Gli interessi sui prestiti e depositi bancari stanno vivendo un aumento significativo in Italia, secondo l’ultimo bollettino mensile dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana). Questo aumento è attribuito alle decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE) e sta avendo un impatto diretto sull’economia e sul mercato del credito nel paese.
Il tasso medio per i nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni è stato del 4,29% ad agosto, rappresentando un leggero incremento rispetto a luglio e il livello più alto dal 2012. Nel complesso, il tasso medio sui prestiti è salito al 4,48%, rispetto al 4,42% di luglio. Questo aumento ha portato a una diminuzione significativa dei prestiti concessi alle imprese e alle famiglie, con una contrazione del 3,3% rispetto all’anno precedente, accentuando la tendenza negativa già evidenziata a luglio (-2,2%), soprattutto per quanto riguarda le imprese (-4,0%). Parallelamente, le sofferenze nette sono cresciute, raggiungendo 16,5 miliardi di euro a luglio, in aumento di 2,2 miliardi.
Per quanto riguarda i depositi, il tasso sui nuovi depositi a durata prestabilita (certificati di deposito e depositi vincolati) è salito al 3,36% ad agosto 2023, segnando un notevole aumento rispetto allo 0,29% di giugno 2022, il mese prima degli aumenti dei tassi della BCE. A luglio 2023, questo tasso era del 3,28% in Italia, superiore alla media dell’eurozona (3,15%).
Anche il tasso medio sui depositi complessivi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti) è cresciuto, raggiungendo l’0,80% ad agosto. Il tasso per i depositi in conto corrente è aumentato all’0,40%, con l’Abi che sottolinea che il conto corrente è principalmente per servizi e non per scopi di investimento.
L’Abi sottolinea che gli effetti della politica monetaria restrittiva della BCE in atto da oltre un anno stanno influenzando non solo il settore bancario ma anche l’economia in generale, con segni evidenti come la contrazione del PIL italiano nel secondo trimestre e la riduzione della produzione industriale. L’Associazione bancaria ritiene che questi effetti si riflettano anche nel mercato bancario italiano.