Un passo avanti davvero incredibile nel mondo dell’ingegneria tissutale. Questo è il risultato del lavoro svolto dagli studiosi che, sfruttando l’ambiente di microgravità a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, hanno creato un tessuto epatico umano dotato di importanti funzionalità. Occorre sottolineare che a differenza di quanto accade con il tradizionale approccio terrestre che per guidare la crescita cellulare si serve di strutture sintetiche ecco che l’ambiente di microgravità permette a tali cellule di potersi autoassemblare in modo del tutto naturale.
Tutto queste permette ai tessuti epatici che si sono formati nello spazio di poter avere una migliore funzionalità rispetto ai tessuti che si sono formati in modo tradizionale, e quindi in condizioni terrestri. Per l’ingegneria tissutale la microgravità rappresenta una vera e propria svolta. Questo perchè mentre sulla Terra per poter fornire una struttura dove consentire alle cellule di crescere vengono utilizzate delle piastre di coltura o delle impalcature artificiali ecco che nello spazio non è così. Nello spazio infatti le cellule riescono a fluttuare in modo libero e ad auto-organizzarsi senza l’aiuto di nessuna matrice esterna. E questo grazie all’assenza di gravità.
L’importante novità nel mondo dei trapianti
Uno degli elementi principali che caratterizzano il progetto è quello legato allo sviluppo di un bioreattore personalizzato noto con l’espressione “Tissue Orb“. Questo è stato progettato per un preciso scopo ovvero quello di sostenere, nello spazio, la fase di autoassemblaggio dei tessuti. A proposito di tale bioreattore possiamo dire che è dotato di un sistema di vasi sanguigni artificiali oltre che di uno scambio di media automatizzato. Tutto questo consente la simulazione del flusso sanguigno naturale. Oltre che lo cambio di alcuni nutrienti che vengono sperimentati nel corpo dai tessuti umani.
L’obiettivo del team di studiosi è quindi quello di poter riprodurre queste condizioni in un particolare ambiente ovvero quello di microgravità per poter creare dei tessuti ancora più funzionali che possano rivelarsi di grande aiuto nel campo della medicina, ed esattamente in quello dei trapianti.