Un team di ricercatori dell’Università di Nottingham, in collaborazione con la Shanghai Jiao Tong University ha studiato come fanno le piante a sopravvivere. Durante periodi di siccità, le piante adattano le loro radici in modo che possano raggiungere le riserve idriche presenti più in profondità.
Per attuare questo meccanismo, questi esseri viventi sfruttano l’acido abscissico (ABA). Si tratta di un ormone vegetale conosciuto per il ruolo che svolge in risposta alla siccità. Esso permette la crescita delle radici nelle colture cerealicole come riso e mais.
In particolare, l’ABA e l’auxina lavorano insieme per permettere la crescita delle radici, introducendo strategie per resistere alla siccità. Si tratta di strategie che portano alla modifica del sistema radicale stesso.
La siccità, una grave minaccia per le piante
La siccità è una grave minaccia per la sicurezza alimentare globale e cercare di contrastarla è necessario. Tale fenomeno, infatti, è la causa di oltre 30 miliardi di dollari di perdite agricole, e questo solo negli ultimi decenni. E i cambiamenti climatici ulteriormente peggiorato questa già complessa situazione. Inoltre, lo sviluppo di tecniche che permettano alle piante di sopravvivere alla siccità ha così tanto rilievo perché entro il 2050 la popolazione mondiale arriverebbe a 10 miliardi.
Gli scienziati hanno individuato un nuovo processo in cui l’ABA stimola la produzione di auxina, migliorando il gravitropismo delle radici. Entrambe favoriscono la crescita delle radici in risposta alla siccità. I risultati degli esperimenti hanno dimostrato che le piante con mutazioni genetiche che inibiscono la produzione di ABA avevano angoli radicali meno profondi.
Esse avevano una risposta gravitropica delle radici più debole e tutto ciò era associato a valori bassi di auxina. Con la somministrazione esterna di auxina, i ricercatori hanno rispristinato la normale crescita delle radici in questi esemplari mutanti. È stato dimostrato così che l’auxina è fondamentale in questo processo.