Un recente rapporto dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha svelato che il buco dell’ozono sopra l’Antartide, identificato grazie al satellite Copernicus Sentinel-5P, è diventato uno dei più imponenti mai registrati. Il 16 settembre 2023, questo buco straordinario ha coperto una superficie incredibile di 26 milioni di chilometri quadrati, equivalente a circa tre volte la dimensione del Brasile.
Il satellite Sentinel-5P è stato lanciato nell’ottobre 2017 come il primo satellite Copernicus dell’Unione europea dedicato al monitoraggio atmosferico. Equipaggiato con uno spettrometro di imaging multispettrale all’avanguardia noto come Tropomi, questo satellite offre immagini ad alta risoluzione e dati essenziali per comprendere i cambiamenti atmosferici.
Lo strumento Tropomi identifica “impronte digitali” di vari gas attraverso lo spettro elettromagnetico, consentendo una precisa monitorazione di inquinanti e ozono. I dati raccolti da Tropomi vengono elaborati con precisione presso il Centro aerospaziale tedesco (DLR) grazie ad algoritmi sviluppati in collaborazione con il Royal Belgium Institute for Space Aeronomy (BIRA-IASB).
Il direttore del DLR, Diego Loyola, sottolinea che i dati di Tropomi offrono una precisione a livello percentuale rispetto ai dati terrestri, contribuendo in modo significativo al monitoraggio dello strato di ozono e alla sua evoluzione. Queste misurazioni contribuiscono a estendere il record di dati globali sull’ozono dei sensori satellitari europei che coprono quasi tre decenni.
I dati raccolti dal Sentinel-5P vengono rapidamente forniti al Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) entro tre ore dalla misurazione, agevolando l’analisi e la previsione dell’ozono.
Secondo Antje Inness, scienziata senior del CAMS, il buco dell’ozono del 2023 è cresciuto rapidamente da metà agosto, raggiungendo una dimensione straordinaria di oltre 26 milioni di chilometri quadrati il 16 settembre. Questo lo rende uno dei buchi dell’ozono più grandi mai registrati.
Le dimensioni del buco dell’ozono sono strettamente correlate alla forza delle bande di vento nell’Antartide, influenzate dalla rotazione terrestre e dalla differenza di temperatura tra le regioni polari e temperate. Bande di vento potenti intrappolano e raffreddano l’aria, influenzando le dimensioni del buco dell’ozono. L’eruzione del vulcano Hunga Tonga-Hunga Ha’apai nel gennaio 2022 potrebbe anche aver contribuito a questo fenomeno, introducendo vapore acqueo nella stratosfera.
Nonostante la previsione di un graduale ripristino dello strato di ozono entro il 2050, il monitoraggio continua a essere essenziale. Il satellite Sentinel-5P e strumenti come Tropomi forniscono dati preziosi per comprendere e proteggere l’atmosfera terrestre in un’epoca in cui la conservazione dell’ozono rimane una priorità globale.