[image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_031402.jpg[/image]
[quote]Something as simple as changing your Android phone’s wallpaper or downloading a ringtone could transmit personal data about you, including your location, without your knowledge.[/quote]
Secondo uno studio di Duke, Intel Labs e Penn State University, circa 15 su 30 popolari applicazioni free scelte a caso, inviano in rete informazioni private dell’utente, spesso verso server pubblicitari, mentre 2/3 delle applicazioni fanno un uso definito “ambiguo” dei dati personali.
Per scoprirlo hanno creato un tool, TaintDroid, che identifica le apps che trasmettono informazioni private in rete, monitorando come le applicazioni accedono ai dati del GPS, il microfono, la fotocamera e i contatti del telefono.
Insomma, ovviamente installando una app, magari gratuita, magari di fonte sconosciuta, sul vostro telefono “aprite le porte” a praticamente qualunque tipo di curiosone… e in effetti nessuno garantisce.
[quote]But as the Android Market grows rapidly–it has more than 90,000 apps–it raises questions about how well app makers handle data. Unlike the iPhone app store, apps in the Android Market don’t have to be approved before they appear. Despite Google’s broad guidelines, apps aren’t checked or monitored to see if they follow the rules.[/quote]
L’articolo su [url=http://www.wired.com/gadgetlab/2010/09/data-collection-android/]Wired[/url].