Nonostante negli ultimi mesi i controlli della Polizia Stradale siano aumentati, non ci sono state modifiche sostanziali verso il basso alla percentuale di incidenti stradali. Il problema dei giovani che si mettono alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droga è sempre presente. La distrazione, però, resta la causa principale degli incidenti (30,2%).
I dati rilasciati dalla Polstrada indicano che il 6,4% degli incidenti è causato dall’assunzione di alcol e droghe. Ciò non devo in nessun modo lasciar pensare che sia lecito mettersi alla guida in piena alterazione psicofisica.
È un fenomeno questo che deve essere assolutamente contrastato, al di là dei numeri emersi. L’eccesso di velocità resta sicuramente il fattore primario che miete vittime sulle strade tra i 18 e i 24 anni di età. Però, la correlazione tra le due cose si manifesta spesso.
Basteranno i controlli più capillari per far desistere i giovani a mettersi alla guida sotto l’effetto di alcol o stupefacenti? Oppure bisogna studiare misure diverse per potere contrastare questo fenomeno sociale ormai diffuso ovunque?
Fortunatamente, la tecnologia viene in soccorso e potrebbe dare una mano concreta in tal senso. Ma con quale ritrovato? Nessun nuovo dispositivo, ma usando quello che tutti noi ormai abbiamo sempre a portata di mano: lo smartphone.
Smartphone: nuovo alleato contro gli incidenti stradali?
Se il problema è quello di aver bevuto veramente troppo, pare che adesso lo smartphone potrebbe capirlo. L’intento è di spingere un conducente a non mettersi alla guida se ha alzato troppo il gomito. In questo modo, gli incidenti stradali dovuti all’alterazione psicofisica potrebbero essere scongiurati.
Questa nuova speranza per un futuro più sicuro per chi si mette alla guida arriva da un gruppo di ricercatori dell’Università di Toronto e della Stanford Medicine. Stando alle loro dichiarazioni, l’alleato in questa lotta serrata contro la guida in stato di ebbrezza è un dispositivo molto diffuso: lo smartphone.
Durante uno studio, poi pubblicato sul Journal of Studies on Alcohol and Drugs, questo team di ricercatori internazionali hanno dato vita ad un esperimento. Tramite i sensori già presenti negli smartphone e alcuni altoparlanti intelligenti si potrebbe comprendere il livello di alcol di una persona ascoltando i cambiamenti della sua voce.
Come si è svolto l’esperimento
Nell’esperimento sono stati coinvolti 18 giovani adulti dai 21 anni in poi, che hanno assunto una dose controllata e misurata di alcol in base al loro peso corporeo. Successivamente, a ognuno di loro sono stati assegnati degli scioglilingua.
In pratica, questi scioglilingua dovevano essere recitati ad alta voce prima di aver bevuto ed ogni ora dopo aver assunto alcol per un totale di sette ore. A pochi passi da loro, uno smartphone registrava le voci.
Il team di ricercatori ha misurato anche il livello di concentrazione alcolemica nell’aria, nel caso specifico quella all’inizio dell’esperimento e quella risultante ogni 30 minuti (totale 7 ore). Tramite alcuni programmi digitali, le voci di coloro che parlavano sono state isolate. Dopo averle suddivise in incrementi di un secondo, sono state analizzati tono e frequenza.
Mettendo a confronto i risultati inerenti all’alcol presente nell’aria espirata, i ricercatori hanno rilevato dei sostanziali cambiamenti nella voce dei soggetti posti sotto esame. Alla fine, le loro previsioni sull’intossicazione da alcol sono state confermate al 98%.
Brian Suffoletto, uno dei ricercatori e professore di medicina d’urgenza presso la Stanford Medicine, nonché autore dello studio, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo è di offrire degli interventi just-in-time capaci di prevenire lesioni o morte collegati agli incidenti stradali”.
Vista la presenza costante e perpetua degli smartphone nelle tasche e nelle borse delle persone, potrebbe essere la chiave vincente. Combinando tale metodo con altre tipologie di sensori, magari legati alla voce, all’andatura e al comportamento, tutti gli smartphone diventerebbero dei veri e propri strumenti di prevenzione.