare il biglietto per poter passare il controllo bagaglio a mano ed andare al GATE.
Vado là, sono in fila, non c’e’ nessuno, solo 2 stronze tedesche che dicono che alle 5:00 arrivano quelli dell’AIR FRANCE allo sportello.
Sono le 5:20, stronza tedesca, ti faccio mentalmente notare che sono le 5:20.
Alle 5:53 un’altra stronza tedesca dice che aprono alle 6:00, sì, avevano detto alle 5:00, ma in realtà è alle 6:00.
Alle 6:27 non c’è ancora nessuno, la fila si allunga, alcuni desistono ed escono facendomi procedere di qualche posto, ma niente di che.
Qualcosa mi dice che qualche stronza di una qualche stronza nazione (non giapponese) se ne uscirà con la genialata del “hanno detto alle 6:00 ma in realtà aprono alle 6:30” e infatti alle 6:35 arriva un’inedita stronza francese a comunicare che aprono alle 6:30.
Ehi, inedita stronza francese, sono le 6:36, ce l’hai uno stronzo orologio di riferimento?
Ce la fai a leggermi nel pensiero sì o no?!!
E, a proposito di pensiero, eccolo che vola al momento dell’acquisto del biglietto per il NARITA EXPRESS da Tokyo a Narita, a me che sono allo sportello alle 10:58 e il tipo mi dice che il NEX parte alle 11:03, che quello successivo c’e’ un’ora dopo (12:03, ndr.).
A me che volo giù per le scale mobili con armadio a ruote pieno di cazzate voluminose ma leggere e zaino tecnologia e che, alle 11:03 in punto, faccio ciao con la manina a Yukiko.
Non sono ancora in Italia ma voglio tornare in Giappone.
Europa, pressapochismo, cafoneria, stronze brutte, sgorbie e maledette.
FAST FORWARD
07:50 circa
La fila ha assunto proporzioni che toccano le note dell’osceno.
Un solo addetto allo sportello impiega circa 40 minuti a persona.
Arriva un’altra stronza francese che, con tutta calma, si sfila la giacca, la ripiega con cura, la appoggia allo schienale della sedia, si siede con molta delicatezza e accende il terminale con tutta la prudenza possibile immaginabile.
Mi chiama, è il mio turno.
Blablabla.
SF2: “La prenoto nel volo delle 13:10”
Io: “Sì, grazie”
SF2: “Però è pieno, è possibile che debba aspettare quello successivo”
Io: “Quando c’è?”
SF2: “Alle 9:25”
Io: “Di sera?!? devo stare qua fino alle 9:25 di sera?”
SF2: “Come scusi?”
[b]AMERICAN PSYCHO[/b] e le peggio fantasie omicide.
Io: “Quindi cosa devo fare, devo stare di qua o di là dal metal detector?!”
SF2: “Di qua, andare allo sportello 5 a fare il checkin per vedere se c’e’ posto..”
Io: “Se non c’è?!”
SF2: “Passa a quello successivo e così via.”
Io: “Quindi io non so quando potrò andarmene da qui?”
SF2: “Come scusi?”
[b]NON APRITE QUELLA PORTA[/b] e leatherface che ti appende al gancio.
Io: “Non sapete dirmi quando potrò andarmene?”
SF2: “No, causa maltempo”
Io: “Ho capito… fuckin’ air france”.
SF2: “Come scusi?”
[b]HELLRAISER[/b] e i suplizianti che fanno di te una squartata opera d’arte moderna.
20 dicembre 2010
ore 11:30
Parigi.
Aeroporto Charles de Gaulle.
Fuori nevica.
Dentro gente accampata ovunque.
I grandi urlano.
I bambini piangono.
L’Europa affonda.
Il 2012 alle porte.
Prove tecniche di collasso.
un.
due.
tre.
collasso.
[/spoiler]
EDIT: volo delle 13:10 CANCELLATO
prenotato per volo delle 21:05 ma forse cancelleranno anche quello e quindi mi cercheranno un hotel.
Anything to declare?
Don’t go to Paris!