Qualche settimana fa, esattamente il 18 novembre, è avvenuto il tentativo numero due del lancio dello SpaceX Startship, grande razzo spaziale. Ormai è ben noto il fallimento dell’ammaraggio nelle acque del Golfo Persico di Super Heavy e nell’Oceano Pacifico di Ship.

Ciò non ha scoraggiato la società statunitense, che ha continuato a portare avanti l’aggiornamento dei vettori di sua proprietà, i quali sono riusciti a superare molte criticità che erano emerse durante l’IFT-1.

Ad esempio è riuscito a superare egregiamente il test il deflettore di fiamma dell’Orbital Launch Mount. In effetti, il dispositivo è stato in grado di ridurre in modo notevole i danni strutturali e nella parte sotto il Super Heavy.

Durante l’intera ascesa, i 33 motori che compongono il Raptor 2 non si sono spenti, superando per l’ennesima volta Max-Q. Durante il test è stata raggiunta la separazione degli stadi grazie al sistema hot staging di nuova concezione, assente durante l’IFT-1.

L’esplosione del primo stadio, però, non ha ancora avuto una spiegazione ufficiale; contemporaneamente, Ship è riuscito a raggiungere lo spazio superando i 100 km di quota. Soltanto dopo si sono persi i contatti, con il sistema FTS che si è attivato su Porto Rico.

I prossimi voli secondo Elon Musk

Le dichiarazioni recenti di Elon Musk hanno lasciato intendere il prossimo volo dei quattro stadi di Ship superiori, prima di passare alle versioni maggiormente evolute. È alquanto improbabile che l’ITF-3 avverrà entro la fine del 2023, anche se i tempi di attesa non dovrebbero essere particolarmente lunghi.

Molto dipenderà dalle azioni correttive che verranno richiesta dalla FAA, ma anche dalla tempistica di rilascio di una nuova e modificata licenza. Ad aspettarsi grandi cose dai test è la NASA, alla luce soprattutto dell’utilizzo prossimo di una versione modificata di SpaceX Starship.

Questa dovrebbe essere usata come lander lunare durante la missione Artemis III, ossia quella del ritorno dell’uomo sul suolo lunare. In molti sono convinti che il lancio avverrà nel 2025, ma allo stato attuale è più probabile il 2027.

Il test di trasferimento del propellente durante IFT-3: un passo avanti per SpaceX Starship

Nessuno sa esattamente quando l’ITF-3 vedrà la luce. Lakiesha Hawkins, Assistant Deputy Associate Administrator della NASA, ha dichiarato che “un test di trasferimento propellente per SpaceX Starship potrebbe esserci presto”.

Un razzo così grande sparato in direzione della Luna necessita di parecchio propellente. Ecco perché il veicolo spaziale dovrebbe fare rifornimento in orbita di metano e ossigeno liquidi. Le temperature dovrebbero essere criogeniche, quindi sarebbe necessario lanciare anche dei razzi cisterna.

Una sfida di ingegneria aerospaziale di immane portata e alquanto complessa. Stesso discorso vale per la preservazione dello stesso propellente nello spazio in condizioni di microgravità. La NASA nel 2020 aveva assegnato alcuni contratti per test tecnologici riguardanti proprio il trasferimento di propellente.

A SpaceX vennero dati 53,2 milioni di dollari per effettuare dei test. Uno di questi aveva l’intento di dimostrare questo trasferimento in volo. Le tonnellate di propellente criogenico (ossigeno liquido) trasferito tra i serbatoi della Starship furono 10.

Tale test ha dimostrato la non necessità (almeno non subitanea) di usare in orbita due navicelle per effettuare le prove. Quindi, durante l’IFT-3 potrebbe essere usata una sola navicella, con il propellente che verrebbe trasferito dal serbatoio di testa a quello principale.

Invece, nelle missioni Artemis verrà effettuato più di un rifornimento in orbita, riempiendo i serbatoi con la quantità giusta di propellente. Numeri e quantità per adesso sono sconosciuti. Tutto dipenderà dalle caratteristiche finali della Starship.

Nel mese scorso, alcune indiscrezioni parlavano di almeno 20 rifornimenti in breve tempo, che potrebbero bastare per il completamento della missione usando una o più navicelle. Insomma, SpaceX è soltanto all’inizio del percorso pieno di sfide che l’attende.