Piccoli Brividi 2

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Piccoli Brividi 2 cerca disperatamente di ancorarsi al primo, sorprendente capitolo, non riuscendo però a replicarlo sotto nessun punto di vista. Lasciando al contrario l’amaro in bocca per una serie che sembra aver già dato tutto quello che poteva regalare. 

Quando tre anni fa il primo adattamento della famosissima serie di libri di R.L. Stein si affacciò sul mercato, chiunque fosse un appassionato di quei racconti, ebbe parecchio timore all’idea di trovarsi di fronte un’opera in grado solo di sfruttare il buon nome della collana per ragazzi.

Tale fu la sorpresa di scoprire che, al contrario, il film di Rob Letterman era quanto di meglio fosse possibile realizzare.
Piccoli Brividi regalava emozioni e sorrisi, ricordandoci costantemente per quale motivo il cinema per ragazzi è ancora capace di far sognare.

Eliminando l’idea di sfruttare pedissequamente uno dei famosi racconti, ma trasformando lo stesso Stein e i suoi libri nei protagonisti della storia, Piccoli Brividi regalava emozioni e sorrisi, ricordandoci costantemente per quale motivo il cinema per ragazzi è ancora capace di far sognare.

La capacità di trasmettere la magia e la fantasia di un mondo quasi parallelo al nostro. Alcune scelte piuttosto azzeccate come la ruota panoramica nel bosco e una CGI piuttosto curata, accompagnavano un cast nutrito, capitanato da quel mattatore di nome Jack Black, che è probabilmente la più grossa mancanza del secondo film.

 

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I problemi produttivi, il cambio di regista, il ritardo per fare spazio ad Hotel Transilvania 3 e un budget sensibilmente minore, sono già di per se un grosso campanello di allarme.

I problemi produttivi, il cambio di regista, il ritardo per fare spazio ad Hotel Transilvania 3 e un budget sensibilmente minore, sono già di per se un grosso campanello di allarme, quando si tratta di cinema puramente di intrattenimento.

Vogliamo però essere chiari rispetto al fatto che abbiamo approcciato la visione con tutte le buone intenzioni, senza pregiudizi. Purtroppo la storia ambientata in una nuova cittadina di provincia, e con una nuova famiglia protagonista, non riesce a reggere al confronto sotto alcun punto di vista.

Sonny e Sam sono due ragazzi adolescenti, che vengono chiamati per andare a recuperare vecchia spazzatura dagli appartamenti e ricavarne qualche soldo. Durante la ricerca di materiale in una casa abbandonata della loro cittadina, trovano un libro che, aperto, ne fa scaturire un pupazzo da ventriloquo.

Ignari della natura del famoso pupazzo Slappy, decidono di portarlo a casa. Nel corso della serata quest’ultimo prenderà vita e, dopo una piccola serie di “buone” azioni, non tarderà di mettere in scena tutta la sua malvagità. Da qui si dipana una commedia comunque discreta, in grado di strappare più di una risata e, tutto sommato, ben amalgamata; incapace però di raggiungere nessuna delle vette toccate dal primo capitolo.

 

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La maturazione dei protagonisti è inesistente, così come assente è il sottotesto umano e di solitudine che permeava il primo capitolo.

La trovata di ambientare la pellicola durante la notte di Halloween è un pretesto per sfruttare l’illusione di trovarsi di fronte ad una situazione verosimile, finendo per ridere degli abitanti di una città che non sanno riconoscere tra un fantasma vero ed uno finto.

La maturazione dei protagonisti è inesistente, così come assente è il sottotesto umano e di solitudine che permeava il primo capitolo e che donava al personaggio di Stein e della figlia Hannah, un valore aggiunto non indifferente a tutta la produzione. Lo stesso si può dire per l’incapacità del regista di metterci di fronte alla stessa atmosfera da “Goonies”, che rappresenta un elemento cardine della serie fin dai tempi dei racconti.

Ciò che nel primo rappresentava la ruota panoramica, il suo surreale posizionamento e un’alimentazione quasi impossibile da giustificare, viene qui rimpiazzata dal fracasso di una enorme torre di Tesla. Il risultato è emblematico, perché in qualche modo racconta la totalità del film, un freddo teen horror movie senza anima, esattamente ciò su cui il primo vinceva e sbalordiva.

 

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Certamente si può dire che Piccoli Brividi 2: I Fantasmi di Halloween sia in grado di intrattenere e riuscire ugualmente a convincere il grande pubblico che si aspetta una scanzonata storia di mostri.

Siamo però pronti a sfidare chiunque a guardare i due capitoli uno dopo l’altro (come abbiamo fatto noi) e non rimanere fortemente delusi dal trattamento riservato a questo sequel.

La mancanza di Jack Black (fatta salva una piccolissima porzione di film) e una CGI certamente peggiore di quella dell’originale, esemplificano chiaramente un problema produttivo che ci spinge a mettere in dubbio anche il futuro della serie, considerato il non esaltante risultato al botteghino di questi primi giorni.

È un peccato, perché il progetto Piccoli Brividi era stato in grado di ribaltare le carte in tavola, prendendo a piene mani dalla cultura horror degli anni ’80 e iniziando un percorso originale ed ispiratissimo, che sembra però aver già perso buona parte della sua verve.

 

 

Piccoli Brividi 2 arriva al cinema il 18 ottobre.

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