Il nostro universo ha un diametro di circa 93 miliardi di anni luce, il che lo rende decisamente difficile da mappare. Ma l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha deciso di raccogliere la sfida, e il telescopio Euclid è già al lavoro per mettere insieme, tassello per tassello, una mappa tridimensionale del cosmo come non l’abbiamo mai vista prima. Spoiler alert: quello che abbiamo visto finora è solo l’1% di ciò che scopriremo nei prossimi sei anni!

Al Congresso Internazionale di Astronautica 2024 (Iac 2024), è stata svelata la prima parte della mappa 3D, un mosaico da 208 gigapixel che mostra milioni di galassie, stelle e persino misteriose nubi di gas e polveri chiamate cirri galattici. In poche parole, uno spettacolo cosmico in altissima risoluzione. Finora Euclid ha osservato una porzione di cielo australe grande più di 500 volte la Luna piena, e ha già identificato circa 14 milioni di galassie.

Ma cosa c’è di davvero importante?

Questa notizia enfatizza la bellezza della scoperta dell’ignoto e soddisfa la curiosità che da sempre caratterizza l’essere umano, ovvero sapere  cosa c’è oltre il nostro pianeta e la nostra galassia. Ma Euclid non è solo un telescopio che scatta belle foto dello spazio. La sua missione è ben più ambiziosa: aiutare gli scienziati a comprendere due dei più grandi misteri dell’universo, la materia oscura e l’energia oscura, che costituiscono il 95% di ciò che ci circonda ma che ancora non sappiamo spiegare.

Grazie ai dati raccolti, si spera di ottenere risposte che cambieranno il nostro modo di vedere il cosmo e la sua evoluzione. Per ora, però, siamo solo all’inizio. Euclid ha già completato il 12% delle osservazioni previste per la missione. Questo primo, grande mosaico di una regione di cielo, ottenuto cucendo insieme più di 260 puntamenti di Euclid, è davvero un punto di svolta: è la prima volta che si è ottenuta e che viene mostrata l’immagine di un’area così grande di cielo

Un altro punto interessante? L’Italia è uno dei protagonisti principali della missione, grazie al contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana e del mondo accademico, dimostrando come la tecnologia spaziale possa far parte anche delle nostre eccellenze scientifiche.

Siamo quindi solo all’inizio, ma Euclid sta già facendoci guardare verso l’ignoto con gli occhi pieni di stupore.