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[quote]L’economia non è in crisi. Solo una certa eco­no­mia è in crisi. Quella basata su una visione e una gestione ego­cen­trica. Chiusa su se stessa, inca­pace di aprire le porte all’immaginazione, alla crea­ti­vità, all’innovazione collettiva.

Dal basso, dal “bordo”, il Web 2.0, i social net­work, la gene­ra­zione digi­tale stanno impo­nendo nuove pra­ti­che, più aperte, più par­te­ci­pa­tive, più tra­spa­renti. Una cul­tura fatta di con­di­vi­sione, repu­ta­zione e col­la­bo­ra­zione. Il WE è già all’opera: da Inter­net muove al mondo reale, sparge le sue voci, i suoi valori, le sue oppor­tu­nità. Fa dell’opzione di una nuova eco­no­mia un’urgenza vera, con­creta: quella di un modello noicentrico.

L’impresa del futuro è un’impresa che demo­cra­tizza i pro­cessi gestio­nali. Si basa sulla co-progettazione. Coin­volge Clienti, dipen­denti, for­ni­tori, con­cor­renti. Il futuro ci chiede di sti­mo­lare e gover­nare la cir­co­la­zione di que­sto talento collettivo.

Weco­nomy è la nostra rispo­sta: un non-libro, un oggetto, un ter­ri­to­rio in comune per divul­gare e con­so­li­dare idee, pen­sieri e azioni sul tema dell’innovazione col­let­tiva, anche per repli­care al luogo comune della crisi. È un primo passo, la par­tenza di un sistema aperto, mol­te­plice e con­ti­nuo, fatto di sto­rie e sti­moli da e per chi fa inno­va­zione nel suo ambito, azien­dale ma non solo. È anche l’esposizione di alcuni metodi che noi di Logo­tel, da almeno 10 anni a que­sta parte, con­di­vi­diamo con i nostri Clienti, spe­ri­men­tando sul campo, con corag­gio e umiltà, l’applicazione di approcci col­let­tivi nell’impresa. Tra gli altri, sono inten­zio­nal­mente pre­sen­tati molti casi di grandi aziende nelle quali, per ovvi motivi, fare inno­va­zione è più com­pli­cato ma anche più necessario.[/quote]

Il nuovo modo di vedere l’economia nell’era di Internet, della globalizzazione e dei social network.

Gran bel libro, da acquistare a 12 Euro qui o più semplicemente da scaricare gratuitamente (poichè rilasciato con licenza Creative Commons sul sito www.weconomy.it. E comunque, sempre meglio delle solite strenne librarie trite e ritrite…