Il gambero rosso della Louisiana, noto come “gambero killer” è riapparso recentemente nel laghetto di Valle a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Questo crostaceo, originario delle aree palustri e fluviali degli Stati Uniti centro-meridionali e del Messico, è una specie aliena invasiva che ha causato gravi danni agli ecosistemi naturali in Italia. Sebbene il granchio blu abbia attirato molta attenzione mediatica, ci sono numerose altre specie aliene invasive presenti nel paese, tra cui il gambero rosso della Louisiana.
Questa specie è ben radicata in Italia sin dal 1989, quando è stata introdotta intenzionalmente. Attualmente, si trova diffusamente in tutto il territorio nazionale, soprattutto nelle regioni settentrionali, dove ha prosperato in fiumi, laghi, fossi e canali. Il gambero rosso della Louisiana è stato incluso nella lista delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, indicando che i suoi effetti negativi richiedono un intervento coordinato a livello dell’Unione Europea.
Questo crostaceo misura circa 15-20 centimetri ed è noto per la sua corazza rossa o bruno-rossastra. È una specie generalista e opportunista che si nutre di una vasta gamma di risorse alimentari, tra cui plankton, invertebrati, piccoli pesci e anfibi. Il gambero rosso della Louisiana è aggressivo e competente nel sfruttamento delle risorse, il che ha causato la sua rapida diffusione e il suo impatto negativo sugli ecosistemi locali. Inoltre, può diffondere malattie e parassiti ai gamberi autoctoni, mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
Il crescente numero di specie aliene invasive rappresenta una minaccia per la biodiversità e gli ecosistemi naturali. Poiché l’eradicazione di queste specie è spesso impossibile, è fondamentale adottare strategie di gestione, come il controllo numerico tramite catture e traslocazioni o il ripristino dei predatori naturali, per mitigare i danni causati da queste invasioni. Tuttavia, la prevenzione rimane la strategia più efficace per affrontare il problema delle specie aliene invasive, educando le persone a evitare l’introduzione di nuove specie nocive e dannose per l’ambiente. La conservazione della biodiversità richiede azioni responsabili e una maggiore consapevolezza sulla gestione delle specie aliene.