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[b]Cristina Pedratscher[/b] nasce a Savigliano (Provincia di Cuneo) nel 1987. ([i]nella foto in apertura e in alcuni auto-scatti della gallery[/i])
Il primo incontro con la fotografia avviene durante le scuole superiori, all’istituto per Grafica Pubblicitaria, ma solamente nel 2009 sceglierà di utilizzare questa tecnica per esprimere al meglio la sua arte.
Inizialmente, infatti, la sua vocazione artistica, forte fin dagli anni dell’adolescenza, la porterà verso la pittura e il disegno e i suoi studi seguiranno questa direzione.
Sensibile ad ogni forma d’arte, decide poi di acquistare una Reflex digitale, scoprendo così di riuscire a esprimersi al meglio proprio tramite la fotografia.
[b]Premi ed Esposizioni[/b]:
– ottobre 2009 premiata come “[i]Fotografa dell’anno 2009[/i]” a Varallo Sesia (VC);
– dicembre ’09/gennaio 2010 esposizione al Circolo Fotografico Obiettivo Valsesia a Cavaglia Quarona Sesia (VC);
– febbraio/marzo 2010 esposizione “[i]Scatti al Femminile[/i]” al Circolo Ratatoj a Saluzzo;
– marzo/aprile 2010 esposizione “[i]Soma kai Psyche[/i]” al Circolo Pueblo a Torino;
– maggio/giugno 2010 esposizione “[i]Voyage[/i]” alla Libreria Sognalibro a Borgo S.Dalmazzo.
– ottobre 2010 esposizione alla “[i]Vecchia Centrale[/i]” a Sanfront.
– 4/5 dicembre 2010 esposizione in occasione della premiazione del concorso “[i]I 5 sensi[/i]” nel Comune di Marene (CN).
– 14/27 gennaio 2011 esposizione “[i]Untitled[/i]” al Circolo Pueblo a Torino.
Cristina prima di essere una fotografa e soggetto di questo post, è prima di tutto un’amica e questo mi ha permesso di riuscire ad avere una mini-intervista. Chiamarla intervista è una parola grossa: le ho semplicemente chiesto di spiegare il perchè delle sue foto, di dare una voce (o meglio un testo) alle fotografie che vedete nella gallery.
Questo è quello che ne è venuto fuori:
[quote]Osservando la società attuale cerco di rappresentare quel “[b]mal di vivere[/b]” dell’esser umano, imprigionato da abitudini, ritmi, obbligato ad indossare maschere,e tutte queste cose non fanno che renderlo uno schiavo…ed è sempre più solo, siccome l’egoismo sta dilagando, si sta perdendo l’importanza dell’ascoltare, tutti a correre, stiamo diventando freddi e meccanici come macchine, senza renderci conto che così facendo ci stiamo solo rovinando.
Questo soprattutto riguardo ai set come “[b]imprigionata[/b]” “[b]urla nel Silenzio[/b]” e per alcuni autoscatti.
[b]La psicologia nei miei lavori è un elemento fondamentale[/b].
Sono per l’arte che fa porre delle domande.
E per l’arte che aiuti ad osservare. gli altri e se stessi. solo nell’osservazione , soprattutto introspettiva, si può arrivare a darsi qualche risposta o almeno qualcosa che gli assomigli.
Per quanto riguarda i nudi sono per l’allontanamento da quelle regole bigotte che ci sono state imposte.
Invece di renderci conto di quanto può essere bella la naturalezza di un corpo, così com’è, cerchiamo in tutti i modi di cambiarlo, nasconderlo e provarne vergogna. Oggi come oggi il corpo è solo più un prodotto che deve essere venduto, soprattutto quello femminile. Quando invece un corpo è bellezza, è storia, è unicità, è espressione. Non è solo sesso.
Un corpo è questo: “[i]Un corpo nudo è potenzialmente gaudente/dolente, cioè un corpo infinitamente esposto senza difese all’oltraggio del mondo, al piacere come alla sofferenza, in termini spinoziani alla laetitia come alla tristitia.[/i]” (Jean-Luc Nancy)[/quote]
Queste sono solo alcune delle numerose foto che potete trovare sul suo sito all’indirizzo: [url=www.cristinapedratscher.com]www.cristinapedratscher.com[/url] o nella pagina ufficiale di Facebook a [url=http://www.facebook.com/cristinapedratscher]questo indirizzo[/url].
Fonte: www.cristinapedratscher.com