Un recente studio condotto dai ricercatori della Johns Hopkins Medicine ha esaminato gli effetti dell’uso di marijuana sullo sviluppo cerebrale degli adolescenti e ha scoperto implicazioni preoccupanti relative alle cellule immunitarie cerebrali. Questa ricerca si è concentrata sull’analisi degli effetti del THC, il principale composto psicoattivo presente nella marijuana, sulle cellule microgliali, un sottoinsieme specializzato di cellule immunitarie che si trovano nel sistema nervoso centrale e svolgono un ruolo cruciale nella comunicazione tra neuroni, nelle risposte immunitarie e nello sviluppo del cervello sano.
Durante l’adolescenza, le cellule microgliali assumono un ruolo di particolare rilevanza poiché contribuiscono alla maturazione cerebrale, influenzando le funzioni sociali e cognitive attraverso processi come la potatura delle sinapsi e il rilascio di neurotrasmettitori.
Per esaminare gli effetti del THC su queste cellule, il team di ricerca ha utilizzato topi geneticamente modificati che riflettevano i rischi genetici umani per disturbi psichiatrici. I topi sono stati divisi in due gruppi, uno a cui è stato somministrato THC e l’altro a cui è stata iniettata una soluzione salina innocua. Dopo 30 giorni di iniezioni e un periodo di riposo di tre settimane, sono stati condotti test comportamentali per valutare lo sviluppo psicosociale dei topi.
I risultati dello studio hanno mostrato che i topi esposti al THC hanno subito un aumento della morte cellulare programmata, nota come apoptosi microgliale. In particolare, i topi geneticamente modificati trattati con THC hanno mostrato una riduzione delle cellule microgliali del 33% in più rispetto ai topi normali trattati con THC. Questo effetto è stato particolarmente evidente nella corteccia prefrontale del cervello, una regione responsabile della memoria, del comportamento sociale e del processo decisionale.
Il team ha concluso che la diminuzione delle cellule microgliali sane potrebbe portare a una comunicazione cellulare anomala, e i topi geneticamente modificati trattati con THC hanno ottenuto risultati inferiori del 40% nei test di memoria sociale rispetto ai topi di controllo trattati con soluzione salina.
Questo studio ha implicazioni significative, specialmente alla luce dell’aumento dell’uso di marijuana sia a scopo ricreativo che medico negli ultimi anni. Il dottor Yuto Hasegawa, autore principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di queste ricerche mentre la marijuana diventa sempre più diffusa, e ha invitato all’uso cauto della marijuana da parte degli adolescenti.
I ricercatori pianificano ulteriori studi per comprendere come l’anomalia delle cellule microgliali influenzi la funzione neuronale a livello molecolare e per esplorare i legami tra l’uso di marijuana durante l’adolescenza e disturbi psichiatrici come la schizofrenia. Questa ricerca è stata finanziata da diverse istituzioni, tra cui il National Institutes of Health e la Brain & Behavior Research Foundation, ed è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications.