Partendo da una piccola catena di puntini luminosi, osservati con attenzione, sono state individuate 5 gemme cosmiche che potrebbero essere rivelatrici per scoprire le origini dell’universo. Sono le parole espresse da Angela Adamo, ricercatrice originaria della Sicilia, che si trova a capo di un team internazionale dell’Università di Stoccolma. Nel gruppo di scienziati c’è la partecipazione anche di altri illustri nel settore, come Eros Vanzella, Matteo Messa, professionisti dell’Istituto nazionale di astrofisica a Bologna.

Grazie alle “lenti gravitazionali” è stato possibile scoprire una galassia molto giovane, chiamata Cosmic Gems Arc. Si tratta di divisioni di materia dense, in grado di curvare lo spaziotempo, deviando il tragitto dei raggi luminosi. Un effetto che ha amplificato la luce proveniente dalle galassie più distanti, permettendo tale scoperta eccezionale. In passato, già nel 2018, la galassia era stata oggetto di osservazione attenta con il telescopio spaziale Hubble. Ora, invece, è stato possibile studiarla più nel dettaglio grazie al suo successore, il telescopio Webb, il quale ha permesso di analizzare tanti particolari interni di una galassia.

L’importanza degli ammassi stellari

In particolare, i ricercatori si ritengono entusiasti, nell’aver individuato cinque ammassi stellari, ognuno dei quali con una dimensione di circa 3 – 4 anni luce.  Un dettaglio che rivela ammassi di stelle mille volte più densi di ammassi stellari giovani, che si osservano nell’universo normale. Parliamo quindi di un’eccezionalità, che permette ai ricercatori di concentrarsi in modo più scrupoloso sulle origini dell’universo, fanno sapere gli stessi.

Gli scienziati hanno fotografato per la prima volta le compagne binarie di otto stelle luminose Gli scienziati hanno fotografato per la prima volta le compagne binarie di otto stelle luminose

Gli scienziati affermano che questa scoperta è importante per due motivi. Da un punto di vista scientifico, per loro, questi ammassi potrebbero essere i precursori degli ammassi globulari presenti nelle galassie odierne. Inoltre, tali ammassi stellari giovani possono essere la causa della distruzione della galassia ospite, per cui avrebbero un ruolo centrale nel processo della reionizzazione dell’universo.

Il telescopio Webb sta mettendo luce dettagli che svelano le origini dell’universo, che in passato non era come appare oggi. Vanzella ha dichiarato che per la prima volta sono alla scoperta di dettagli mai svelati prima, che non hanno alcun precedente nel mondo della ricerca astronomica scientifica, accendendo entusiasmo ed esaltazione.