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Su Science (329, 559-562 (2010)) è stato pubblicato uno studio sulla possibilità di usare batteri per produrre diesel.

Già da tempo è noto che molte piante, insetti, microrganismi producono piccolissime (sono tossici!) quantità di [b]alcani[/b] e [b]alcheni[/b], cioè gli idrocarburi alla base della composizione dei combustibili fossili (petrolio). La compagnia biotech [url=http://www.ls9.com/]LS9[/url] di San Francisco (California) ha studiato il procedimento biochimico addetto alla sintesi di questi composti, arrivando a identificare due geni dei [i]cianobatteri[/i] (batteri fotosintetici) che codificano per due enzimi che convertono acidi grassi in alcani e alcheni.

Hanno espresso tali geni in [i]Escherichia coli[/i] (il batterio amico dei ricercatori), nutrito con glucosio e hanno osservato che secerneva sostane simil-diesel, che non necessitavano di nessun altro trattamento.

La compagnia ora si sta concentrando sullo [i]scaling up[/i], cioè sull’ottimizzazione del processo, dal laboratorio all’industria, per costruire impianti industriali dove batteri produrranno diesel. Poi diventeranno riccherrimi.

Foto: cianobatteri, detti anche alghe azzurre o alghe verdi-azzurre per il colore.